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Bersani è stato messo in stand by, forse un modo elegante prima di togliergli definitivamente l'incarico di esploratore. E, al momento, non esistono molte altre possibilità per formare il governo.
Nella copertina, Santoro ha anticipato itemi della puntata. Vasco Rossi, il cantante di Bersani, canta che l'anima al diavolo non si vende: Grillo poteva donare l'anima per far nascere un governo. Suggerendo più nomi di candidati a Napolitano e il candidato, a sua volta, poteva formulare una lista di nomi. Questa era una cosa che si poteva fare.
Quello che non si può fare è quello che dice: senza governo non si possono fare leggi importanti (come quella sul conflitto di interessi). Non si può fare nemmeno il confronto Grasso - Travaglio: quando una persona ha una carica importante, ha spiegato Santoro, deve concedere un eccesso di critica, e concedere delle spiegazioni, dei chiarimenti per un suo atto, non lede al suo prestigio.
Santoro ha poi ricostruito i retroscena del dopo serata di giovedì scorso, quando cercò di mettersi in contatto con Ruffini per fare una puntata speciale con Grasso, nel fine settimana.
Ma, dopo l'sms con cui Grasso confermava la presenza alla puntata di Formigli, i telefoni si spegnevano.
Dopo tanto insistere, Santoro è riuscito a parlare con una segretaria che, gentilmente, spiegava che il presidente del Senato era impegnato tutto il fine settimana e non sarebbe potuto essere a Roma. Ma poi era presente al funerale di Manganelli.
Ma voi lo immaginate se ci fossimo inseriti nella polemica Saviano - Maroni, a Vieni via con me? - ha commentato il conduttore.
Sia Bersani che Grasso in questo studio non ci vogliono mettere piede perché la considerano zona nemica. È un atteggiamento che è servito a Bersani?
Poteva dialogare con Travaglio, col pubblico, il che sarebbe stato come dialogare con gli elettori del M5S, che invece sono stati demonizzati.
Alla fine Bersani è stato a sua volta dmeonizzato, Renzi va dalla De Filippi.
Grillo – l'esortazione di Santoro – liberaci dai tuoi catechismi: dai l'anima al diavolo!
Il servizio di Bertazzoni “Ciascuno si prenderà le sue responsabilità” ha detto Bersani mercoledì sera, alla conferenza stampa dopo l'incontro col M5S, cui ha chiesto “ci dicessero loro quale è la soluzione”.
La loro soluzione è un governo loro, coi nomi che dicono loro, alle loro condizioni. E perché gli altri partiti dovrebbero dare loro la fiducia? Gli altri partiti nel frattempo, mandano avanti i pontieri. Verdini che prende il caffè con Sposetti. Giorgetti con Fioroni.
Il PDL apre le porte al governissimo, ma niente conflitto di interessi “è il PD che ha interesse al conflitto” spiega Alfano.
D'altronde B. al momento non ha intenzione di governare, tempi difficili: o governo di larghe intese o elezioni.
In studio gli ospiti erano l'onorevole Nunzia De Girolamo, Laura Puppato e in collegamento il prof. Cacciari in una inedita versione grillina.
Secondo Cacciari in questo momento drammatico l'unica strada è quella del governo del presidente, non tecnico ma politico, che dialoghi col paese e che prenda voti da entrambi gli schieramenti.
Ma è una crisi di sistema: i partiti devono prendere atto del loro sfascio, visto che questa crisi verrà risolta dal presidente mentre i partiti vogliono continuare a vivere di rendita.
Quali le risposte radicali per risolvere la crisi? LA soluzione forte è il presidenzialismo.
Laura Puppato non è nemmeno riuscita a parlare, che è subito stata fermata: stava spiegando come l'ingovernabilità di oggi nasca da una legge elettorale che è diversa per Camera e Senato, mentre un governo deve avere la fiducia in entrambe le camere.
Ma Grillo-Cacciari non l'ha fatta finire: i partiti non sono credibili, non avendo fatto questa legge elettorale (e nemmeno il colle, che ha bloccato il referendum).
Serve il presidenzialismo: ma alla gente che non ha lavoro, che ha un contratto da 1000 euro, che è alle prese con una sanità che non funziona, chi glielo spiega?
L'onorevole De Girolamo ha criticato l'atteggiamento irresponsabile di Bersani, che si è ostinato a provare a fare un governo senza aprirsi a loro.
Se i voti del PDL non sono buoni per eleggere il presidente, come possono esserlo per l'elezione del governo?
Sgarbi, nel suo intervento, ha fatto un nome per il Quirinale: Riccardo Muti.
Ho osservato però la faccia di Cacciare quando parlava il critico: tutto il disappunto di chi oggi non vuole sentire altre ragioni se non le sue.
Prima Sgarbi l'ha messo tra i papabili e poi, alla prima interruzione, gli ha dato della capra.
Ma il primo momento clou della serata è stato l'intervento di Travaglio su Grasso: l'italiano furbo, il campione di slalom in toga, quello della medaglia antimafia a Berlusconi.
Quello che usciva dal campo con la maglia pulita dal fango (lo ha raccontato Dell'Utri).
Nell'intervento, Travaglio ha elencato le bugie del presidente del Senato: la mancata firma all'appello al processo Andreotti; la gestione del pentito Giuffrè.
Le leggi anticostituzionali che hanno fatto fuori Caselli dal concorso nel 2005 e le critiche al procuratore di Caselli e ai processi del suo periodo a Palermo “bisogna vedere gli esiti processuali”.
Per finire con la domanda: cosa ha fatto per meritare queste leggi? Poteva ritirarsi dal concorso.
Dopo il secondo intervento di Sgarbi sul “torturatore Travaglio”, la Puppato ha ripreso il suo discorso iniziale: un richiamo alla cultura e alle questioni che interessano il paese.
Perché dovremmo chiederci come mai Berlino fa tre volte i turisti di Roma, e il bacino della Ruhr (di cui ha parlato Presa diretta qualche mese fa), una volta bonificato fa più turisti di Pompei.
In Italia anziché la mobilità per pendolari e turisti, si fanno le grandi opere, tanto per aprire dei cantieri infiniti per opere inutili (il TAV in Val di Susa servirà alle merci).
E le bonifiche sono buone solo sulla carta: a Taranto chi sta controllando che l'Ilva non inquini più? Di certo non questo governo che non vede l'ora di andarsene.
La vergogna Aldrovandi: in studio è intervenuta anche Patrizia Moretti, la mamma di Federico Aldrovandi. Ucciso per la violenza subita da alcuni agenti di polizia, condannati anche in Cassazione.
I colleghi del sindacato Coisp sono andati ad esprimere solidarietà agli agenti condannati sotto le finestre del comune di Ferrara, dove lei lavora.
Ma quanti gradi di giudizio abbiamo in questo paese? Come è possibile che nemmeno su questa storia brutta, che infanga una parte delle istituzioni, ci si riesca a dividere?
L'eredità dei tecnici: l'intervento di Gianni Dragoni
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