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Quelli che hanno sempre ragione. E' stata una giornata piena di eventi: un giudice terzo mette nero su bianco le parole trattativa stato, mafia. Il senatore Lusi nella sua intervista con Bertazzoni spiega come funziona il mondo dei partiti dal di dentro, e quale è il ruolo del tesoriere "non sono un santo, sono un tesoriere". 46 senatori del PDL sfiduciano il ministro Riccardi per aver detto quello che gli italiani in maggior parte pensano. B. rinuncia alle frequenze gratis del beauty contest, pur di mantenere le mani sulla Rai .. Eppure Santoro nell'introduzione è dovuto ritornare alla scorsa puntata quando ha fatto parlare i No Tav: “Nessuna opinione può essere criminalizzata, la tv deve tenere insieme i pensieri più diversi, ascoltare le minoranze è un modo per rendere più forte la democrazia”. Ascoltare chi lotta per le sue idee, come i No Tav, è democrazia. Con chi ce l'ha? Col giornalista del corriere Antonio Polito che l'ha definito "cattivo maestro". Mentre in realtà Polito è uno di quelli che hanno sempre ragioni (prima col PCI, poi a fianco di D'alema, poi candidato con Rutelli). "Sono preoccupato perchè Monti è circondato da gente che ha ragione": il governo sta raggiungendo risultati imporanti - ha continuato Santoro: l'Italia ha oggi più prestigio internazionale, lo spread è diminuito. Ma chi ha pagato il prezzo più alto, per arrivare a dove siamo adesso? L'intervento è stato equo? Arriveremo alla crescita? Commentando anche un passo dell'intervista a De Benedetti, non si fanno le opere pubbliche perchè facendole si creano posti di lavoro, ma perchè servono. Ovvero, il succo dell'introduzione, servono nuovo strade per la politica, un nuovo ordine politico e sociale. I doppi incarichi. A proposito di equità, il servizio introduttivo di Bertazzoni sui doppi stipendi dei consiglieri di stato: persone che cumulano doppi stipendi, ben oltre la soglia stabilita dal governo. Catricalà, Patroni Griffi, Malaschina.. La legge lo permette, lo stato paga, i cittadini ignorano e poi a loro viene chiesto di lavorare più a lungo. E l'equità? Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo hanno commentato il servizio. Stella: c'è trasparenza ora, ma sui redditi “non basta metterli online”: devono essere anche trasparenti sui costi comprensibili dai cittadini, che deovono poter controllare come si spendono i loro soldi. Sia a livello nazionale, che regionale. Oggi i controllo di legalità dello stato è fatto proprio da queste persone che cumulano cariche e spesso sono pure in conflitto di interesse (consiglieri per lo stato e membri dell'Authority). Rizzo (che ricordato, tra i tanti episodi di leggi ingarbugliate, il comma fuda): “La cosa più inaccettabile è che lo Stato non sa quanto prendano coloro che cumulano gli stipendi, non cè una banca dati”. Il problema è che si è creato un grumo di potere autoreferenziale che, di fatto controlla il potere dello Stato. L'intervista a De Benedetti, la prima parte. “La disaffezione nei confronti dei partiti si ha perchè non c’è una speranza”, spiega l’imprenditore che critica le politiche di austerità “che aggravano la recessione” e ripropone l’idea di una tassa patrimoniale accompagnata da una decisa lotta all’evasione. “Gli indignati sono l’indizio di un malessere che è molto più diffuso nella società”, l’altro passaggio importante dell’intervista, che tocca anche il nodo dell’articolo 18: anche su questo l’Ingegnere dimostra sensibilità sociale, preferendo che non si tocchino i diritti acquisiti. Spazio infine per un paio di battute sulla Fiat di Marchionne e sugli stipendi dei manager pubblici.[presa da qui]
Gli indignati secondo Belpietro e secondo Casalini. Sostiene Belpietro che senza crescita, il rigore non basta, ma che De Benedetti non è senza peccato per poter scagliare la crescita (e a questo punto, chi tra i politici di oggi, lo è senza peccato? ...). I No Tav? Non sono indignati, ma delinquenti ("quattro gatti"), quando devastano i treni. Casalini, leader dei disobbedienti, mette assieme tutte le proteste: i No Tav, la Fiom, quelli di occupy Wall Street. Indignazione dovuto alla crisi che ha portato sempre più gente alla miseria, i poveri sempre più poveri. Poveri che sono quelli che oggi stanno salvando il sistema. L'intervista bomba a Lusi. Potrebbe suonare come un ricatto, quello che ha raccontato a Bertazzoni. Per il momento, però prendiamolo solo per un racconto dal di dentro, di come funziona il magico mondo dei partiti. “Secondo me è una guerra prima contro Rutelli e poi contro il Pd”, le parole di Lusi su quanto sta succedendo alla ex Margherita. Il cuore della democrazia, ma che si comporta come enti privati che riscuotono soldi pubblici. Fino a 200 ml di euro l'anno, oggi abbassati a 180. Soldi anche ai partiti morti. Senza un bilancio, senza una rendicontazione online, pubblica e trasparente. Dei movimenti di Lusi, Rutelli sapeva, Unicredit sapeva. E infine, la frase storica "non sono un santo, ho fatto il tesoriere".
Travaglio, commentando le parole di Lusi, ha parlato del ruolo politico del tesoriere: persona capace di influenzare i candidati nelle primarie, permettere alcune carriere per una guerra interna ai partiti. La tangentopoli leghista. Chi si aspettava fulmini e saette da Salvini, in collegamento da Bruxelles, sarà rimasto deluso: "stiamo controllando i bilanci e aspettando le prove", il suo commento alle notizie dei giornali sull'inchiesta che ha coinvolto il presidente Boni. “ci può essere qualcuno che sbaglia, ci auguriamo che i magistrati facciano il loro lavoro, aspettiamo che ci sia una prova”. Ruotolo in mezzo ai forconi Nonostante nessuno ne abbia parlato, i forconi ci sono ancora, e Sandro Ruotolo era a Priolo per raccontarla. “Non è possibile che nessuno ci guardi e nessuno ci ascolti”, protesta Ferro che annuncia nuovi blocchi di protesta. L'intervento di Marco Travaglio. La maggioranza e i regali alle banche.
La telefonata di Renzi, sulle notizie dei giornali relative al suo presunto coinvolgimento nel caso-Lusi: “Quello che mi da fastidio è che a fronte della nostre proposte sull’abolizione del finanziamento pubblico, si fa riferimento alla situazione fiorentina che non c’entra una mazza!”. Insomma, stiamo ancora qui ad aspettare una nuova via, un nuovo ordine, prima che i difensori dello status quo (travestiti da riformisti) soffochino ogni voce dissente.
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