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Sessismo 2.0, quando i social-macho-rambo dovrebbero tornare nelle caverne

Da Bambolediavole @BamboleDiavole

Gli esempi più eclatanti del maschilismo imperante di cui è pregna la nostra società vengono fuori dalla quotidianità. Sono tanti i gesti, le parole, i comportamenti, ecce cc che ci fanno capire che non viviamo in un paese tollerante e rispettoso e che, per quanto in tant* si dichiarino a favore dell’emancipazione femminile, molt* non conoscono neanche il significato di questa oscura parola, accostandola il più delle volte alla libertà sessuale.

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Quando un* dice: “Lei è una donna emancipata”, spesso e volentieri, vuole dire “Lei è una zoccola”.

Tante piccole pillole di quotidiano maschilismo vengono elargite attraverso l’uso dei social network. Infatti spesso ci si dimentica che piattaforme come Facebook o Twitter sono fatte da persone reali, anche se in mezzo ci sta un computer, e che non è lecito commentare irrispettosamente tutto il commentabile. Vigono delle regole e delle norme come nella vita reale. Lanciare male parole come il riso ad un matrimonio non è libertà di espressione.

Proprio in questi giorni mi sono accaduti degli episodi che sinceramente non so definire. Sono rimasta allibita, incapace addirittura di provare una qualche forma di rabbia. Il disgusto ormai regna sovrano!

Era da un po’ di tempo che un mio contatto  facebook, persona che conosco nella vita reale, commentava in modo fastidioso i miei post e le mie foto utilizzando spesso e volentieri un linguaggio poco idoneo, pieno di doppi sensi e frasi sessiste. Ripreso più volte e invitato a moderarsi, ha ovviamente pensato di strafare cercando di ristabilire l’ordine delle cose –io maschio dominate, tu femmina idiota– scrivendo un commento lurido nel quale mi chiedeva in modo ambiguo dove ficcavo scarpe e borse; certi feticismi davvero stento a capirli… ma vabbè! Cercando di evitare un qualunque scontro verbale, l’ho rimosso dai miei amici credendo che la situazione si fosse conclusa. Il tizio, forse per orgoglio o per avere l’ultima parola, mi ha inviato un messaggio sul cellulare (io non gli ho mai dato il mio numero!), offendendomi e invitandomi ad andare da una psicologa; Ah…questi poveri pagliacci che non sanno accettare un pubblico che non gradisce il loro becero umorismo sessista!

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La cosa che più mi ha fatto ridere è stato uno dei suoi ultimi messaggi: “e non rispondere… scema”. Strano che non mi abbia dato della puttana. Wow!

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Qui il diritto di parola è solo dell’ominide fallo-munito che teme di essere spodestato da una femmina- essere per definizione inferiore- che pensa le sia consentito parlare esprimendo il suo dissenso! Per lui è normale poter esprimere il proprio sessismo, in fondo è nato e cresciuto in una società che considera la donna come un pezzo di carne (in alternativa come la madre\moglie devota), bombardato da messaggi patriarcali e misogini. Le stesse frasi da lui utilizzate, ironia della sorte, se rivolte ad un qualunque essere femminile appartenente alla sua famiglia, sono in grado di far scoppiare un conflitto mondiale; se invece vengono dette da una donna questa viene considerata come una poco di buono, volgare… le donne non possono mica avere un linguaggio del genere!

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Chi si lamenta di questo umorismo 2.0, come la sottoscritta, viene ripresa in malo modo, etichettata come la bacchettona che non capisce l’ilarità e che ha sicuramente qualche turba psichica, quando l’unica persona che ha forse bisogno di sgonfiare il proprio ego di – fallito- maschio alfa è proprio lui.  Avrei, probabilmente, dovuto ridere della sua maleducazione e  prendermi le offese in silenzio, remissiva nei suoi confronti e forse ringraziarlo per avermi dedicato il suo tempo? No, grazie! Vedere ragazzi di poco più di 30 anni, voler incarnare il ruolo di maschio dominante in una società dove le donne- seppur con fatica e difficoltà-  sono consapevoli di essere dei soggetti attivi e che non devono più sottostare al voler maschile, è davvero vergognoso ma soprattutto ridicolo. Ti verrebbe davvero voglia di andare dal tipo in questione e fargli una pernacchia  o regalargli una clava raccomandandogli di tornare nella sua caverna.

Ovviamente dopo avergli detto ciò che penso di lui e della sua mentalità arcaica, l’ho bloccato ovunque.

