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Sessismo “virtuale”

Da Bambolediavole @BamboleDiavole

Mi sono sempre piaciuti i videogiochi ma è solo da relativamente poco che sono una videogiocatrice più abituale, grazie anche al mio ragazzo che mi ha trasmesso la sua passione negli ultimi anni.

Per un lungo periodo della mia adolescenza pensavo (ingiustamente) che fossero cose un po’ per bambini e  mi vergognavo a riprendere in mano il joystick della playstation.

Che gran cavolata! Ora come ora i videogiochi sono per la maggior parte più adatti agli adulti che ai bambini (mi riferisco ai titoli più importanti e prestigiosi ovviamente).

Purtroppo uno dei più grandi pregiudizi legati ai videogiochi oltre a questo è quello che sostiene che i giocatori siano solo uomini e, ahimè, non aiuta il fatto che i creatori di videogiochi considerino il target principale proprio “maschi” giovani ed eterosessuali.

Secondo tantissime persone  infatti le ragazze non giocherebbero ai videogiochi, essendo questa un’attività prettamente maschile.

Più volte quando io e  il mio ragazzo invitiamo amici vari a giocare a qualche videogioco “picchiaduro” (per profani/e: giochi di lotta come “Tekken” o “Street fighter”) per divertirci un po’ mi dicono  cose come “mettimi contro di lei che non saprà giocare” (da ragazze..), “sarà facile vincere” e altre frasi simili, reagendo quasi incredulità quando spieghiamo che gioco regolarmente anch’io.

Lo stereotipo vuole infatti che le ragazze non giochino, giochino meno, peggio o solamente a giochi adatti a loro (insomma giochi di cucina, moda e varie cose “da donna” –ovviamente non c’è niente di male a giocarci- ma limitare il target femminile solo a questo è assurdo!)

Sembra che anche i principali produttori di videogiochi la pensino così in quanto in una gran parte dei titoli considerati “storici” e importanti (come Super Mario bros., The legend of Zelda etc.) si incarna un eroe che deve salvare una fantomatica principessa (ancora???? Ebbene sì!) ed è solo da Lara Croft in poi che esistono protagoniste femminili importanti (e come ben sappiamo la cara Lara è una donna indipendente e forte ma fisicamente rispecchia perfettamente il modello ideale dell’uomo medio e della società dei nostri tempi, almeno nella sua apparenza “classica”- ultimamente hanno cercato di darle un aspetto più naturale).

Ci sono, certo , videogiochi di vario tipo che permettono di usare personaggi femminili e dove questi hanno la loro importanza (per esempio i vari Final Fantasy), inoltre nei “picchiaduro” di cui parlavo prima sono presenti moli personaggi di sesso femminile.

Ma, ahimè, anche in questi ultimi la sessualizzazione estrema non manca, anzi sembra essere un marchio di fabbrica.

Guardate , per esempio, la differenza tra questi due personaggi di Soul Calibur (gioco che io- tra l’altro- adoro per via della grafica spettacolare e dello stile di gioco)

Personaggio Maschile random:

Sessismo “virtuale”

Come potete vedere il personaggio in questione appare illustrato in modo piuttosto ordinario per un gioco e fa parte di quelli con sembianze più umane (a differenza dei mostri di vario genere).

Ovviamente è rappresentato muscoloso e possente, come è normale in un gioco del genere.

Ora analizziamo un personaggio femminile (Anche se ci tengo a precisare che ho scelto il caso più estremo)

Sessismo “virtuale”

(Ho usato l’immagine del modellino perché era l’unica che mostrava il personaggio visto da tutte le prospettive)

Come vedete,  invece, il personaggio considerato “più sexy” (da quando un personaggio disegnato a computer dev’essere sexy non lo so..) appare con questa “armatura” estremamente erotica e lascia davvero poco spazio all’ immaginazione, oltre ad avere un fisico statuario e piuttosto “ideale” (sempre il solito ideale di cui si parlava prima).

La playstation incentiva poi quest’aspetto, eleggendo periodicamente “Il personaggio femminile più sexy dei videogiochi” e celebrando questi con degli “speciali in costume da bagno” sulla sua rivista ufficiale…..(manco si trattasse di un playboy virtuale..)

Problemi più gravi si riscontrano poi quando si gioca online e dal nickname o da una foto l’avversario sa di avere a che fare con una donna.

