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Sentite Oriali: ” Jose’ ha ragione Mancini, lui ha cambiato l’Inter” e poi sullo Special One dice: ” Un uomo di ghiaccio che piange”

Creato il 26 febbraio 2014 da Tuttocalcio @cmercato24h

orialiLele Oriali racconta dei momenti vissuti all’Inter.

All’indomani della piccola polemica Mancini-Mourinho dove il primo ha detto che il Triplete di vinto dallo Special One e’ sopratutto merito suo, perche’ ha incominciato il lavoro e cambiato la mentalita’ dell’Inter (cosa in parte vera), mentre il portoghese ha risposto con un semplice ”mi fa ridere”.

Oggi la bandiera neroazzurra, ed ex dirigente neroazzurro, che ha lavorato con entrambi gli allenatori, fa un po’ piu di chiarezza, e guardate un po’ cosa ne viene fuori:

Di Mancio mi colpì subito la competenza. Fu lui a suggerire l’acquisto di gente come Maicon, Cambiasso, Julio Cesar, Stankovic. Garantiva che quei giocatori che costavano cifre normali avrebbero lasciato il segno nella storia dell’Inter. Roberto è un allenatore-presidente. Mette un mattoncino al giorno. Lo sta facendo anche nel Galatasaray dove ha appena fatto ingaggiare un talento come il brasiliano Alex Telles. Ha ragione a dire che il Triplete di Mourinho è figlio anche del suo lavoro”.

Moratti stava per cacciarlo dopo una sconfitta a Cagliari.
E lui lo convinse a confermarlo garantendogli che avrebbe vinto lo scudetto. Non parlava per difendere la panchina o lo stipendio. Ne era convinto. Una sicurezza che contagia i suoi interlocutori”.

Cosa l’ha colpita del lavoro del Mancini allenatore?
La ricerca della qualità. Mancio costruisce squadre nelle quali si divertirebbe a giocare”.

C’è un episodio simbolo del suo ciclo nerazzurro?
Ultima partita di campionato, Parma-Inter. La lotta per il titolo era ancora aperta. Mancio lavorò una settimana per recuperare Ibrahimovic, reduce da un infortunio. Gli parlava. Lo incoraggiava. Ricordo che quando, a partita in corso, decise di mandarlo in campo Ibra lo guardò fisso negli occhi e gli disse: “Okay mister, mi hai convinto, ora entro e segno un paio di gol”. E’ come se Mancini avesse servito due assist a Zlatan. A proposito di grandi giocatori: Roberto è quello che ha gestito meglio Balotelli”.

Passiamo a Mou.
Sembra un uomo di ghiaccio, invece l’ho visto piangere dopo la vittoria in Champions. Noi stavamo partendo per tornare a Milano, lui aveva un appuntamento con il Real Madrid e, davanti al pullman, non riuscì a trattenere le lacrime. Mourinho ha le sue debolezze, ma preferisce nasconderle’‘.

Qual è il punto di forza dello Special One?
Lui crea il fortino. Chi è dentro è coinvolto al 110%. Nella finale contro il Bayern ero sicuro che avremmo vinto perché loro in campo erano in undici, noi in trenta. Insieme a Sneijder, Zanetti e compagni c’erano anche le riserve, i componenti dello staff tecnico, i medici, i massaggiatori”.

Mourinho parla dell’Inter come di un vecchio amico.
Lui è un romantico. Voleva tornare al Chelsea ed è tornato. Un giorno lo rivedremo sulla panchina dell’Inter’‘.

Cosa ricorda del mitico Triplete?
Un mese prima Mou mi disse: “Lele, noi faremo la storia”. Ne era sicuro. E convinceva tutti. La sua frase ricorrente era: “Andiamo in cima al mondo”. L’ultima volta che l’Inter aveva vinto la Coppa dei Campioni c’era ancora la televisione in bianco e nero’‘.

Mourinho aveva voluto Eto’o.
E lo ha convinto a fare anche il terzino. Alla fine Samuel quasi si divertiva a fare quel ruolo. Incredibile. Ora nel Chelsea lo ha riportato in attacco. Mourinho entra nella testa dei giocatori. Li fa innamorare”.

E’ successo anche con Sneijder.
Una volta gli disse: “Ti vedo stanco, vai tre giorni al mare con tua moglie”. Wesley pensava a uno scherzo. Invece era tutto vero. Sneijder andò tre giorni in vacanza a Ibiza e quando tornò ricominciò a fare miracoli. L’olandese disse: “Sarei pronto a uccidere e a morire per Mou”. Lo Special One ha restituito al calcio il miglior Sneijder. Vi ricordate che nel Real andava spesso in panchina. Anche Mancini è innamorato di Wesley”.


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