Il presidente della Repubblica ha ieri nominato quattro senatori a vita: Claudio Abbado, Renzo Piano, Elena Catteneo, Carlo Rupia. Nell’ordine un direttore d’orchestra, un architetto, una ricercatrice ed un Nobel per la fisica. Giorgio Napolitano non poteva fare meglio ed ha portato direttamente in parlamento tramite un istituto che se pur datato non è stato ancora abolito quattro personalità di indubbio spessore culturale che arricchiranno il dibattito nell’aula del Senato. Tra le scelte nessun politico, non Marco Pannella che con i suoi scioperi della fame ogni mese si ricopre di ridicolo e che per i suoi nuovi referendum sulla giustizia ha scelto come testimonial il pregiudicato Silvio Berlusconi (un po’ come scegliere per una campagna per la legalità il volto di Bernardo Provenzano). Non Gianni Letta eminenza grigia del berlusconismo e crocevia di trame sottobanco durante le ultime legislature. Non Eugenio Scalfari uomo nobilissimo anche se troppo schierato con il partito di Repubblica. Il presidente ha scelto lontano dalla politica, personaggi del mondo della cultura, non apertamente schierati, sicuramente però non vicini alla destra o al centro destra. Anche perché siamo tutti consci che quel poco di cultura che ancora produce il nostro paese nasce ed è prodotto in ambienti di sinistra, ed ogni buon intellettuale che ancora si sente tale, non può che definirsi anti berlusconiano ed anti laghista, cioè intellettualmente contro tutto il peggio che la destra italiana ha prodotto negli ultimi 20 anni. Cultura quindi cultura allo stato puro, e scienza, che da domani siederanno tra gli scranni del Senato. Cosa che in un paese che dovrebbe promuovere il bello e l’eccellenza in tutte le sue forme farà sicuramente bene, ad elevare il livello del dibattito pubblico. Come sempre da Daniela Santanchè ed affini sono fioccate immediatamente le solite polemiche, contro coloro che siederanno in Parlamento senza essere stati eletti ed a spese del contribuente italiano. I tipici attacchi, miopi, veementi e volgari che lasciano il tempo che trovano, e che fanno più onore ai destinatati di questi attacchi che non a chi li promuove. Ma cosa ci si può aspettare da Pdl e dalla Lega che nel 2006 accoglievano l’entrata nell’aula del Senato della senatrice a vita Rita Levi Montalcini con cori di insulti? A coloro a cui manca un minimo di bon ton istituzionale non si può chiedere di apprezzare la grandezza dell’opera per esempio di Renzo Piano che con i suoi edifici sparsi in tutto il mondo (dagli Stati Uniti alla Nuova Caledonia) ha portato lustro al nostro paese, e merita di sedere tra i banchi del Senato infinitamente di più di un Ciarrapico o di un Calderoli qualsiasi soprattutto se questi ultimi sono stati eletti tramite le liste bloccate del Porcellum e cioè scelti dalle segreterie dei partiti. Napolitano ci ha regalato un’ennesima prova della propria lungimiranza, meglio nobilitare le discussioni di Palazzo Madama, che ultimamente si impantana sempre sulla decadenza di Berlusconi con i volti del meglio dell’Italia, che non lasciare la scelta al prossimo presidente della Repubblica che avrebbe potuto nominare i soliti politici cotti e stracotti. Nella depressione politica attuale, la nomina di Abbado, Cattaneo , Rubia e Piano è un segno di discontinuità e speranza. Se poi i voti dei neo senatori si uniranno a sostegno di un potenziale Letta Bis che nascerà dopo la decadenza di Berlusconi, il fatto non può che essere salutato con sollievo, rappresenteranno infatti altri quattro voti contro la prepotenza del Cavaliere che si ostina a legare le proprie vicissitudini giudiziarie alle sorti dell’Italia e che ci vorrebbe portare al voto con l’attuale legge elettorale. In un parlamento futuro meglio avere più intelligenza e meno inquisiti e condannati, un segnale più incisivo non poteva essere lanciato.
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Senatori a Vita? Meglio Renzo Piano che Calderoli
Creato il 31 agosto 2013 da Societa' Critica @societacriticaPossono interessarti anche questi articoli :
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