“Vogliamo l’energia del sole, vogliamo l’acqua come diritto
perché abbiamo scelto la vita e non il profitto”.
La produzione di energia deve avvenire nel modo meno impattante possibile rispetto all’ambiente e all’uomo. Deve utilizzare fonti energetiche rinnovabili e a basso impatto come quella solare ed essere vincolata al fabbisogno effettivo della collettività, deve essere funzionale e sufficiente a soddisfare i bisogni della comunità e per questo deve essere a tutti accessibile e non essere invece oggetto di mera speculazione o merce per fare profitto da parte dei grandi gruppi e dalle multinazionali dell’energia. La produzione di energia intesa come bene e servizio per la collettività non può mettere a rischio le popolazioni dei territori su cui insistono progetti e impianti di produzione energetica. Il processo di produzione di energia deve essere supportato da validi strumenti di partecipazione attiva e democratica che garantiscano informazione, trasparenza e rispetto della volontà popolare sia nel momento della scelta politica sia durante tutte le fasi di realizzazione della produzione stessa.
Gli impianti di stoccaggio di Cornegliano Laudense, Romanengo, Sergnano, Bagnolo Mella, Settala e Bordolano coinvolgono un territorio che comprende 80 comuni e una popolazione di 700.000 abitanti.
Gli stoccaggi di metano esistenti sul nostro territorio e quelli in progetto devono essere bloccati in quanto nati senza percorsi partecipativi rispetto alla popolazione che vive nei territori dei siti (nonostante la normativa Europea lo imponga).
Sono progetti nati senza una corretta ma soprattutto indipendente informazione preventiva fatta sia agli amministratori locali che ai cittadini.
Spesso i progetti presentano lacune in materia di sicurezza: assenza, superficialità o mancata pubblicizzazione alla popolazione dei piani di emergenza; sottovaluzione degli effetti sul clima, sull’inquinamento atmosferico, sulle falde acquifere e sulle acque superficiali; sottovalutazione degli effetti sui territori sismici e degli effetti della sismicità indotta provocata dall’attività di immissione, pompaggio e incremento di pressione dello stoccaggio di metano.
Spesso gli impianti di stoccaggio coinvolgono anche siti ambientali protetti o soggetti a tutela, oppure sorgono nelle vicinanze di aziende a rischio di incidente rilevante o in zone sismiche.
Questi sono tutti elementi che comportano pericolosità diretta per la popolazione, danni ambientali e possibili danni al patrimonio storico artistico.
Per queste motivazioni
il Comitato Acqua Pubblica del Territorio Cremonese
aderisce e sostiene la partecipazione alla manifestazione organizzata dal comitato NO GASARAN a Sergnano (CR)
sabato 11 maggio 2013 ore 14.30 contro l’attivazione e l’ampliamento di impianti di stoccaggio di metano e contro le trivellazioni per la ricerca di idrocarburi.