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Serie “Il mare della fertilità” di Yukio Mishima

Creato il 08 maggio 2011 da Nasreen @SognandoLeggend

Yukio Mishima;

Serie “Il mare della fertilità” di Yukio Mishima
Yukio Mishima, pseudonimo di Kimitake Hiraoka, è un famosissimo scrittore e controverso personaggio pubblico giapponese. E’ nato nel 1925 da una famiglia altolocata, ed è morto suicida in diretta nazionale nel 1970, dopo aver occupato il Ministero della Difesa, facendo seppuku. Lo scrittore era conosciuto in patria anche per aver fondato un’associazione paramilitare con lo scopo di tenere in vita i valori tradizionali della cultura giapponese e combattere la corruzione dei costumi causata dalla resa del Giappone, opponendosi in particolare all’art. 9 della nuova Costituzione.

 

Tetralogia “Il mare della fertilità”;

1. Neve di primavera (Haru no Yuki – 1965/1967)

2. Cavalli in fuga / A briglia sciolta (Honba – 1968)

3. Il tempio dell’alba (Akatsuki no Tera – 1970)

4. La decomposizione dell’angelo (Tennin Gosui – 1970)

 

Serie “Il mare della fertilità” di Yukio Mishima
Titolo: Neve di primavera
Autore: Yukio Mishima
Serie: #1 della tetralogia “Il mare della fertilità”
Edito da: Feltrinelli
Prezzo: € 12.00
Genere: Romanzo Contemporaneo, Amicizia, Amore, Introspettivo
Pagine: pp. 320
Voto:
Serie “Il mare della fertilità” di Yukio Mishima

Serie “Il mare della fertilità” di Yukio Mishima
Serie “Il mare della fertilità” di Yukio Mishima

Trama: Questo è il romanzo che dà inizio alla tetralogia “Il mare della fertilità”, che ha per protagonista il nobile Kiyoaki e il suo amico Honda.
In questo primo episodio, ambientato nel 1912 a Tokyo, troviamo Kiyoaki e Honda da giovani, all’inizio della loro amicizia: mentre il primo è ricco e raffinato, il secondo è più modesto e moderno, ma anche più forte ed equilibrato. Kiyoaki è l’emblema del modello di uomo giapponese nella letteratura classica: colto, nobile, raffinato, sensibile, educato, silenzioso, fragile e quasi femmineo. La storia si concentra dapprima sull’amicizia un po’ strana tra i due giovani, poi sposta l’obiettivo sulla scoperta dell’amore da parte di Kiyoaki nei confronti della bella Satoko, promessa sposa a un principe. Da qui in avanti la vicenda prende una piega tragica: dopo aver ammesso con difficoltà il proprio amore reciproco, i due ragazzi danno inizio a una relazione clandestina che sfocia in un aborto. Per il trauma, Satoko si rinchiude in un monastero, a completamento del modello classico che ricorda molto il Genji Monogatari.


“Sarebbe meraviglioso”, pensò, “se potessimo unire così saldamente

l’essenza del mondo con quella del nostro cuore!”


Recensione :

“Neve di primavera” è uno dei migliori romanzi di Mishima, il cui stile si è evoluto rispetto ai lavori precedenti, soprattutto dopo “Il padiglione d’oro”. 

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I momenti di riflessione filosofica sono costanti, anche se molte parti della storia sono funzionali alla critica politica a cui l’autore tanto teneva. Per esempio, il tema del suicidio ha una valenza simbolica come in molti altri autori contemporanei di Mishima e bisogna ricordare, inoltre, l’amicizia che lo legava al premio Nobel Kawabata, i cui influssi stilistici si fanno sentire continuamente.

La trama è così ben strutturata da non far sentire il peso di quest’opera, prima di una tetralogia: anche letto da solo, il libro può essere pienamente apprezzato. Ciò che non tutti possono comprendere, invece, sono i riferimenti culturali che impregnano lo stile dell’autore: innanzitutto, nella traduzione, si perde tutta la parte “visiva” che caratterizza la lingua giapponese, il cui stile si forma in gran parte grazie alla ricerca di kanji rari e colti, oppure contenenti concetti che lo scrittore ritiene importanti ma che è impossibile trasferire in altre lingue.

In secondo luogo, elementi classici come le descrizioni dei luoghi, delle case e delle persone, derivate direttamente dalle opere più importanti della letteratura giapponese, non sono spiegati in nota e di conseguenza si confondono e si perdono all’interno della narrazione.

Photo by Arlene Esteban-Richards

Photo by Arlene Esteban-Richards

Così come ogni edizione della Commedia di Dante è corredata da parafrasi e note che spiegano i significati simbolici delle parole, altrettanto sarebbe auspicabile per gli autori giapponesi, il cui retroscena storico, politico e culturale è pressocché sconosciuto in Italia.

Ciò che resta di un autore come Mishima, al di là del significato delle sue opere, è la delicatezza del suo stile. In questo romanzo raggiunge l’apice della raffinatezza stilistica nel coniugare il sentimento di perdita e lontananza ad una narrazione complessa e ben studiata. Se pure i personaggi hanno un carattere stereotipato, ciò non danneggia affatto la bellezza complessiva dell’opera: i moti interni di un cuore adolescente e la scoperta dell’innamoramento, per poi passare alla sofferenza e al senso di perdita, sono descritti magistralmente.

Memorabili le descrizioni delle stagioni, presenti già nel titolo (“neve” = inverno; “di primavera” sottolinea il passaggio a una nuova fase).

 


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