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SERIAL LOVERS: Love/Hate- il Romanzo criminale irlandese

Creato il 18 dicembre 2013 da Fascinationcinema

Il Romanzo criminale irlandese

9810d1374686733t-love-hate-beginning-channel-5-lhImmaginatevi un Romanzo criminale – La serie ambientato, anziché nella Roma degli anni ’70/’80, nella Dublino dei giorni nostri, in “dublinese” stretto invece che in romanesco ma girato con altrettanta cura per i dettagli, lo stile, le inquadrature e le musiche. Immaginatevi un intenso Aidan Gillen, l’attore irlandese di The wire e Game of thrones, che fa il boss in stile Libanese, con un piano simile ma al passo con i tempi, che ricorda la parodia della Guzzanti La Banca della Magliana: invece di “pijamose Roma”, John Boy, capo di una prominente banda di trafficanti di droga, sostiene che l’Irlanda è fottuta per i prossimi dieci anni, questo è l’unico modo per far soldi, fare soldi e poi tirarsene fuori. La gente si svenderà di tutto, case, terreni, tutto quello che ti serve sono i soldi per acquistarli. Stavo pensando di metter su una banca tutta mia… Personaggio chiaramente basato sul famoso gangster irlandese Martin “Marlo” Hyland, John Boy, invece che nella villa del Terribile, vive in un lussuoso e modernissimo appartamento con terrazza sul tetto e sfoggia in salotto un grosso irriverente quadro dell’Ultima Cena dove, al posto di Gesù, è ritratto il fratello morto Hughie che sniffa cocaina. Ma come er Libano che diceva “è meglio fasse guarda’ le spalle dai traditori nati che da un falso amico”, anche John Boy ha accanto un socio fidato e senza scrupoli che, con una scalata sociale che ricorda quella del Dandy, lo tradirà e prenderà il suo posto diventando il famigerato King Nidge, interpretato dal bravissimo attore irlandese Tom Vaughan-Lawlor, ancora sconosciuto in Italia ma che per questo ruolo si è già aggiudicato due Irish Film & Television Awards. Dulcis in fundo, aggiungeteci uno pazzo e leale quanto il Bufalo, sinistro, taciturno e sentimentale come il Freddo ma con la faccia angelica di Robert Sheehan il quale, abbandonati i folti riccioli e la famosa tuta arancione di Misfits che rese celebre i suoi tempi comici, si fa crescere il pizzetto e ci mostra un lato ancora sconosciuto del suo talento recitativo: il criminale, quello vero. I fan di Misfits riconosceranno anche la promettente attrice etiopico-irlandese Ruth Negga, che sarà la sua compagna nelle prime due stagioni, in una tormentata storia d’amore.

Love/Hate

Robert Sheehan

Si chiama Love/Hate, è una serie televisiva, diretta da David Caffrey, prodotta e mandata in onda dalla rete nazionale irlandese RTÉ One dal 2010 e ad attualmente alla quarta stagione. Il creatore, il quarantenne irlandese Stuart Carolan, aveva in passato lavorato in produzioni televisive, ma quando l’ultimo programma in cui era coinvolto fu chiuso, decise di dedicarsi alla scrittura: “Smisi di bere per due anni” – racconta – “Non volevo passare le giornate a letto a pensare sono uno scrittore”. Una delle sue commedie teatrali gli valse allora un George Devine Award come commediografo più promettente d’Inghilterra e Irlanda nel 2005. “L’idea iniziale nacque dai racconti di mia madre” – dice a proposito di Love/Hate “che lavorava come infermiera al pronto soccorso, dove spesso arrivavano giovani accoltellati o con ferite d’arma da fuoco e diceva che c’era sempre poca compassione per loro. Diceva che i suoi colleghi e le guardie li chiamavano canaglie ma per lei, qualunque cosa avessero fatto, erano pur sempre i figli di qualche madre.” “Mi era stato spedito il copione perché Stuart Carolan è un vecchio amico della mia agente” – ricorda Robert Sheehan – “Quando lo lessi per la prima volta, nel mio trailer mentre giravo Misfits, pensai ‘Cazzo, è stupendo!’. Meglio di qualsiasi altra sceneggiatura irlandese avessi mai letto in vita mia.”.

