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Servizio Pubblico. La redenzione di Battiato, le “troie” cattive, i cretini di sinistra.

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Il sessismo, la violenza sulle donne, il patriarcato sono problemi globali e trasversali.
Non hanno classe, etnia o religione di appartenenza, sono spalmati in ugual misura tra oriente e occidente, destra e sinistra, intellettuali e militanti, magari in modi e realizzazioni differenti, ma poi neanche così tanto.

Ieri sera, Servizio Pubblico.
La squadra di Santoro parla di Berlusconi ( ma dai? ) riaprendo i capitoli pruriginosi che piacciono tanto ai radical chic.
Di nuovo le escort, di nuovo il bunga bunga, una novità: un’intervista in esclusiva ( annunciata da Repubblica.it a caratteri cubitali ) ad un agente televisivo che rivela che Berlusconi avrebbe fatto sesso con Noemi Letizia e Ruby quando erano minorenni. Ma va.

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E magari ora ci sarà qualche super testimone che ci racconta che non pensava davvero che Ruby fosse la nipote di Mubarak.

Considerando l’urgenza della questione abitativa, il welfare inesistente, i diritti alla salute, alla giustizia, al lavoro negati e sviliti, i 20 miliardi da buttare per la TAV, i centri antiviolenza che chiudono, la Corea che minaccia la bomba atomica, c’era proprio il bisogno dell’ennesima puntata di approfondimento giornalistico sui vizi morbosi di Berlusconi. Ecco quindi la sagra dell’ autoreferenzialità con ospiti Marianna Madia, Massimo Cacciari e Franco Battiato, l’uomo dai giudizi ragionati.

Sorvoliamo sull’apertura della puntata e il tentativo di chiacchierare di reddito o mala politica, arriviamo al vero fulcro della questione, quella sbandierata in giro. La testimonianza di tale Soprani Chiesa  sul sesso consumato da Berlusconi con Ruby e Noemi.
A nessuno è riuscita la faccia sorpresa. A molti nemmeno quella interessata, ma comunque un po’ di audience l’avranno alzata.

Nel dibattito, a fare la parte delle donne ( quali? Le donne la pensano tutte allo stesso modo? L’opinione è data dalla vagina? ) a parlare a nome, forse quindi delle “molestate”, delle “indignate con Berlusconi”, chissà, c’è Angela Bruno.

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La ricordiamo, è la venditrice Green Power molestata, dice lei forzatamente complice del gioco e poi soprattutto  indignata con tanto di lettera aperta e intervista al nostro blog.
Ecco, lei è l’ospite che riporta il punto di vista di genere e relazione tra i generi in politica e nelle varie forme di rappresentanza.
E lei magari non dice neanche assolute stupidaggini, ma non ha gli strumenti nel tipo di discorso che svolge. Spesso tentenna, non sa che dire. Non è una femminista, non è un intellettuale, non è una militante, quindi porta ragionevoli opinioni supportate da ben poca scienza o passione e spesso perde l’occasione per ribadire con più forza messaggi diretti a ospiti in studio o spettatori a casa.

Non che servano delle professioniste “del genere” per dire cose giuste, ma perchè tra tanti ospiti invitati perchè considerati “esperti”, voci in capitolo su politica e società, l’unica non professionista è quella che parla di genere? Non è esattamente un fenomeno di costume da ridurre alle testimonianze personali.
Spesso quindi Bruno non ha i mezzi per  fronteggiare Santoro e il suo amore per il personaggi mediatici sensazionali e un Battiato composto sulla via della redenzione dopo aver detto che in parlamento di sono tante troie da aprire un casino.
Non si capisce infatti perchè lei dovrebbe parlare della mortificazione della sua condizione per colpa di una battuta di Berlusconi e poi disquisire amabilmente con Battiato, come se lui non avesse usato lo stesso identico linguaggio.

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Battiato è lì proprio per essere riabilitato  agli occhi degli spettatori, degli elettori. La strategia di tutta la redazione è chiara. Di certo non è che si pretenda per lui l’ostracismo, però almeno ci piacerebbe che non fosse un interlocutore scelto del dialogo politico. O che si dicesse che ha ragione lui. Perché quando dice

“Se dentro ci sono dei fetenti, il parlamento è una fetenzia. E’ così sbagliato dire che questo è un troiaio?”

si perde l’ennesima occasione per fare un passo avanti e si preferisce, di nuovo, la confortante reazione dell’uomo conservatore.
Gli viene riservato tempo e luogo per l’applauso.
Evviva, evviva il profeta.
In questo clima da gossip politico, ci voleva proprio un po’ di bigottismo sessista.
E gli spettatori di Servizio Pubblico apprezzano? A giudicare dai commenti sulla pagina facebook molti sì. Alcuni diffondono concetti come

