Cominciò tutto la sera dell’elezione. Annunciato con difficoltà da un cardinale ammalato, la prima sorpresa: il nome Francesco. Che coraggio! Sapevo che nessun Papa nel corso dei secoli si era voluto paragonare al santo di Assisi, nessuno ne aveva perciò assunto il nome, così come nessuno aveva mai voluto chiamarsi Pietro II.
E’ arrivato nel balcone con un inchino inaspettato per farsi quasi benedire dalla folla...
Ha rifiutato i simboli del Papato, quali la mantellina e le scarpe rosse, e la croce d’oro, dicendo di non volerli indossare perché ‘umile’. Ma l’umiltà così come la carità e il sacrificio non si strombazzano ai quattro venti, non si ostentano, se no rischiano di non avere molto valore davanti a Dio e apparire falsi anche agli occhi degli uomini. E pur sapendo che i suoi predecessori, di cui uno ancora in vita, ne hanno fatto uso senza problemi, non ha mostrato molta diplomazia verso di essi, facendoli così passare involontariamente quasi per vanitosi.
Ha continuato inginocchiandosi davanti ad una non cristiana per lavarle i piedi durante il Giovedì Santo, però a quanto mi risulta non si è mai genuflesso dopo la consacrazione dell'Eucaristia e non distribuisce la comunione ai fedeli.
Durante le sue omelie non si contano più le esternazioni esagerate o un tantino inopportune, del tipo ‘I preti non devono essere dei zitelloni’, che verso chi ha dedicato anche 50 anni della propria vita al sacerdozio suona per lo meno di ingratitudine e mancanza di rispetto, oppure ‘chi sono io per giudicare?’ (1).
E poi lo scambio epistolare e le interviste concesse a Scalfari, direttore del giornale anticattolico ‘Repubblica’, nelle quali, magari per il desiderio di ‘evangelizzare’ anche i lontani e gli atei, si è però esposto con dichiarazioni un po’ ambigue e, secondo pareri attenti, al limite dell’eresia.. denotando per lo meno imprudenza.
Ma non lo sa il Santo Padre che i media non cercano altro che fare titoli ad effetto e che i messaggi che arrivano tramite le televisioni e i giornali sono molto spesso grezzi ed estrapolati e quindi bisogna stare attenti a come si parla per non dare adito a cattive interpretazioni?
Siamo ancora tanto frastornati per le dimissioni del precedente Papa tuttora vivente e lui è entrato in campo, lo dico senza voler mancare di rispetto, a gamba tesa, mostrando cioè poco tatto. Sembra quasi che abbia la voglia impellente di ’avvicinare’ la Chiesa al gusto dei lontani e degli atei e dare così però involontariamente ragione a quanti l’hanno sempre denigrata. Ma non sembra preoccuparsi di quelli che nella Chiesa vi sono dentro, molti dei quali stanno rimanendo scandalizzati e potrebbero uscirne. Veramente non conosce l’affermazione di Papa S. Pio X che disse che a trasformare la Chiesa in senso modernista si rischia che quelli che sono dentro escano e che quelli che stanno fuori non entrino?
Fra l’altro non sapevo che fosse già conosciuto e molto apprezzato dagli ambienti massonici, non si spiegherebbero altrimenti le esternazioni di gioia che da quella parte sono arrivate appena è stato eletto. Troppi i nemici della Chiesa che lo stanno lodando, vuol dire che c’è proprio qualcosa che non va. A me hanno insegnato che quando i nemici cominciano a lusingarti allora è meglio fermarsi per chiedersi ‘dove sto sbagliando’? Ma il nostro Papa non pare preso da questa preoccupazione. Sembra un fiume in piena!
Sono semplicemente sconcertato che un Papa si comporti in tal modo. Guardo indietro nel tempo e mi chiedo se per caso c’è stato di peggio. Sì, anche quelli tipo Papa Borgia. Però mi rassicuro pensando che nonostante molti non siano certo stati modelli di santità per lo meno in campo dottrinale non hanno mai contraddetto i predecessori mostrando assoluta continuità. Veri atti di magistero questo Papa ancora non ne ha fatti, ma se il buon giorno si vede dal mattino…(2) .
E a quelli che fanno la difesa d’ufficio delle parole del ‘Vescovo di Roma’ dico che spesso sembrano arrampicarsi sugli specchi e perciò rischiano di passare per ingenui. I loro distinguo nell’era della comunicazione globale sono del tutto ininfluenti in quanto quello che importa è quale messaggio arriva alle orecchie del popolo, non quale è stata l’intenzione magari buona di chi si è espresso. Mentre a quelli che attaccheranno dicendo ‘come ti permetti, il Papa non si critica, chi ti credi di essere’ dico che le loro parole sono irricevibili in quanto fino a ieri erano tra quelli che criticavano ferocemente Papa Benedetto XVI (3).
Magazine Diario personale
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