La serie si apre con Darren Tracey, il personaggio di Sheehan, di rientro dalla Spagna dove era andato a nascondersi per evitare un arresto per detenzione illecita d’arma da fuoco, che torna a Dublino per un paio di giorni, per festeggiare l’uscita del fratello Robbie dalla galera. Ma il loro amico Tommy, lo scopatore compulsivo della banda, si dimentica di andarlo a prendere perché si sta scopando la loro sorella Mary, e appena Robbie esce dalla prigione gli sparano e muore quasi sotto agli occhi di Darren, il cui desiderio di vendetta lo riporterà a lavorare per John Boy, in una spirale di eventi e una sfilza di debiti da cui gli sarà impossibile uscire. La sorella è tutto quanto gli resta, farà il possibile per proteggere lei e le sue bambine e la mia scena preferita della prima stagione è proprio quando un sedicente sensitivo, previo lauto compenso, dice a Mary che lo spirito di Robbie, come spesso accade in caso di morte violenta, non riposa in pace. Allora Darren va a fargli visita e con pacata gentilezza e malcelata irritazione, poggia la pistola sul tavolo e gli spiega: “Ma tutte queste cazzate hanno messo in ansia mia sorella, quindi voglio che lei la chiami e le dica che Robbie è felice, in Paradiso, che le vuole bene e tutte le altre solite stronzate, altrimenti dovrò tornare qui e…” ma non riesce nemmeno a finire la frase perché, con suo stesso stupore, il sensitivo è svenuto dalla paura.

I giornali lo chiamavano Il Modello!

Tra omicidi, beghe familiari (Nidge e sua moglie Trish stanno sempre a litigare, come facevano Scrocchiazeppi e consorte…), smistamento di chili e chili di eroina e cocaina ed animati festini a base delle suddette, arriviamo ben presto al termine della prima stagione, solo quattro episodi. Darren ci lascia, con due pallottole nel polmone sinistro, e ci restano le critiche: “Non è abbastanza crudo per la realtà delle bande criminali” e “Il cast è troppo attraente, alcuni sembrano usciti da Glee”. “Molti hanno detto che non era abbastanza duro e violento.” – ammette Sheehan, principale accusato di essere troppo bello per fare il gangster – “Ma non è detto che in un crime-drama devi per forza ammazzare un tot di persone! Era più incentrato sulle relazioni tra i personaggi. Ed è una serie con un certo stile e con dietro molta ricerca.”.

“Ho parlato con poliziotti e giuristi, e con la gente che lavora intorno al crimine organizzato”, dice infatti Carolan, che ormai sa tutto degli imprenditori che finanziano il crimine, dei criminali Irlandesi nascosti in Spagna e degli avvocati ed economisti che lavorano per le bande. E sia lui che gli attori, per costruire i personaggi, si sono messi perfino a spiare i banditi sui social network: “La serie prende molta ispirazione da loro. Le bande di Limerick e di Dublino, ragazzetti che vanno in giro con il giubbotto antiproiettile e automobili da ottantamila euro… E scrivono pubblicamente e apertamente.” – spiega Sheehan a proposito delle pagine-tributo sui social network dedicati ai criminali ‘caduti’ – “Pagine e pagine in memoriam. C’è uno strano selvaggio amore, cristallizzato nella violenza. Stuart è un ricercatore talmente ossessivo che andava ai loro funerali solo per girovagare ed ascoltare, il che secondo me è pazzesco!”.

Tra critiche e dubbi, la RTÉ deve aver pensato “Ah sì? Troppo belli? Troppo poco violenti?”…

Sheehan, con un polmone in meno ma ancora aitante, passerà buona parte della seconda stagione mezzo nudo a letto con la Negga, si vestirà giusto per far fuori un paio di persone e andare ai loro funerali, per rispetto. Se c’era un modo per tenere appiccicate alla TV tutte le donne d’Irlanda che mai avrebbero seguito una serie così cruda, la RTÉ l’ha trovato. “Non è vero che tutti i gangster sono brutti!” – commenta Carolan – “Pensate al leader della Real IRA Alan Ryan. I giornali lo chiamavano Il Modello!”.

