Nei giorni scorsi è stata Forza Nuova ad appendere simbolicamente alcuni fantocci di cartone alle inferriate che delimitano l’Agenzia delle Entrate. Stamani è toccato alla Serit, presa d’assalto da un centinaio di croci di legno, in memoria delle vittime della crisi
Una protesta pacifica che di certo non è passata inosservata per le migliaia di cittadini catanesi che percorrono quotidianamente l’arteria su cui sorge la sede dell’Agenzia delle Entrate di Catania: non sono state poche le auto che hanno rallentato il traffico in Viale Ulisse, in prossimità degli uffici presi di mira per inscenare una protesta alquanto singolare. Appese alle corde, penzolavano alcune sagome di cartone recanti scritte contro l’assurdità di un sistema esattoriale che non distingue i buoni dai cattivi, gli evasori dai disperati.
Gaetano Bonanno, coordinatore provinciale di Forza Nuova, descrive come l’azione di protesta come volta a dare risalto alle storie che stanno dietro i suicidi che hanno colpito le famiglie italiane, vittime di una dittatura finanziaria che coinvolge i popoli europei. Contesta altresì l’avvenuta distruzione di quel poco che rimaneva dello stato sociale. La ricetta, per il leader locale di Forza Nuova, è chiara: uscita dell’Italia dall’Unione Europea e il non riconoscimento del debito pubblico.
Anche l’associazione culturale Cervantes si è espressa in senso contrario all’operato dell’esecutivo Monti e ha inscenato una protesta dai connotati scenografici particolarmente evocativi: nel centralissimo Corso Sicilia, un centinaio di croci di legno, in perfetto stile “Checkpoint Charlie”, è stato installato sulla soglia dell’ingresso della SERIT, la società di riscossione che in Sicilia svolge gli ingrati compiti che Equitalia svolge nel resto del paese. Le parole e le immagini dei manifesti che spiegano l’azione, non lasciano spazio ad equivoci di sorta: il profilo della nostra penisola è tracciato con tante piccole croci nere e poi basta SERIT, basta interessi usurai, basta cartelle assassine.
Richieste che da più parti vengono espresse ovunque in Italia, senza distinzione di colore politico e di provenienza geografica e che a Catania, a differenza di altri luoghi, non hanno dato luogo a proteste esasperate come quella di Bergamo, risolvendosi il dissenso unicamente in qualche lancio di uova contro le vetrine di alcuni istituti di credito del centro etneo.
Il tentativo delle due organizzazioni è evidente: esprimere un educato dissenso alle politiche del governo Monti e risvegliare le coscienze dei cittadini, attirando l’attenzione sulla gravità della situazione attuale, figlia di una politica finanziaria che se ne infischia dei più deboli poiché asservita alla logica del profitto a tutti i costi.