Devo dire che il non rispetto durante gli incontri on-line è un problema non solo femminile ma di tutti i giocatori…Ho infatti visto più volte messaggi minatori o contenenti offese gratuiti da parte di completi sconosciuti inviati al mio ragazzo e ad amici intenti a giocare a FIFA (uno dei più famosi videogiochi di calcio in assoluto) solo perché avevano vinto.

Ovviamente vista la misoginia diffusa che non ha speranze di sparire quando le giocatrici sono donne queste offese si traducono proprio in vere e proprie “molestie” virtuali, o nell’insultarle per la loro presunta inferiorità di giocatrici.

A questo proposito è stato infatti realizzato un video da varie giovani videogamers che ribadivano la loro parità coi colleghi maschi e la frustrazione che nasce dalle offese online:

Eh sì bisogna sempre fare video, campagne, protestare per aprire gli occhi alla gente sulle questioni di genere!

Certe volte mi sembra davvero impossibile che così tante persone continuino a seguire questi stereotipi antichi e inutili ma evidentemente è così!

Esiste anche un sito che riporta queste offese ma quasi burlandosene e che quindi non è un grande esempio positivo, anzi considerandole divertenti le sminuisce senza capirne l’impatto fortemente negativo. (Purtroppo non riesco più a trovare il link, se qualcun* ne fosse a conoscenza lo può ricordare ovviamente)

Un’azione importante e mirata per migliorare le cose la sta svolgendo Anita Sarkeesian, che ha deciso di filmare dei video che dimostrino e denuncino il sessismo diffuso nei videogiochi e ha chiesto delle donazioni (completamente libere) per poter girare i video e continuare con questo progetto.

La risposta?? Un grandissimo gruppo di misogini incalliti che non riesco neanche a definire ha deciso che era il perfetto obbiettivo di scherzi di cattivissimo gusto che avevano a che fare coi personaggi del mondo “nerd” (disegni di finte violenze sessuali da parte di Mario sulla ragazza e altri disegni disgustosi che chiamavano in causa gli ignari eroi delle consoles) fino ad arrivare ad un divertentissimo gioco online dove lo scopo è quello di picchiare Anita creandole sempre più lividi.

Trovo veramente disgustoso affiancare alle persone serie che  giocano con passione a qualsiasi età a questi…esseri?…non mi viene altro termine per definire chi si diverte con cose del genere!

L’ultimo punto dell’articolo è l’acceso dibattito che ha creato la dichiarazione della casa di produzione Square Enix riguardo al prossimo capitolo di Tomb Raider e cioè che Lara Croft si salverà da un tentato stupro.

Intanto anche se questo episodio ha fatto più scalpore perché Lara è sicuramente famosissima vi erano già state delle rappresentazioni di stupro in altri giochi.

Per esempio in “Heavy rain” (gioco che a me è piaciuto tantissimo) mentre guidavi l’unico protagonista femminile a un certo punto dovevi liberarti da un tentato abuso.

So che avrò una visione diversa da molt* ma per me questo non è un male anche se forse è usato in maniera troppo poco approfondita.

Innanzitutto lo stupro è (come verifichiamo tutti i giorni), ahimè, un’emergenza dei nostri tempi  e ora che i videogiochi sono davvero per persone adulte e vaccinate non trovo da condannare il desiderio di rappresentare un aspetto purtroppo così presente nella società; questo poi non vuol dire che i creatori siano favorevoli –Anche all’interno della saga “Millenium” di Stieg Larsson sono presenti rappresentazioni di violenza anche piuttosto forti ma ci sono proprio per essere condannate.

Ed è questo che intendevo accusando di superficialità i creatori perché non sono contraria a rappresentare la violenza ma vorrei che se ne approfittasse proprio per denunciare quanto è difficile combatterla e quanto sia ancora presente!

Senza dire niente di tutto ciò si arriva a mistificare gravemente, tanto che su una fanzine l’episodio da giocare è stato definito “eccitante” da un ragazzo…(non so se poi il “nerd” in questione abbia usato un termine mooolto infelice-magari voleva esprimere un sentimento di emozione e ansia..- o se invece il riferimento al sesso era volontario; beh, se la risposta giusta è la seconda, siamo mess* ancora peggio di come pensavo.

Per avere rispetto reciproco nel mondo virtuale dovremo prima aver raggiunto la parità effettiva dei sessi e il vero rispetto reciproco nel mondo reale?

Mi sembra una domanda piuttosto retorica…


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