Italo Calvino scrive che i classici sono libri in grado di esercitare “un’influenza particolare sia quando s’impongono come indimenticabili, sia quando si nascondono nelle pieghe della memoria mimetizzandosi da inconscio collettivo o individuale”. Andrea Zanzotto, in una delle sue ultime interviste, ci ha detto che forse è oggi il caso di tornare ai classici e senza esitazione.
Francesco Pacifico è da almeno dieci anni che ricopia le pagine dei romanzi che ama. Prova a riscriverle e tutte quelle strane parole passano per qualche attimo nelle sue dita e arrivano dritte dritte su un file del computer quasi fossero cose sue. “Per certi versi, è la stessa sensazione che si prova suonando il riff di «Johnny B. Goode» o «Day Tripper». La differenza è che per copiare un riff devi saper suonare la chitarra, magari anche bene, quindi un po’ la sensazione di onnipotenza te la sei guadagnata. Ricopiare un paragrafo di Flaubert invece è un puro autoregalo e ti dà la sensazione di essere diventato di colpo un vero scrittore.”
Leggere i classici, si sa, dona una ricchezza inesauribile e, come ci spiega Pacifico, riscriverli può cambiarti la vita perché sono un’energia che ti trasforma lasciandoti qualcosa di concreto e sostanzioso…
“Le dita possono incominciare a indispettirsi se ritorni alle tue frasi abborracciate. Qualcosa viene trattenuto, e continuando a rubare dai classici ricopiando belle pagine magari la tua scrittura migliora.”
Pacifico, in questo Seminario sui luoghi comuni, ha raccolto brani di autori che ama e/o teme scrivendo quello che ci ha trovato dentro al momento di trascriverli. “Non è un canone di classici, ma un elenco di persone derubate; molti autori che amo non compaiono, e a molti classici non ho ancora capito cosa rubare.”
Circa due anni fa Francesco Pacifico ha cominciato a ricopiare brani per minima & moralia, il blog di Minimum Fax. La rubrica si chiamava appunto Seminario sul luoghi comuni “a indicare come alla fine tutti scrivessero sempre delle stesse cose, di cose di tutti, di cose per lo più ovvie, come il denaro, la malattia, le faccende di una giornata impegnativa, i rapporti con gli altri”.
Pacifico sogna le grandi passioni romantiche, i deliri dell’amore, l’onda melodica dei sentimenti, ama i luoghi al tramonto, le cose quiete, immobili e silenziose, le gioie più intime, spirituali e delicate. Cerca di abitare negli angoli silenziosi e abbandonati, colleziona i ricami a punto crose, le porcellane variopinte, i fiori fatti di conchiglie, le nitide superfici di mogano, scopre con i colori più caldi il profumo acutissimo del tempo.
Un libro che ha il dono di imporsi, di affascinare e divertire.
Francesco Pacifico
Seminario sui luoghi comuni
Minimum Fax
2012