“dare della troia a una troia non toglie niente alle donne semmai aggiunge” “Battiato è l’unico non ipocrita”

“M5S meschini, falliti, peggio di mussolini .. loro si che sono “troie”"

perchè le troie sono brutte e cattive. Per qualcuno evidentemente sono peggio di Mussolini.
Sia quelle vere che quelle presunte che quelle felici di esserlo e quelle che lo subiscono. Tutte.
E le donne, ce lo insegnano dalla Chiesa allo SNOQ, le persone, le donne perbene non sono  troie e non vogliono avere nulla a che fare con loro. Anzi, le stigmatizzano. Belli i tempi delle lettere scarlatte sul petto.

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Poco dopo un servizio ben confezionato racconterà il dramma di chi vive lo stigma della povertà, in questo Paese in cui essere abbiente è un valore assoluto. C’è quindi chi magari non regge la vergogna e il peso dell’umiliazione e allora poi si toglie la vita. Diffusa e ghettizzata allo stesso tempo, la classe proletaria non esisterà anche più secondo qualcuno, ma di certo questi non sono piccolo borghesi. Ed è giusto cercarne la liberazione dal biasimo della società.
Forse allora c’è stigma e stigma? Alcuni si combattono ed altri si alimentano?
Sarà mica che siccome le troie sono solo donne, allora importa a pochi se rimangono ai margini?

Per fortuna che c’è Santoro che con la scusa dell’ironia ci mette il carico

“abbiamo una legge elettorale che si chiama porcellum e poi ci scandalizziamo se Battiato dice che è un governo di troie”

E poi qualcun dirà che non abbiamo il senso dell’umorismo. Dirà che era una battuta.
Lo sappiamo. Sappiamo anche leggere tra le righe però.
Tra la riabilitazione comunicativa di quel sistema di linguaggi che in modi più o meno efficaci combattiamo ogni giorno. Qui c’è tutta la piccola borghesia reazionaria e gli anni di scempio della comunicazione che si condensano ed escono dalla bocca della sinistra. O presunta tale.
Nessuno si “scandalizza” per le affermazioni di Battiato. C’è però chi rileva la pochezza dell’affermazione, la banalità della metafora e la forma dispregiativa dell’uso di parole che andranno poi finalmente liberate da queste gabbie. Non è mancanza di senso dell’umorismo, è che è idiota dare delle “troie” a donne ( e uomini a quanto sembra ) della politica in un senso così spregiativo.

Perchè se per “troie” si intendono sex worker, prostitute, allora si sta usando in senso dispregiativo una parola che si riferisce o a donne che scelgono liberamente di esercitare un lavoro come un altro o a vittime delle peggiori tratte di donne. In entrambi i casi svilisce un’esistenza femminile, infierendo magari anche su condizioni coercitive. Se per “troie” invece si intendono tutte quelle donne che ogni giorno non stanno alle regole degli uomini e si comportano in maniera tale da sentirsi poi bisbigliare dietro qualche insulto di questo tipo o colpevolizzare per ciò che accade loro, Battiato per redimersi dovrebbe fare almeno una decina di slutwalk.

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Mandano in onda l’intervista a Crocetta, governatore della Sicilia che ha allontanato Battiato dalla giunta di conseguenza alle sue affermazioni.
Sul perchè fosse necessario allontanare il cantautore, parla esplicitamente di misoginia, quella contenuta in maniera neppure troppo velata nelle affermazioni di qualche settimana fa.

“Che cosa c’entrano le donne?!” si chiede Battiato esterrefatto, mentre il pubblico applaude, Travaglio ride.

Sono solo le dirette interessate nel campo semantico della “troia”, ecco che cosa c’entrano.
Esistono migliaia di altre parole al maschile, ci sentiamo chiamate in causa quando si scelgono proprio quelle femminili. Vecchio vizio.
Lo sdoganamento della parola “troia” può passare solo dall’annullamento di ogni valenza negativa nel termine o per denunciare le condizioni di schiavitù di chi vi si ritrova immersa, non di certo dall’usarlo pubblicamente e riderci su sguaiati.
Altrimenti useremo l’espressione “sei un Battiato” per intendere una persona che usa espressioni sessiste e stantie.
Sei un Santoro” per dire “sei un radical chic che di sinistra ormai ha solo la mano“?

Poi però un vero momento di onestà. Battiato ammette che in fondo a lui non gliene importa nulla di fare l’assessore. Questo tranquillizzerà tutti quei fan che si battevano il petto in cerca di riabilitazione per il loro beniamino. Potete smettere, a lui non interessa.

Su una cosa però siamo d’accordo con Santoro. “I cretini possono essere anche di sinistra“. Sagge parole.



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