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Sesso e Potere

Creato il 06 maggio 2011 da Verymuch

Scritto da Giuseppe Barrera   

 

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Wag the dog è il titolo di una interessante commedia. Apparentemente sconosciuto, il film vede Dustin Hoffman nei panni di un produttore cinematografico e Robert de Niro nei panni di uno spregiudicato assistente di un presidente degli Stati Uniti d'America sotto i rilfettori a causa di uno scandalo sessuale. Per riportare alla normalità il tutto, sopratutto in vista delle imminenti elezioni, gli uomini di questo presidente si mettono in moto per creare diversivi. Del 1997, la pellicola è stata distribuita in italiana con il titolo “sesso e potere”. Per chi come me è abituato a guardare sempre oltre “quel che sembra”, il compito di trovare similitudini con vicende più o meno recenti è stato semplice. Il film dimostra come la realtà sia sempre più finta e come operazioni mediatiche particolari siano possibili. Ovviamente un presidente “impicciato” in scandaletti sessuali c'è già stato. Ma ancora più sottile è il parallelo (se così vogliamo chiamarlo) con il modo di gestire i “media” quando c'è da “creare” una opinione pubblica. L'obiettivo di questi geni della comunicazione non era soltanto quello di far dimenticare lo “scandalo” ma, sopratutto, quello di ottenere una vittoria e quindi una rielezione del presidente in carica. Creare la notizia, dunque, usando uno o più casi come pretesto per un rafforzamento della immagine. Forte della ignoranza della gente nei riguardi delle cose europee, lo staff ha lavorato molto bene tanto da creare notizie relative ad un conflitto con l'Albania prima, ed un martire, un militare caduto per la causa, poi. Qualche giornalista e qualche pensatore invitavano alla lettura con l'atteggiamento inquisitorio del “cui prodest”. Chi trae vantaggio dall'avvenimento? Cercando di scovare una plausibile risposta certamente si giunge a conclusioni prossime alla verità. Forse scomode, ma prossime alla verità. La mia domanda è: sarà vero? O forse i vantaggi sono altri? Penso che la reazione di un uomo qualunque ancora libero da condizionamenti mediatici sia necessariemente il dubbio. Comprendere quali problemi il presidente nord americano abbia in patria è importante per farci capire se un calderone mediatico sia stato utile. Studiare le reali intenzioni in Libia ci farebbe comprendere se è necessario camuffare qualcosa. Analizzare le reazioni del Pakistan è altrettanto utile come cercare di leggere le contraddittorie notizie relative all'azione in se contro il re del terrorismo mondiale. La mia domanda è: sarà vero? O forse i vantaggi sono altri? Penso che la reazione di un uomo qualunque ancora libero da condizionamenti mediatici sia necessariemente il dubbio. Comprendere quali problemi il presidente nord americano abbia in patria è importante per farci capire se un calderone mediatico sia stato utile. Studiare le reali intenzioni in Libia ci farebbe comprendere se è necessario camuffare qualcosa. Analizzare le reazioni del Pakistan è altrettanto utile come cercare di leggere le contraddittorie notizie relative all'azione in se contro il re del terrorismo mondiale. Cosa posso rispondere ai miei interrogativi? Nulla al momento. Mi limiterò ad avere un occhio sempre più critico ed una mente sempre più aperta.

Dunque manipolazione della opinione pubblica con la creazione della notizia e di un inesistente nemico minaccia della libertà!

Orwell credo avrebbe gradito questo genere di fiction!

Lo so, forse il complottismo è una paranoia non salutare ma qualche giorno fa ero indeciso se ridere fragorosamente o sentirmi preoccupato per come si stanno mettendo certe cose di respiro internazionale. L'informazione relativa alle vicende libiche degli ultimi giorni ha fatto si che l'attenzione sia scemata e fatti come la morte di bambini, quali i nipoti di Gheddafi, arrivano ad essere percepiti come effetti collaterali di medicina necessaria. Strano, proprio ora che gli stati importanti si sono buttati sulla vicenda libica l'attenzione è distratta.

Non abbiamo fatto in tempo a razionalizzare cosa stesse succedendo al dittatore libico (amico fino a pochi giorni fa ma subitamente bollato come “canaglia”) che la notizia dell'uccisione di Osama Bin Laden ha fatto il giro delle televisioni di tutto il mondo.

Guardare con occhio attento le foto e analizzare la velocità di un presunto funerale che ha voluto il cadavere di un terrorista buttato in mare fa riflettere. Perchè?

Le mie sono solo considerazioni che lasciano porte aperte a tante risposte non necessariamente concordi. Le mie sono provocazioni che vogliono invitare alla riflessione. Credo che il mancato rispetto di buona parte del programma elettorale di Obama, la difficile questione libica ed il pantano del medio oriente siano già una buona ragione per distogliere l'opinione pubblica da affari importanti. Non ho mai creduto alla figura di Bin Laden come nemico numero uno del mondo occidentale figuriamoci se credo alla versione del funerale in mare.


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