La nuova stagione, con un ritmo narrativo molto più incalzante, inizia all’insegna della paranoia, tra gli incubi di Darren che non metabolizza tanto bene la violenza criminale e John Boy che, con la polizia a frugargli nei cassetti e nei conti in banca dopo una soffiata, passa le notti sveglio in poltrona e vede pure il fantasma del fratello morto. Le scene di sesso si fanno più esplicite, gli intrighi tra coppie si sprecano… La ragazza di John Boy, una bella rossa parassitica che passa le giornate a letto a drogarsi, occasionalmente fa pompini a Tommy l’adultero compulsivo, che nel frattempo manda la sua ragazza Siobhan a trasportare un trolley pieno di soldi in Spagna. Nidge intanto, lascia a casa la moglie incinta per scoparsi la moglie di Fran, il nuovo boss di Darren, trafficante di sigarette e becchino della gang, interpretato dal simpatico attore Peter Cooney. Ma John Boy chiederà proprio a Nidge di gettare una bomba in casa di Fran per sfigurargli la moglie, per regolare amichevolmente uno screzio, che costerà a John Boy una pallottola nella spalla. Darren diventerà poi lo schiavetto di John Boy, che gli estinguerà il debito di un lavoro per Fran finito male. In cambio, Darren deve solo ammazzare un tizio che, fortuna vuole, è l’ex della Negga che l’ha anche picchiata fino a farla abortire, e così abbiamo il primo omicidio su commissione di Darren. Poco dopo, lui e Nidge porteranno anche il nuovo amico di Darren, che si rivela poi uno stalker di sua sorella, in una location che tanto ricorda il cimitero dei martiri della Magliana, come lo chiamava er Satana di Romanzo criminale

La violenza stavolta non manca: iniziamo da Fran che fa sbranare un debitore dai suoi feroci pitbull e Darren che spacca la testa al cane a bastonate, fino alla scena migliore di tutta la stagione: John Boy trascina per i capelli quella “fattona puttana” della sua ragazza fin sulla sua lussuosa terrazza sul tetto con tanto di divani e tavoli e la tiene penzoloni oltre la ringhiera urlandone in faccia come un pazzo, mentre lei, giustamente, si fa la pipì addosso. “Aidan sa essere molto intenso, prende comando del set, ha una forte presenza, ed è accattivante in video.” – racconta l’attrice Susan Loughnane – “Ma il suo personaggio è terrificante e si è calato molto nel ruolo. Prima della scena in cui mi gonfia di botte, camminava su e giù per il set facendosi salire la rabbia. Io me ne stavo in un angolino aspettando il ciak e pensando oddio, adesso viene a prendermi! Ero pietrificata, lui era proprio una furia, non ho dovuto nemmeno recitare!”.

Contro l’esercito dell’IRA

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Già dalla seconda stagione, le critiche si trasformano diametralmente: “E’ troppo violento” e “Glorifica i criminali”! Alle accuse di violenza gratuita usata per fare scena, l’intero team di Love/Hate si difende: “Incontro gente che mi dice di aver vissuto personalmente la violenza delle bande e mi dicono Quello che rappresentate è reale, è la mia vita!” racconta l’attore Killian Scott, che interpreta Tommy. “Anche I Soprano, anche Martin Scorsese glorificano la violenza, non è una lamentela nuova, accade sempre” commenta Carolan e Sheehan aggiunge “A un sacco di gente piaceva la violenza in Tom & Jerry! Molte delle storie che vediamo sui media irlandesi sono riprese, modificate e drammatizzate con onestà in Love/Hate”. E’ così realistico infatti da predire, profeticamente e sfortunatamente, tragici eventi accaduti in Irlanda poco prima o poco dopo la messa in onda degli episodi, scatenando così indignazione e sconcerto. “Non avevo mai visto una simile reazione ad una serie televisiva.” – racconta Sheehan, che chiaramente non era qui da noi quando andò in onda Romanzo criminale“Love/Hate migliora di stagione in stagione perché la RTÉ gli ha permesso di prendersi le libertà che meritava.”.

