Sono ormai un paio d’anni che si associa la parola “miracolo” alla Scandone Avellino, prima griffata Air ed ora, dopo il passaggio di proprietà avvenuto in estate, Sidigas. Forse ad Avellino saranno stanchi di sentirsi definire, dagli addetti ai lavori, come dei survivors proprio perché si sta parla di una piazza che, negli ultimi anni, ha sempre disputato campionati di alto livello, valorizzando ottimi giocatori come, ad esempio, Omar Abdul Thomas, l’MVP della passata stagione, nell’orbita dei campioni d’Italia di Siena in questo periodo.
Quest’anno, però, vista la calda estate vissuta in Irpinia, il termine “miracolo” non è del tutto azzardato.
La Scandone è in vetta alla classifica di serie A insieme a squadroni del calibro di Siena e Milano; a differenza di queste due, però, Avellino si allena sempre con gli uomini contati, un po’ per i tanti infortuni e acciacchi fisici che hanno colpito la squadra, un po’ per le “fughe“ di Troutman e Szewczyk che hanno preferito altri progetti (probabilmente che davano maggiori garanzie a livello economico più che tecnico) proprio durante del pre-campionato. Ma in città si è soprattutto perennemente alla ricerca di una tranquillità societaria, ancora lontana nonostante il cambio alla guida.
Il campo racconta di una squadra che ha raccolto otto punti nelle prime cinque giornate, frutto di quattro vittorie e di una sola sconfitta (alla rpima giornata ad Ancona contro Montegranaro).

L’obiettivo di Avellino, come ogni anno, è la salvezza, ma se la società riuscisse a trovare una certa solidità finanziaria a quel punto sognare non costerebbe nulla.






