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“Sei tu mia madre” di Alison Bechdel: lo psicodramma diventa un giallo senza colpevole

Creato il 21 marzo 2013 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

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A quasi sei anni di distanza da “Fun home“, fumetto salutato come uno dei capolavori indiscussi della graphic novel contemporanea,  torna sulla scena con una “seconda parte” altrettanto intensa. Se nell’opera precedente l’autrice si poneva delle domande sulla morte del padre, in  ”Sei tu mia madre? Un’opera buffa” (“Are you my mother? A comic drama”), pubblicato in Italia da Rizzoli/Lizard, Bechdel rivolge la sua lucida analisi nei confronti della madre. 

Alison-Bechdel-photo-credit-Elena-Seibert

Nel ripensare alle vicende della famiglia Bechdel si potrebbe citare uno dei più celebri inizi della storia della letteratura, dall’”Anna Karenina” di Lev Tolstoj:

Tutte le famiglie felici sono uguali, ogni famiglia triste è triste a modo suo.

Una famiglia infelice quella della fumettista perché nata da un’unione tra un uomo gay, padre di tre figli, morto forse suicida, e una donna bella, forte e intelligente che è rimasta schiacciata da un matrimonio finito male e frustrata nelle sue aspirazioni artistiche. Alison Bechdel ha cercato in tutti i modi di “uscire” da questa complicata storia familiare dedicando molti anni della sua vita a una terapia di psicanalisi.
Sei tu mia madre?” è stato definito un “memoir grafico” di un processo terapeutico di analisi psicologica, ma si tratta in realtà di un vero e proprio romanzo che usa il fumetto come “catarsi” in un lavoro di ricostruzione di sé e della propria vita.

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Il confronto che la Bechdel mette in atto con la madre mi sembra se possibile ancora più complesso che quello con il padre in “Fun home“. Perché se il padre era una figura complicata ma anche misteriosa e affascinante che veniva vista da Allison quasi come un estraneo,BechdelMADRE300dpi la madre è per lei uno specchio in cui guardarsi ogni giorno per decidere che tipo di donna vuole essere, che tipo di vita vuole fare, che ruolo avere nei rapporti con gli altri.

Nonostante la complessità dei temi trattati e le continue citazioni di classici della letteratura e della psicanalisi (Virginia Woolf e Donald Winnicot tra tutti), la lettura non risulta mai pesante, grazie anche a uno stile semplice e rigoroso basato su tre toni: grigio, rosa e bianco.
Bechdel ha davvero un talento straordinario nel far incrociare tutti i piani di una narrazione che si sposta continuamente dal passato al presente e viceversa, senza mai perdere di vista il fumetto nella sua complessità.
L’autrice sa esattamente dove portarci perché è una strada che probabilmente ha percorso e ripercorso lei stessa più volte durante l’analisi. 

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Lo stile narrativo della Bechdel è estremamente lucido, equilibrato, quasi chirurgico e anche quando descrive ricordi molto dolorosi della propria infanzia non sfiora mai il melodramma.
Sei tu mia madre” assomiglia quasi a un giallo: il lettore aspetta col fiato sospeso fino alla fine per scoprire chi sarà il vero colpevole di questo dramma familiare e personale. Ma il bello è che non c’è nessun colpevole.

Qualunque cosa volessi da mia madre, lei non poteva darmela e basta. Non era colpa sua. E quindi non era colpa mia se non ero capace di suscitarla.

alisonbechdelleggeletteLa vera maturità per la Bechdel è quindi restituire alla madre il ruolo di protagonista della sua vita.
Per esteso, si potrebbe dire che diventiamo adulti quando capiamo che i nostri genitori sono “altro da noi”, persone con problemi diversi dai nostri ma non meno importanti dei nostri. Sono protagonisti della loro storia, come noi lo siamo della nostra. Se riusciamo a capire questo possiamo accettarli come persone in una relazione paritaria e quindi, forse, riuscire a perdonarli per i loro sbagli nei nostri confronti.

Come accadeva anche per “Fun home”, il romanzo si conclude con la volontà della Bechdel di recuperare e trattenere comunque un ricordo positivo della madre.
In questo finale ho visto non tanto una forzatura  quanto proprio un estremo tentativo di salvare qualcosa, il desiderio di attaccarsi ancora una volta alla madre, perché l’amore dei figli per i propri genitori è nonostante tutto un istinto insopprimibile.

Abbiamo parlato di:
Sei tu mia madre? Un’opera buffa
Alison Bechdel
Traduzione di Isabella Zani
, 2012
304 pagine, cartonato, colori, 19€
ISBN: 17058667

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