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Senza pace

Creato il 29 agosto 2013 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Senza pace

Anno: 2012

Distribuzione: Cinematografo Poverania

Durata: 90′ 

Genere: Commedia

Nazionalità: Italia

Regia: Collettivo Cinematografo Poverania

Data di uscita: 21 Agosto 2013

“Un film contro i rapporti a due”. È questa la definizione che più mi ha spinto ad andare a vedere questo esperimento di cinema no-budget, terzo progetto realizzato dal collettivo Cinematografo Poverania. “Un film finto come la vita”, recita la locandina. La forza del film risiede tutta nei due personaggi principali. Lui, intepretato dall’attore non professionista Max Pica, è un rozzo pony express sui quarantacinque con l’hobby della pittura, residente da sempre al Pigneto. Lei, interpretata dall’attrice professionista Roberta Bizzini, è una giovane e affascinante straniera proveniente da Bruxelles dai modi fini e garbati, che fugge da una storia pesante con un uomo sposato. Il destino li fa incontrare, scontrare, amare ed infine lasciare, nell’arco di poco tempo.

Senza pace restituisce in maniera naive e senza ipocrisie, il ritratto di uno stile di vita che si muove tra aperitivi equi e solidali e cene durante le quali si scontrano visioni del mondo riguardanti il finanziamento del cinema da parte dello Stato: “E allora la ceramica? La finanziamo? E la pittura?”, ripete il protagonista, notevolmente innervosito dallo sceneggiatore di turno che difende la sua casta, e aggiunge: “I turisti vengono per vedere le opere d’arte del passato, mica i film sulla mafia, sull’immigrazione e sui primi turbamenti sessuali”. L’ironia sferzante del protagonista continua quando conosce la ricca volontaria di una Ong, la quale afferma di “avere viaggiato molto ed avere visto molte ingiustizie”, cosa che le ha fatto intraprendere la strada del volontariato. Il protagonista risponde: “Io non ho viaggiato per niente, ma di ingiustizie ne ho viste tante, qui al Pigneto, a Centocelle, al Quarticciolo”. Il gruppetto di amici passerà da una barca al largo dell’isola di Filicudi, ospiti della ricca volontaria, ad una festa di cinematografari su di una ricca terrazza romana.

A caratterizzare tecnicamente tutta la pellicola, è l’utilizzo smodato di un green screen fatto in casa, ma i cui risultati donano alla narrazione quel sollazzevole senso di finzione tra il retrò e il ricercato, che viene aumentato dalla scelta della desaturazione unita ad una grana diffusa. Pochissime le scene completamente girate dal vivo, pochissimo il colore, riservato alle scene tra i due innamorati felici. Molti i difetti se volessimo essere rigidi con questo film, ma in realtà trattasi di un “filmoide”, come lo definisce il principale promotore dell’iniziativa Fabio Morichini. Un film completamente prodotto con il solo scambio di risorse professionali e girato nei capannoni del Forte Fanfulla. Un vero prodotto duro e puro che si guadagna a pieno titolo la definizione di cinema indipendente.

Fabio Sajeva


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