Magazine

Sesso a pagamento con i disabili:in Olanda le

Creato il 22 febbraio 2012 da Upilmagazine @UpilMagazine

“Loro si sentono bene ed io provo belle sensazioni nell’offrire il mio aiuto a chi ne ha bisogno”. Così l’infermiera olandese Tika spiega perché ha deciso di estendere il suo lavoro di assistenza ai disabili anche al sesso, entrando tra i “volontari a pagamento” dell’Associazione per le Relazioni Alternative Sar di Zeist in Olanda, che si dichiara la prima al mondo nata per risolvere questa esigenza ai portatori di handicap impossibilitati a soddisfarla. Il Sar è un’espressione tipica della permissiva cultura laica degli olandesi. Ma è guardata con sempre meno pregiudizi anche dai cattolici da quando Papa Giovanni Paolo II ammonì: “Particolare attenzione merita la cura delle dimensioni affettive e sessuali della persona diversamente abile. Si tratta di un peso spesso rimosso e affrontato in modo superficiale e riduttivo o addirittura ideologico”.
La BBC di Londra ha raccontato il caso delle suore di un ospedale di Oxford, che hanno aiutato un disabile ventenne a trovare una prostituta su Internet per esaudire il suo desiderio di provare cosa è il sesso. A Zeist si sono organizzati. “Con dodici volontarie e cinque volontari consentiamo circa 2.500 contatti sessuali all’anno, richiesti al 95% da maschi e per il resto da donne”, spiega uno dei fondatori del Sar, René Vercoutre, olandese, 65 anni, immobilizzato sulla sedia a rotelle da quando aveva 15 anni. Sposato e padre di due figli, Vercoutre dopo il divorzio non si rassegnò a considerare l’astinenza sessuale obbligata come l’immobilità. Nell’82 fondò l’associazione con altri quattro disabili nella sua Zeist, un piccolo centro vicino a Utrecht. All’inizio emergevano problemi, tra cui richieste “sommerse” di regali costosi dopo le prestazioni sessuali. Poi è stato sviluppato il sistema del “volontariato a pagamento”. Un incontro dura in genere un’ora e mezzo e costa 85 euro, che vanno quasi tutti ai volontari.
Una piccola parte copre le spese del Sar, che opera come un call center autogestito dai disabili. Il prezzo fisso scoraggia gli abusi, l’illusione di coinvolgimenti sentimentali e le richieste troppo frequenti. La “procedura” è semplice: si telefona e si chiede un contatto a casa o in albergo. La volontaria o il volontario valutano la situazione caso per caso. “Più della metà dei clienti - dice Vercoutre - hanno handicap mentali, gli altri fisici. Operiamo in Olanda e nelle zone di confine del Belgio e della Germania. Alcuni clienti arrivano da lontano. Un medico di Roma viene due volte all’anno in Olanda per beneficiare dei nostri contatti”. Molti disabili preferiscono sempre lo stesso partner, altri cambiano frequenza e volontari. Alcuni sono ricorsi al Sar perché volevano provare almeno una volta nella vita. “L’esperienza mi ha fatto capire - afferma Carolien, volontaria del Sar da 15 anni - che il sesso è molto importante per i portatori di handicap e che una prostituta spesso non ha la delicatezza necessaria in queste situazioni. Dopo un contatto soddisfacente i disabili si sentono meglio, si tranquillizzano, guadagnano in autostima. Ero assistente di un medico quando dei pazienti del Sar mi convinsero a provare. In genere i contatti con chi ha ritardi mentali sono più difficili rispetto a quelli con chi ha handicap solo fisici”.
Scettici restano gli organismi assistenziali olandesi. “Solo pochi Comuni - afferma Vercoutre -danno un contributo minimo ai clienti del Sar. Invece andrebbero aiutati tutti i disabili con difficoltà economiche, come avviene per le prestazioni di uno psicologo o di un fisioterapista”. Qualche disabile a volte si innamora. “Noi - dichiara Tika, nome di fantasia - lo incoraggiamo a vivere i suoi sentimenti nel proprio intimo, chiarendogli però che non possiamo ricambiarli. Di questa mia attività parlo solo con pochi amici fidati. In Olanda quello che fa il Sar tanti non lo apprezzano”.
 


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog