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Sergio Zappelli, Carneval Darsena – “Polpi, maschere, musica e via!”

Da Paolorossi

Viareggio - Carneval Darsena annii 70/80

Viareggio – Sfilata di una mascherata al Carneval Darsena in una fotografia degli anni ’70/’80

Il 24 febbraio 1979 il quotidiano “L’Unità” presentava l’inizio della nona edizione del baccanale del Carneval Darsena con questo articolo di Sergio Zappelli:

Darsena, ora tocca a te! Così titolava il 3 marzo ’73 il giornale ufficiale della Repubblica di Darsena in carnevale – ovverosia, per chi avesse più difficoltà a distinguerla, la «Repubblica del Polpo». Stasera prende il via il 9° baccanale. La «Repubblica della Darsena» dopo vicissitudini che hanno messo in forse la realizzazione della festa rionale, è riuscita a superare le difficoltà e sarà quest’anno in campo con il suo esercito di cuochi, di pentoloni, di maschere per scrivere un’altra pagina della sua storia che ha raggiunto quasi i 2 lustri. Nel 1971 la prima festa rionale, da un’idea di pochi, che volevano realizzare qualcosa di diverso dal carnevale della «passeggiata», qualcosa di meno ufficiale e compassato che fosse una via di mezzo fra una sbicchierata in famiglia ed una «sagra paesana».

«Carnevale a Rio…ne», fu il titolo della prima edizione del baccanale – questa è la dizione «ufficiale» per definire la festa – e già da questo si può intuire a quale modello volessero riferirsi gli organizzatori: il carnevale nelle strade di Rio De Janeiro. D’accordo il raffronto può sembrare irriguardoso, ma lo spirito e l’entusiasmo dei «carnevalari» di darsena poco aveva da invidiare al «calore» sudamericano.

Dalla seconda edizione del «Carneval Darsena» furono addirittura cambiati i nomi alle strade che attraversano il quartiere: Via Coppino, Via Savi, Via Virgilio, Piazza Viani, divennero l’Avenida Do Carnaval, Via Delle Maschere, Via Dei Veglioni, Piazza Burlamacco, ecc… sul ponte Girante che dalla Piazza Del Comune porta alle darsene, scavalcando il canale «Burlamacca», venne issato il simbolo della «Repubblica» il polpo rosa mascherato a otto tentacoli, in campo verde.

La tradizione è continuata fino ad oggi: un cartello dà il benvenuto agli « stranieri » che varcano il confine della «Repubblica», indicando la data della festa rionale ed il tema sul quale si svolgerà. Infatti una delle novità delle ultime manifestazioni è costituita da un soggetto che viene dato per le mascherate che sfileranno nei tre giorni del baccanale. Quest’anno saranno le «TV follie», l’anno passato fu «Carneval music in darsena hall», l’anno precedente le mascherate dovevano ispirarsi a pellicole cinematografiche.

Le serate del carnevale in darsena – come in tutti gli altri rioni del resto – non sono solamente sfilate di maschere e complessi musicali, ma anche occasioni per gustare una cena all’aperto fornita dalle cucine del «Carneval Darsena». E cosa poteva offrire di caratteristico la « darsena » se non il pesce? Riso con le seppie, polpo lesso marinato, gran frittura, questi sono i piatti base del menù. La «Trabaccolar cooking» – cucina trabaccolara, e cioè della vasta colona di abitanti di San Benedetto del Tronto, così chiamati dalla tipica imbarcazione con la quale all’inizio del secolo pescavano, che da sempre abitano e lavorano nel quartiere – fornisce diligentemente da mangiare a decine di migliaia di persone che affollano il baccanale.

Alcuni dati relatii ad un’edizione passata danno la misura del lavoro a cui sono chiamati i « carnevalari »: 600 chilogrammi di riso, 24 quintali di polpi, 18 quintali di frittura, 2 tonnellate e mezzo di pane e via dicendo. Nei suoi nove anni di vita il baccanale ha trovato via via espedienti, trovate per mantenere vivo l’interesse.

Ogni anno di più gli uomini addetti ai servizi si sono specializzati per rendere sempre accogliente l’ambiente del baccanale. Le cucine, piene di personaggi caratteristici hanno tenuto fronte agli assalti di un numero sempre maggiore di visitatori; le sfilate delle maschere sono state arricchite di nuovi espedienti; sono state organizzate mostre-mercato del vino, concorsi eno-gastronomici, l’addobbo si è via via affinato – rasentando il «perfezionismo».

[…] Abbiamo parlato così a lungo della festa in « Darsena » anche in ragione del fatto che qui è nato nel 1971 un modo nuovo di fare «carnevale». Più a contatto con la gente, che poi si è diffuso in tutta la cittù di Viareggio.

( Sergio Zappelli , Polpi, maschere, musica e via! –  “L’Unità” del 24 febbraio 1979 )

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