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SENZA NOMESiamo ancora un paese dove i rappresentanti del governo all'indomani di una roncolata nelle gengive hanno la faccia di cercare di farsi passare quasi per vincitori, vedi ieri quel fardone di casino vestito a festa della Santanché; ormai dovrebbe partire il classico coro "scemi, scemi" ogni volta che aprono bocca, col cazzo che sciupo le monetine.
C'è un fondo di Lidia Ravera che parla di "popolo senza nome".
E che questo "popolo senza nome" ha deciso di far sentire la propria voce, decidendo il risultato del Referendum.
Non so se l'osservazione può apparire capziosa, ma questo "popolo senza nome" è il secondo partito d'Italia a tutti i giri elettorali e mi risulta strano che soltanto quando le voci "istituzionali" dell'opposizione istituzionale se ne accorgono e quando questi è messo in condizione di poter dire una parola chiara, questo popolo abbia un riscontro mediatico.
Quel popolo la propria voce la sta usando da anni, non facendosi rappresentare da questa classe politica e scegliendo di non votare nessuno dei partiti che si presentano alle elezioni.
Guardatevi le percentuali di astensione, bianche, nulle, invalidate e graffitate.
Mai andati sotto il 30%. Siamo una potenza.
Allora, al di là delle sofisticate analisi di mezzibusti, politicanti, sondaggisti, figurine e portieri del Benevento la realtà è che l'unico messaggio incontrovertibilmente chiaro dato dalle ultime due consultazioni elettorali é.
VI DOVETE LEVARE DAI COGLIONI.
Ma non solo questo governo di pagliacci, tutti. Opposizione compresa.
Perché é ora di cominciare a fare due conti. Il Buffo Omino di Arcore comincia a sentire sul collo il fiato della Storia. Ma ai suoi sodali travestiti da oppositori non penso vada riservato un trattamento migliore.
Senza andare troppo lontano a cercare finanziamenti Fininvest al giornalino dell'area migliorista del PCI (alla cui testa c'era un certo Giorgio Napolitano), o bicamerali-burletta che hanno di fatto rafforzato in modo decisivo il Buffo Omino, o Veltroni (basta la parola): vorrei far notare al gaudente popolo del referendum che il signor Bersani, prima di fiutare l'aria che tirava, pontificava di privatizzazione dell'acqua col suo solito pacato eloquio da parroco brillo di Sangiovese.
Che la corrente dei nuclearisti nel PD è tutt'altro che sparuta, che al concerto del Primo Maggio gli artisti hanno dovuto firmare una liberatoria affinché non pronunciassero discorsi in cui si facesse riferimento ai referendum, che la RAI (cioè il servizio pubblico pagato dagli utenti) ha conclamatamente ed ignobilmente sabotato questi referendum senza che nessuna delle bocche ad idrovora in quota PD si sentisse in dovere di fare alcunché. Che i messaggi arrivati dai media di fonte PD vedono le solite trite richieste di dimissioni alle quali perfino il Berlusconi attuale risponde a pernacchie mentre prima D'Alema si stizzisce perché c'è chi vorrebbe elezioni subito ("primitivismo politico" dice), poi un'altro figurino piddino di cui ho rimosso il nome ieri in TV che ha la faccia di affermare che "Berlusconi deve governare fino al 2013 perché deve arrivarci logorato". Non da voi, sicuro.
E' un dato di fatto che questi qua non rappresentano nessuno se non il giro di interessi delle loro cricche.
E' un dato di fatto che gli interessi di questa gente e delle loro cricche non coincidono MAI con quelli dei cittadini.
In tema di energia, in tema di lavoro, in tema di servizi, in tema di politiche sociali.
Allora se veramente il popolo senza nome può avere una voce, e se quando questa voce si alza immediatamente altro popolo si aggrega perché ha finito di tapparsi il naso e finalmente vuole urlare, è il momento di prendere il coraggio a quattro mani e dire a questi signori che devono andarsene. E pagare il conto.
I Berlusconi, i Tremonti, gli Alfano, i La Russa, i Gasparri e tutto il circo Mediaset
ma anche
i D'Alema, i Veltroni, le Finocchiaro, i Letta e i Bersani.
Via. Raus. A lavorare.
Proprio ora che la sedicente opposizione sta già guardando voluttuosamente quelle poltrone su cui sono seduti i culi dei servi del Buffo Omino di Arcore.
Non serve un comitato d'affari che ne sostituisce un altro.
Questo non è il momento di sedersi a festeggiare, è il momento di urlare più forte. http://iofuoridalcoro.blogspot.com/feeds/posts/default?alt=rss
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