Stato e mercato non sono però entità l’una all’altra alternative. Storicamente abbiamo assistito all’esistenza di sistemi economici collettivisti le cui capacità produttive sono risultate meno efficienti dei sistemi di mercato. La riprova ci è offerta dalla Cina. Non appena i cinesi hanno buttato alle ortiche Carlo Marx la loro economia è fiorita crescendo a ritmi stupefacenti. D’altro canto, un libero mercato privo delle tutele giuridiche e dei meccanismi di sicurezza interna ed esterna garantiti dallo stato sarebbe impensabile. Senza i poteri pubblici che la sorreggano l’economia di mercato non esisterebbe.Inoltre, per quanto possa sembrare paradossale, lo statalismo incuba i germi antistatalisti nel suo stesso ventre. L’aumento della spesa pubblica non dona infatti rose e fiori a tutti. Al di là degli effetti nefasti di sprechi e inefficienze ad opera dei sempre più vasti apparati politico-burocratici, è la forza stessa dei numeri a porre limiti invalicabili alla finanza allegra e a provocare contraccolpi.Per capirlo basta gettare un veloce sguardo a quanto accaduto negli ultimi cento anni.Fino ai primissimi anni del Novecento le spese pubbliche ammontavano a malapena al quindici per cento del reddito nazionale, eccezion fatta per i periodi di guerra. Oggi, incluse le pensioni, si supera tranquillamente il cinquanta per cento. Le maggiori spese sono state finanziate accrescendo via via la pressione fiscale, nonché il debito pubblico.Nessuno stato ha però una capacita indefinita di indebitarsi, come dimostrano le recenti vicissitudini di Argentina e Grecia. Né si possono aumentare illimitatamente le tasse senza sconquassare i sistemi economici e moltiplicare il numero dei disoccupati, e la prova ce la forniscono le recenti cronache di Spagna, Italia, Francia, Irlanda, Portogallo.Se gli stati attuano politiche di bilancio dannose per gran parte dei loro cittadini, costoro prima o poi vengono assaliti dalla nausea e cominceranno a porsi domande angosciose. Con il tempo sapranno anche darsi delle risposte. Si convinceranno cioè che il miglior modo per proteggersi da troppo stato è meno stato, e voteranno di conseguenza.




