Senza rimedio

Avete presente quei concetti banali, quelle frasi così scontate che, per un motivo o per l'altro, finché non le sentite pronunciare da qualcuno vi sembrano pensieri quasi inesistenti? Non so se riuscirei a spiegare questa roba, però è così. Avevo già passato i 20 quando una cara amica, allora certo qualcosa di più, disse, in un periodo luttuoso della sua esistenza, ad una sua compare di vita che "solo alla morte non c'è rimedio". E' scontato, lo so, ma proprio per questo è un'ovvia verità, tanto che suona fin troppo triste. Forse è per questo che molti di noi sono ancora al loro posto, nonostante tutto. Perché dentro sanno che un rimedio, volendo, esiste per tutto e che finché c'è vita... no, non è questione di speranza. Ma di crederci e di battersi. Oggi è una giornata di ricordi, non per me, anche per me, soprattutto per la persona che amo. E' così, si va in empatia, si ricorda. E basta, senza dirsi niente, senza aggiungere nulla. Forse è il periodo che mi ha spinto a vedere in modo drammatico, estremamente drammatico, uno dei tanti fatti di nera che avvengono ogni giorno. Mi scuserete, ma io trovo la storia delle gemelline Livia e Alessia sconvolgente, una ferita al cuore, un dramma di una tristezza infinita. Ed anche se mi rendo conto che il mondo, forse anche la sola Italia, è pieno di queste storie o di vicende simili, oggi non mi smuovo nemmeno di un centimetro per le dimissioni dello zio di Ruby e rimango lì, a fissare quei due visini sorridenti sottratti al mondo da pura follia. Poi c'è il resto, quello che si può dire e quello che non si può dire. E il ricordo di Giulia, che poi non è poco. Ed io sono qua a pensare che per quello non c'è rimedio, ma che la voglio ricordare e che sono ancora qua, s questa sedia, con questa tastiera e questo monitor, perché mi sono battuto. Per qualcosa, in un certo senso, so di averlo fatto. Non c'entrano nulla, Livia, Alessia o Giulia ora. Però mi sento molto triste e molto stanco per tutto questo. E mi andava di dirlo.