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Senso di appartenenza all'estero

Da Mattiamusiello
Parlando con molte persone ho iniziato a pensare quale sia il vero problema del trovarsi bene o male in un determinato luogo diverso, con persone diverse e pur trovandosi bene a loro dire cè sempre una linea costante in secondo piano di mal contento.
Senso di appartenenza all'estero
Provo a cercare qualcosa su internet a riguardo, perché se il posto scelto gli piace, ma poi ho un feedback contrario non riesco a venirne a capo.
La Social Identity Theory
La SIT concettualizza il gruppo come luogo di origine dell'identità sociale: nell'uomo è spontanea la tendenza a costituire gruppi, a sentirsene parte ed a distinguere il proprio gruppo di appartenenza (ingroup) da quelli di non-appartenenza (outgroup), elicitando consequenzialmente dei meccanismi di bias cognitivo ed un comportamento di favoritismo per il proprio gruppo (e l'inverso per gli outgroup).
Ho trovato delle parole di Pirandello su Uno nessuno centomila
La solitudine non è mai con voi; è sempre senza di voi, è soltanto possibile con un estraneo attorno: luogo o persona che sia, che del tutto vi ignorino, che del tutto voi ignoriate, cosí che la vostra volontà e il vostro sentimento restino sospesi e smarriti in
un'incertezza angosciosa e, cessando ogni affermazione di voi, cessi l'intimità stessa della vostra coscienza. La vera solitudine è in un luogo che vive per sé e che per voi non ha traccia né voce, e dove dunque l'estraneo siete voi.
[…...]
L'idea che gli altri vedevano in me uno che non ero io quale mi conoscevo; uno che essi soltanto potevano conoscere guardandomi da fuori con occhi che non erano i miei e che mi davano un aspetto destinato a restarmi sempre estraneo, pur essendo in me, pur essendo il mio per loro; una vita nella quale, pur essendo la mia per loro, io non potevo penetrare, quest'idea non mi diede piú requie. 
Ultima piccola cosa da Wikipedia
Molte persone sono orgogliose del gruppo in cui si identificano, che fornisce loro un senso di appartenenza ad una comunità, e per converso tendono a nutrire un rifiuto per i gruppi che considerano esterni o altri, in misura variabile in base al grado di vicinanza o lontananza dell'altro dal proprio. Sono quindi presenti due aspetti dell'identità.
Ci ho pensato molto e questa cosa del senso di appartenenza non è una cosa da sottovalutare quando si espatria, anzi può' diventare un fattore determinante per la permanenza e questo va oltre al lavoro, alla casa, alla macchina o alla paga che prendi a fine mese, questo è il perno del dell'espatrio a mio parere.
Ho notato che è una cosa molto relativa da persona a persona, dal suo passato e dalle sue abitudini e da cio' che ha ritenuto giusto e sbagliato nella vita, ma cosa fondamentale è il suo senso di appartenenza al gruppo "italia" o in specifico dove lui preferiva localizzarsi con "la mia vita", "la mia casa", "i miei amici", più' forte era il senso in patria più' all'estero ci si deve sforzare o cercare di capire dentro, cosa cambiare e cosa aggiungere.
Espatriare significa apprendere del nuovo e doverlo fare un po' nostro e non significa perdere la nostra identità, questo lo dico perché ho letto molti commenti nei gruppi di Italiani all'estero e la paura più' grande per alcuni è che "integrandosi" si perda cio' che siamo.
Ritengo questa cosa inutile come paura, noi saremo sempre "noi" o quello che chiamano "l'Italiano" ma sta a noi giocarci questa carta in modo buono e utile al nuovo gruppo a cui abbiamo mirato come "nuova casa".
Dopo aver selezionato e mirato una nuova nazione, dove noi andando li ne facciamo una scelta sottintesa come "nuovo gruppo di appartenenza" la parte più' difficile è quella iniziale, non sapendo la nuova lingua in questo caso o le loro abitudini ci sentiremo fuori dal contesto, ma sarà nostro obbligo e coerenza con la scelta fatta di sforzarci ad inserirsi, cercando situazioni, feste o persone con cui iniziare a creare un Network locale e mirare a un nuovo gruppo di appartenenza.
Vivere la nuova nazione "scappando" da molte cose che sono "locali" è un farsi del male e non coerente con la scelta di espatrio nella nuova terra, va bene essere scappati per lavoro o per amore, ma se poi il nuovo gruppo ci diventa persino ostile si rimarrà ai lati e a frequentare persone che come noi, vivono una mezza scelta e rimangono in bilico tra "eh se potessi  me ne andrei" e il "questi locali non capiscono un cazzo".
Ripeto come su ogni articolo, valutate bene la nazione in cui volete espatriare, va bene il lavoro, i soldi e le scuole ma tendiamo a dimenticarci che poi sarà la nostra nuova casa e nuovo gruppo a cui fare parte.
Siamo il 12 Settembre e qui iniziano ad arrivare le prime comunicazioni per l'organizzazione della festa del Natale a scuola della mia bambina, con menu, tabulati, conteggi dei soldi, incontri e suddivisione dei compiti tra genitori.
Si è la mia Nazione preferita :D eh eh
Vi ses,
Mattia
Su questo argomento ti puo' interessare questo articolo sullo Shock Culturale, tematica consecutiva o parallela a questa appena trattata.
http://mattiamusiello.blogspot.dk/2012/10/shock-culturale-vivere-allestero-sereni.html


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