“Negli USA, serie come I Soprano e Breaking bad vanno in onda sulla TV via cavo, non sulle reti nazionali!” – aggiunge Carolan – “La RTÉ è stata molto coraggiosa nell’incoraggiarci e supportarci. Le si sarebbe facilmente potuto ritorcere contro.” Ma così non è stato. Alla fine della seconda stagione, che si aggiudicherà ben sette Irish Film & Television Awards ed il DVD sarà sold-out, 700.000 spettatori assisteranno all’omicidio di John Boy, che si beccherà due pallottole in testa in un pub, esattamente come era accaduto al vero capo banda irlandese Eamon Dunne nel 2010. Ormai un paranoico pippato che vede traditori ovunque come il Libanese nei suoi ultimi giorni, John Boy sarà ucciso da uomini di fiducia a cui aveva commissionato vari omicidi, esattamente come accadde nel 2006 al famoso capobanda irlandese Martin “Marlo” Hyland.

Quando Marlo fu ucciso, Dunne prese il suo posto, con un’escalation di omicidi. Di riflesso, nella terza, e per me più bella, stagione di Love/Hate, arriva il regno di King Nidge, e Tom Vaughan-Lawlor sarà superlativo. “Tom ha creato questo mostro diabolico che è Nidge e l’ha fatto suo.” commenta Carolan. Ed avrà un bel da fare Nidgie a coprire i casini che combinano i membri della sua banda. La stagione si apre infatti nel retro di un pub, con un tizio in terra che rantola e gorgoglia come un lavandino, soffocando lentamente nel suo stesso sangue, mentre Nidge & co. stanno lì a guardarlo, visibilmente preoccupati. Essendo Stuart Carolan rimasto molto colpito dalla notizia che quelli della Real IRA facevano pagare le tasse agli spacciatori, il tizio in terra è un pezzo grosso dell’IRA, a cui Tommy ha appena spezzato il collo a calci e pugni, avendolo trovato a violentare la sua ragazza Siobhan. “Alla fine della seconda stagione sembrava che nessuno potesse toccarli. Comandavano loro. Mettergli contro l’esercito dell’IRA è certo una bella minaccia. E’ diventata una serie più rabbiosa, più volatile, dove tutti si spingono troppo oltre.” commenta Sheehan.

Donne e criminali

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La scena dello stupro, grafica e cruda, farà arrivare alla RTÉ una sfilza di lamentele e la storia di Siobhan, per cui la brava attrice Charlie Murphy si aggiudicherà un IFTA, è il tragico fulcro femminile che mancava nelle precedenti stagioni. Non devi raccontarlo a nessuno. Se i suoi amici lo scoprono, siamo tutti morti la ammonisce Nidge, e quando Siobhan confiderà il suo trauma ad un’amica, i ragazzi faranno educatamente capire all’amica che deve star zitta. “Ti dipingo quella fottuta faccia con l’acido” minacciano rasandole ciocche dei lunghi capelli. Maggiore spazio è dato anche al personaggio di Susan Loughnane, la rossa che rimasta in strada dopo la morte di John Boy, ora vive e lavora in sexy lingerie in un bel bordello per pagarsi le dosi e ci mostra in dettaglio cosa vuol dire per una ragazza fare quella vita, aggiudicandosi pure lei un IFTA.

Parallelamente s’intensificano anche le accuse di ritrarre le donne solo come vittime, usate ed abusate dagli uomini. “E’ troppo facile etichettare come vittime le donne di questa serie. Tutti sono vittime delle circostanze in cui si ritrovano. Ma Trish è una donna forte, Mary è una donna molto forte. Lizzie è diversa, non esce con i ragazzi, non è sposata, non fa parte del loro giro. E’ la sorella di due membri della Real IRA.” commenta l’attrice Caoilfhionn Dunne, che interpreta appunto Lizzie, il mio personaggio preferito nella terza stagione.

E casomai le critiche dei benpensanti non fossero state sufficienti, il team di Love/Hate ha ben pensato di assumere come comparse anche dei criminali veri. “La serie è molto accurata e realistica. Mi ha ricordato il mio processo per l’omicidio di Brian Fitzpatrick.” dice uno di loro, Richard Bourke, ladro pregiudicato. Lo stesso dicono i fratelli Jay e Noel Mahon, condannati nel 2009 per detenzione d’arma da fuoco e coltivazione e spaccio di marijuana. In Love/Hate, Jay è un membro dell’IRA, mentre Noel sfoggia tutto contento la divisa da poliziotto!

