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Senza pensare a nessuno

Da Marcofre

Diceva Raymond Carver:

 

Cerco di scrivere ogni racconto meglio che posso senza pensare a chi influenzerò o a che tipo di impressione farò.

 

È giusto? Sbagliato? In fondo non è facile mettersi a scrivere e non pensare a chi ci leggerà.

D’altra parte lo scrittore statunitense ci dice:

 

Cerco

 

Quindi non è che ci riesca davvero. Però di certo credo che sia impossibile, almeno per me, scrivere con in testa qualcuno.

Quando rileggo, allora sì che emerge anche un lettore. È un tipaccio che non presenterei a nessuno. Sghignazza sempre.

Ma prima non può esserci spazio per nient’altro che la storia. Credo sia al di là delle mie capacità, riuscire a pensare all’impressione che farò. Dopo ci penso, e quando per esempio qualcuno mi dice che trova i miei racconti “angoscianti”, tiro un sospiro di sollievo.
È quello che volevo.

Celebrare le erbacce, è l’obiettivo che dovrebbe perseguire chi scrive.
Se dovesse pensare all’impressione che farà, dovrebbe spostare l’obiettivo verso qualcosa di differente. Non le erbacce, ma le lussuose vite che sfrecciano sulla strada, accanto alle erbacce.

Oppure la gioia a comando, tipica di certa televisione.

 


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