di Riccardo Cotumaccio

Che la Roma sia lassù, ancor più solitaria, ancor più carica – specie in virtù di chi ha sconfitto – non è più novità. Oggi, però, a guadagnarsi la copertina è un’altra grande protagonista: la Fiorentina di Vincenzo Montella, prima stordita, poi virtuosa, schiacciasassi, sorpresa assoluta nel match interno coi Campioni d’Italia. E se c’era già chi gridava al ridimensionamento, col 4-2 sulla Juventus (in rimonta) la Viola si riprende l’onore, beffando – e scusate se è poco – gli avversari di sempre.
VOLA LA FIORENTINA, LA ROMA RINGRAZIA – Lo si può dire: al Franchi, nei primi 45 minuti, Montella ha forse visto la sua peggior Fiorentina. Impacciata, succube, inerme di fronte alla Juventus, prima cinica, poi disastrosa. Prima Tevez, poi Pogba illudono la Signora, ma nella ripresa la Viola si sveglia col suo eroe, Giuseppe Rossi, che prima la riporta sul 2-2 e poi, negli ultimi dieci minuti, guida la rimonta definitiva. Joaquin porta in vantaggio i suoi, poi ancora Pepito Rossi trova il poker viola e la sua prima tripletta in carriera. Dopo 5425 giorni, Firenze ritrova la vittoria interna coi campioni d’Italia. Ed è un record che difficilmente Montella dimenticherà. E proprio di record la Roma va a caccia: l’ottava vittoria consecutiva porta in trionfo di nuovo Garcia, che resta coi piedi per terra ma inizia a nascondersi un po’ meno. Il 2-0 al Napoli è frutto sì del caso (clamorosi gli errori sotto porta di Pandev ed Insigne), ma soprattutto della caparbietà dei giallorossi, che in Pjanic hanno trovato il loro piccolo Maradona. La sua doppietta (magica la punizione, magistrale il rigore) porta in fuga una Roma incredibile ed insuperabile. Dopo Lazio e Inter, ecco che un’altra diretta concorrente – il Napoli – capitola senza se e senza ma. Chi ha collezionato 8 vittorie su 8 all’inizio del campionato ha sempre vinto lo scudetto. Garcia, a Roma, si sentirebbe dire: “vedi che puoi fa’“.
SOGNO VERONA, FRENA L’INTER – Quello del Verona è un exploit che in pochi, a inizio campionato, avrebbero previsto. Se la scalata di Mandorlini dalla C alla A sembrava conclusa, ad oggi la classifica – anche se precoce – recita Hellas in Europa League. Col 3-2 sul Parma, i veronesi si comportano da big: soffrono, si chiudono, subiscono due gol ma nella ripresa uno scatenato Toni tiene testa al miglior Cassano, procurandosi un rigore e trascinando i suoi verso l’ennesima vittoria targata gialloblù. Soffre invece l’Inter, nel posticipo di domenica sera: in dieci per l’espulsione di Handanovic gli uomini di Mazzarri tengono testa ai granata in modo sorprendente, portandosi in vantaggio, nella ripresa, grazie ad un super Palacio. Ma sullo scadere Bellomo – complice Carrizo – trova il 3-3 da punizione. Inizia così l’era Thohir, con l’amaro in bocca (Mazzarri non si presenterà in sala conferenze), ma con un pizzico d’orgoglio.
RIECCO IL MILAN, CROLLA LA LAZIO – Si può dire che Birsa sia l’uomo chiave di questo Milan. Per la seconda volta, solo grazie ad un suo gol, i rossoneri (soprattutto Allegri) riescono a salvarsi in extremis. Contro l’Udinese pesa sì l’assenza di Balotelli, ma più in generale Montolivo e compagni non entusiasmano la platea. L’Udinese, però, sta ad aspettare, e nel giorno del rientro di Kakà Birsa gli ricorda il gusto del gol, per una vittoria che può significare rinascita. Non ride invece la Lazio, sconfitta dall’Atalanta di Denis all’ultimo respiro. Pektovic si fa simbolo di un blackout che dura ormai da troppe giornate, e la sua squadra pare non girare più. Dimissioni vicine? Smentisce Tare. Di certo, però, in casa biancoceleste non tira più buon vento.
IL CAGLIARI TORNA A CASA. ECCO IL SASSUOLO – A vedere l’esultanza di Pinilla, sul gol del 2-1 contro il Catania, si coglie quanto il Cagliari cerchi e voglia far divertire i suoi tifosi nel loro stadio. Il Sant’Elia accoglie i suoi nel migliore dei modi, e la squadra di Ibarbo ricambia con la migliore delle prestazioni. E mentre crolla il Catania (mai un inizio peggiore in Serie A), il Sassuolo assapora la sua prima vittoria in campionato, battendo con merito un Bologna al centro di un dramma, di cui Pioli pare esser primo colpevole. Sorride infine Genova: vince in trasferta la Sampdoria contro il Livorno, e vince il Genoa del bentornato Gasperini, che sulla panchina del Grifone bene o male ha sempre dimostrato esperienza ed umiltà. È una Serie A che diverte, fa gioire e fa soffrire. E pensare che è solo l’inizio.