Critiche o no, il cast non può uscire senza essere assalito dai fan, i set in giro per Dublino sono assediati dai paparazzi e nella terza stagione il pubblico è talmente coinvolto che i personaggi di Love/Hate diventano gli eroi d’Irlanda, nonostante proprio nella terza stagione i loro crimini si facciano ancora più efferati. “Darren e Tommy non erano predestinati a diventare questi cruenti criminali pazzi da legare.” – dice Sheehan – Hanno iniziato come ragazzetti che cercavano solo di alzare un po’ di soldi. La serie ci mostra la loro crescita, dall’inizio innocente li vediamo diventare criminali più complessi.” Soprattutto Darren, abbandonato dalla ragazza e dalla sorella, che come la madre del Libanese non vogliono avere a che fare con un criminale omicida, nella terza stagione “Darren diventa una specie di sicario.” – spiega Sheehan – “E’ quello che deve fare i lavori sporchi. Ed è diventato un lupo solitario. Rosie e Mary gli portavano un po’ di sollievo ma ora che tutti l’hanno abbandonato…” Perde allora un po’ della sua aria da lo faccio ma mi dispiace, pippa di continuo, beve, le vendette diventano per lui ancora più prioritarie (tanto che cercherà di spingere Nidge a sfidare l’IRA!) ed il suo curriculum si arricchisce di nuovi omicidi. Lizzie lo accompagnerà e gli farà da palo mentre Darren irrompe in casa di una coppia e li uccide entrambi su commissione, lasciando un bambino a gridare nella culla, scena incredibilmente somigliante all’assassinio del gangster irlandese Gerard Eglington, avvenuto poco prima della messa in onda dell’episodio, girato mesi addietro. “Il tipo di scene che giriamo in Love/Hate non sono casi isolati, però mi sento a disagio quando eventi reali concidono temporalmente con quelli raccontati nella serie” commenta Carolan.

Love/Hate Series 4Tom Vaughan Lawlor as Nidge

Una sola fine possibile

Nel frattempo, tutta l’Irlanda è in ansia per la sorte di Darren e la stampa interpella gli esperti nazionali: “Nel mondo reale, c’è una sola fine possibile per un criminale psicopatico come Darren: crivellato di colpi.” risponde il criminologo John O’Keeffe del Trinity College di Dublino; “Di solito, le chance per chi ha ucciso più di una volta non sono buone”, gli fa eco l’eminente psicologo forense Dr. Tim Trimble. Lizzie intanto, giustamente, si è presa una cotta colossale per quel pazzo assassino dagli occhi verde smeraldo. “Lo vede come una specie di eroe, è affascinata da lui, lui è diverso da tutti gli altri uomini che le sono intorno.” dice l’attrice Caoilfhionn Dunne, che per questo ruolo comincerà a venire insultata per le strade “Ne ho sentite tante. Ragazze che mi passavano accanto chiamandomi puttana, zoccola! Poi dopo l’ultimo episodio, la gente si è proprio incazzata. Sono stata insultata da ragazzi e ragazze. Un po’ perché amavano Darren, lui era il fulcro morale. Ma a giudicare dai siti dedicati ad odiare il mio personaggio, credo che Lizzie abbia portato in superficie i sentimenti della gente verso le donne forti, quelle non sottomesse e maltrattate. E’ pazzesco ed è una vergogna che proprio le donne odino un personaggio come lei. Spero che queste reazioni e gli attacchi personali non inducano altre attrici a rifiutare ruoli interessanti, o sceneggiatori a scrivere solo interessanti personaggi maschili.”

