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Separazione e divorzio: dalla parte dei figli

Da Rossellagrenci
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SEPARAZIONE E DIVORZIO: DALLA PARTE DEI FIGLI

Non è facile parlare di Separazione e divorzio. Oggi voglio farlo riportandovi parte di un articolo uscito nel 2005 su Uppa, rivista pediatrica.

Separazione e divorzio sono situazioni penose e difficili da gestire, per tutti: genitori e figli. Avere alcuni punti fondamentali di riferimento può forse, almeno un poco, facilitare le cose.
È tassativo che nella mente dei genitori siano ben distinti i due piani dei rapporti: quello degli adulti fra di loro e quello dei bambini fra di loro. Quando gli adulti hanno a che fare con i bambini, stabiliscono un rapporto che non è, né deve mai essere, paritario. Tra di loro, ovviamente, gli adulti possono richiedersi e donarsi reciprocamente sostegno affettivo, con vantaggio per entrambi. Ed è pure ovvio che è buona cosa se gli adulti sono disponibili a fornire sostegno affettivo ai bambini. Ma, viceversa, è fonte di grossi guai per i bambini quando essi sentono che sono gli adulti a chiedere sostegno affettivo a loro (ai bambini), soprattutto se a richiedere è uno o sono entrambi i genitori. I bambini, inevitabilmente, si sentono sovraccaricati di un compito per loro sproporzionato (consolare un adulto, consigliare un genitore, orientare su scelte “da grandi”), che li fa sentire – giustamente – insicuri e incapaci.

Fra due fuochi. Quando i due coniugi si separano, invece, purtroppo è facilissimo che l’uno, l’altro o entrambi arrivino a utilizzare il figlio per i loro scopi (anziché continuare a essergli dedicati), usandolo addirittura come arma, aizzandolo contro l’altro, convocandolo come alleato, erigendolo a giudice, o sottraendolo al partner per fargli dispetto. Sono comportamenti pesanti che hanno gravi conseguenze sullo sviluppo della mente del bambino. Trovandosi tirato in mezzo in una guerra – che è guerra di coppia – il bambino accentuerà le proprie fantasie che sia colpa sua se i genitori non vanno d’accordo, se si separano e se non riescono a tornare a stare insieme come una volta. Di lì in poi, gli sarà difficile guardare a se stesso e al proprio futuro con sufficiente fiducia, dato che si sente, inevitabilmente, un fallito proprio nel compito che si presenta come fosse il più importante della sua vita. Compito che si sente assegnato direttamente dai genitori, che per lui sono, fra tutte, le persone più importanti che possano esistere.

Un compito insostenibile. Il bambino non lo sa che il compito di tenere insieme i suoi genitori è per lui impossibile e che esso compete solo a loro due.
Bisogna evitare del tutto di affidargli questo compito, anche in forme mascherate, prima di tutto perché non gli compete. Ma bisogna anche non richiedergli di essere consolati o risarciti da lui se le cose col proprio partner amoroso vanno male.
Certamente i due partner amorosi in crisi hanno anche bisogno di farsi consolare, ma devono rivolgersi ad altri adulti per questo, lasciandone fuori i figli. E così è bene che non si chieda ai figli consiglio su che cosa fare, su come gestire il rapporto col partner o, peggio ancora, con gli avvocati o col giudice. Il bambino, nonostante ogni apparenza (“È saggio come un ometto”; “È la mia migliore amica, una vera donnina”), si trova, dentro di sé, letteralmente distrutto dall’angoscia, perché davvero non sa cosa sia realisticamente un rapporto amoroso fra adulti, mentre si sente chiamato a farne da regista.

Conviene sapere che, sì, è meglio se i genitori stanno insieme e si vogliono bene; ma che è un vero disastro se essi cercano di stare insieme “per le creature”. È certo, infatti, che, se stanno insieme per i figli e non per loro stessi, prima o poi quei genitori gliela faranno pagare salata, ributtando sui figli la responsabilità delle loro frustrazioni e la colpa dei loro immensi sacrifici. Il fatto è che i figli – conviene ribadirlo – non c’entrano proprio nulla nella gestione del rapporto amoroso fra i coniugi. Derivano da esso, ma stanno su un altro piano.
Per i figli, la separazione della coppia genitoriale è sempre una tragedia, così come lo è per i due partner della coppia, del resto. Una tragedia affrontabile, però, soprattutto se si viene aiutati ad affrontarla.

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