15 anni di carriera, 5 casacche indossate, 1088 partite di stagione regolare giocate, 15860 punti segnati, 7321 rimbalzi, 1988 assist, 1077 recuperi, 1445 stoppate; 14 apparizioni consecutive ai playoff, 177 partite disputate, 2384 punti messi a referto con 1099 rimbalzi, 264 assist e 225 stoppate. 4 All-Star Game giocati, unico nella storia NBA ad aver chiuso una stagione con almeno 100 triple e 100 stoppate; recordman di falli tecnici presi nella storia NBA. Ma soprattutto 1 titolo vinto!
Questo è Rasheed Wallace secondo le cifre, il che non dice nulla su che tipo di giocatore sia stato. Ho usato il tempo verbale passato perchè pochi giorni dopo aver perso la Finale NBA con i suoi Celtics contro i Los Angeles Lakers, Sheed ha dichiarato di aver chiuso con il basket giocato e di essersi ritirato definitivamente. Ora, tralasciando il fatto che è il mio giocatore preferito di sempre e che quindi potrei essere un po’ di parte, la mia domanda è: ma è mai esistito qualcuno come lui? Nel bene e nel male intendo? Talmente decisivo in tutto quello che ha fatto che è stato capace di portare alla vittoria del titolo i Detroit Pistons nel 2004, ma di farli perdere negli anni successivi.
Difensore capace come se ne sono visti pochi anche nella storia della Lega, grazie all’intelligenza e all’applicazione è sempre stato in grado di capire cosa doveva fare prima che qualcuno glielo dicesse, ma se da un lato la sua testa gli ha permesso di primeggiare per diverse stagioni, dall’altra l’ha affossato rendendolo un grande giocatore ma mai una stella assoluta quanto il suo talento gli avrebbe permesso di essere; il fatto di essere recordman di falli tecnici presi nella storia è un esempio di questa sua instabilità che l’ha fatto cacciare prima da Portland e poi in parte anche da Detroit.

Fisicamente, però, il nostro Sheed soprattutto nell’ultimo anno ha dimostrato di avere grossi problemi: le battaglie a cui ha partecipato l’hanno segnato e schiena e ginocchia gli hanno dato seri fastidi. Piuttosto che vederlo in grandissima difficoltà anche l’anno prossimo, allora, forse è meglio così, ricordarlo come protagonista anche in gara 7 di Finals contro i Lakers, gare decisive che sono sempre state il suo tallone d’achille ma che l’hanno reso quello che è stato: un grandissimo!