Già, perché Lizzie, dopo aver scoperto che Darren le ha ucciso un fratello, nell’ultima scena della terza stagione si rasa i capelli a zero in segno di lutto, scende in strada e bang bang: due pallottole nella testa dell’amato Darren, davanti ad un milione di spettatori che restano agghiacciati a guardare il cadavere di Darren a gambe e braccia aperte sull’asfalto, con il suo ormai famosissimo cappuccio blu inzuppato di sangue… Il giorno dopo ne parleranno anche i giornali, come fosse un criminale vero. Gli artisti si sbizzarriranno, uno metterà in commercio un tappetino per il bagno fatto a forma di Darren morto, mentre il pittore irlandese Tom Byrne esporrà, nella Duke Gallery di Dublino, in occasione della Santa Pasqua, un quadro alquanto blasfemo che rappresenta la resurrezione di Darren, vestito da Cristo, con Fran e Nidge ai suoi piedi come apostoli, come provocazione alla domanda che tutti si pongono: “Ma stavolta sarà morto davvero?” Perfino i broker accetteranno scommesse sul suo ritorno e quando Sheehan verrà beccato dai paparazzi sul set della quarta stagione, scoppierà il finimondo ed i giornali titoleranno “Darren è risorto!”.

“E’ la prova che questa serie è diventata culturalmente rilevante ed è grandioso quando qualcosa che hai fatto non è solo un buon prodotto ma entra anche nella coscienza culturale. Come fu un po’ pure per Misfits, così è stato in Irlanda per Love/Hate. Ecco perché, come attore, sono famoso per questi due ruoli.”

Nonostante la sua fama da immortale in Misfits, e nonostante l’essere sopravissuto all’agguato della prima stagione di Love/Hate, Sheehan commenterà “Darren si è preso due pallottole in testa. Non credo che risorgerà come il J.R. di Dallas!” E stavolta gli ha sparato una donna, aggiungo io, e le donne non lasciano i lavori a metà. Darren infatti non si rialzerà, e come fu per il Libano, lo vedremo nella quarta stagione solo per portare su schermo uno dei tanti racconti della madre di Carolan: “Faceva i turni notturni al pronto soccorso e una volta mi raccontò di come aveva lavato via il sangue dal cadavere di un ragazzo a cui avevano sparato, prima di lasciar entrare i familiari.”

Love/Hate

Guardie e futuro

E proprio come fu per la serie Romanzo criminale di cui tutti abbiamo amato i banditi (ricordo ancora gli occhi lucidi di mia nonna dopo il funerale alla carbonara del Libano…), Love/Hate è sempre stato accusato di idolatrare i criminali. Ma in Italia ci sarà pur stato qualche ‘degenerato’ che aveva scelto di tifare per il povero Commissario Scialoja! Nelle prime tre stagioni di Love/Hate, questa opzione proprio non c’è: le forze dell’ordine non sono che anonime sagome nemiche in divisa. Nella quarta stagione invece, andata in onda questo Novembre in Irlanda, Stuart Carolan, oltre a voler esplorare più a fondo i rapporti tra le bande, il sistema carcerario ed i gangster irlandesi nascosti in Spagna, aveva già annunciato di voler “Dare uno sguardo dal punto di vista delle guardie”. Per questo ha lavorato molto con le forze dell’ordine, per dipingere il loro mondo il più accuratamente possibile, fino a scritturare, per la parte di un membro della squadra speciale coinvolta nel giro di vite delle bande, il detective Kieran O’Reilly, che ha precedentemente lavorato sotto copertura in operazioni antidroga ed è ora sotto inchiesta per capire come e perché si sia trovato coinvolto nella serie!

Comunque, Carolan dice di avere sufficiente materiale per altre due o tre stagioni di quello che The Irish Times ha definito “il miglior dramma mai prodotto in Irlanda”. Love/Hate è andato in onda anche in Australia, Asia, Nuova Zelanda, Medio Oriente e la scorsa estate, a gran richiesta, ha fatto il suo debutto britannico su Channel 5. In America è stata trasmessa su Hulu e già si parla di un remake americano, cosa che ha fatto rabbrividire sia la sottoscritta che Robert Sheehan. Ed anche se presto lo vedremo al cinema nel nuovo film del regista italiano Roberto Faenza Anita B., nei panni, con somma gioia, di un gran bastardo, varrebbe proprio la pena di gettare uno sguardo stilistico sulla criminalità organizzata di una popolazione nordica così tanto più vicina di altre, per certi versi, alla nostra. Purtroppo è difficile che vedremo mai Love/Hate sulle reti nostrane, già piene zeppe di serie del genere, nessuna delle quali però, a mio avviso, comparabile a Romanzo criminale e Love/Hate.

Barbara Rossini

 


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