Questo essere troglodita è uno dei più pacati.  Tanti sono gli allegri compari che vanno in giro per i social a insegnare al “volgo” quale siano i veri ruoli che uomo e donna sono chiamati a ricoprire e dare della cagna (termine che, a quanto pare, sta prendendo sempre più piede) e della troia a chi capita. Molti di loro, incuranti del fatto che si stanno rivolgendo a persone reali, esprimono il loro colorito dissenso tramite profili muniti di informazioni stile carta identità: nome, cognome, gruppo sanguigno o chesssò… l’indirizzo della casa al mare! Non si preoccupano di lasciare trapelare il loro maschilismo, anzi, probabilmente questo comportamento per loro è indice di virilità.  Sventolano pubblicamente la foto del matrimonio- loro sì che hanno una brava femmina accanto, mica una zoccola come le tante che stanno sul web- pubblicano #JeSuisCharlie perché tutti lo fanno e quindi fa figo  e disseminano il web di violenza verbale e sessismo che in confronto Alex DeLarge sembra un santone.

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Mi “divertivo”, tempo fa, a leggere i commenti nei post di alcune soubrette e show girl: molti uomini scrivono le varie fantasie sessuali che la tipa  suscita in loro e quello che “vorrebbero fare”; altri commentano come se fossero al banco della carne  e pochi sono quelli che fanno un commento rispettoso. E nel momento in cui il commento spinto lo fa una donna? È una volgare puttana ovviamente. Nascono pagine che, pur avendo scopi puramente ludici, lasciano liberi i propri utenti di commentare in maniera irrispettosa il soggetto femminile di ogni storia raccontata, ogni occasione è buona per dare della zoccola ad una donna! Non importa che tu  abbia scritto “sto andando a fare la spesa” …il commento sessista è sempre in agguato!

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Ma il sessismo non è l’unica cosa che si può ritrovare. Violenza, razzismo, omofobia e via dicendo sono all’ordine del giorno. In tant* lasciano trasparire il loro odio incuranti, protetti da un fittizio scudo-pc. Ovviamente tutte queste scenette descritte non sono solo prerogativa del mondo maschile, ahimè, la solidarietà femminile non è così consolidata come sembra. Tantissime sono le donne che si scagliano nella medesima maniera, se non peggio, nei confronti del loro stesso sesso. Sui social ma anche e soprattutto nella vita di tutti i giorni. Giudicano, deridono e mettono alla gogna in malo modo tutte quelle donne che vanno fuori gli standard imposti.

Poi, chiudendo il pc, disgustata da tutti questi social-macho-Rambo, mi reco al bar a fare colazione e mentre fagocito il mio triste cornetto vuoto ecco che arriva lui, il predicatore!

Il mondo va male perché le donne non fanno più le donne e gli uomini non fanno più gli uomini

Lui probabilmente è uno di quei tizi che dopo il matrimonio ha costretto la moglie a fare la casalinga e a badare i figli (Che per l’amor del cielo! Non c’è nulla di sbagliato nel voler fare la moglie e la mamma, l’importante è che siano delle scelte personali e non un obbligo dettato dalla società, dal marito o da chicchessia!). Uno di quelli che identifica gli uomini che aiutano in casa come degli “zerbini”. Uno di quelli che prova vergogna nel dire che sa utilizzare la lavastoviglie e che carica le lavatrici, perché quello è compito delle donne! Mica l’uomo virile può lavarsi le proprie mutande sgommate!

Si stava meglio prima!-continua il predicatore sorseggiando il suo caffè- Quando le donne stavano a casa senza troppe pretese e il marito tornava a casa e portava la pagnotta! E’ colpa delle donne se la società sta andando in malora, i figli non vengono più seguiti come prima!

Guardo il predicatore con sgomento, rivolgo il mio sguardo alle ragazze dietro il bancone, mi ricambiano con la faccia divertita ma allo stesso tempo disgustata. Io non so se intraprendere una conversazione con la consapevolezza che non porterà a nulla o continuare la mia colazione facendo finta di niente. Scuoto la bustina dello zucchero, strappo la carta, la verso nel caffè e leggo l’aforisma scritto sopra:

“Maschilista convinto lo fanno diventare le donne che giocano a fare l’uomo”

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Perciò, tu donna, che la mattina ti svegli alle 5 per andare a lavorare, smettila di giocare! Licenziati e torna ai fornelli. Tutte le situazioni descritte sono figlie di una mentalità maschilista  e patriarcale che da anni, secoli e millenni, impone quali devono essere i ruoli che uomo e donna devono ricoprire. Nel momento in cui nasci il tuo membro genitale identifica cosa dovrai fare da grande. E spesso, nascere con una vagina non è così bello come si crede.

Mi sento circondata. Forse era meglio stare a casa a leggere un buon libro.

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