Sesso prematrimoniale: la posizione della Chiesa (e della scienza)

Creato il 31 ottobre 2012 da Uccronline

Nella odierna società pansessualista, figlia della rivoluzione sessuale del ’68, ogni momento della giornata è stimolato da pubblicità, articoli, notizie e intrattenimento a base sessuale. E’ molto difficile offrire un punto di vista differente, se non fosse per la ragionevolezza della posizione della Chiesa, sarebbe quasi impossibile.

In particolare vorremmo parlare del sesso prematrimoniale, in occasione dell’uscita di uno studio scientifico  -pubblicato su APS Psychological Science e realizzato da ricercatori del dipartimento di psicologia dell’University of Texas- che ne sottolinea le controversie. Gli studiosi, attraverso un campione di 1.659 di fratelli dello stesso sesso seguiti dall’adolescenza (età media = 16 anni) all’età adulta, hanno rilevato che le coppie sposate o conviventi che avevano atteso a fare sesso avevano «significativamente ridotti i livelli di insoddisfazione nella relazione». Inoltre, coloro che hanno fatto sesso precoce nella vita, erano portati alla convivenza più che al matrimonio.

Prima di proseguire con studi scientifici precedenti che confermano questi risultati, è bene chiarire la posizione della Chiesa cattolica in merito (qui la visione sull’argomento presente nella Bibbia). Ne ha parlato con autorevolezza padre Maurizio Faggioni, docente di Teologia morale e ordinario di bioetica presso la Accademia Alfonsiana in Roma: «In prospettiva cristiana», ha spiegato, «la sessualità non è un bene di consumo o una fonte di gratificazione fine a se stessa» ma «si colloca nella luce della verità quando l’unione dei corpi simboleggia e compie l’unione delle esistenze e, quindi, esprime una relazione di totale coinvolgimento, di reciproca conoscenza, di corresponsabilità, di condivisione. Unirsi fisicamente al di fuori di questo contesto umano denso e impegnativo banalizza la sessualità, la appiattisce sulla genitalità e la svuota del suo significato più autentico, rendendola una “parola” vuota e superficiale, anche se momentaneamente esaltante». Il cristianesimo chiede all’uomo di essere uomo, di prendere sul serio anche il sesso, dono di Dio.

Ha proseguito il teologo: «L’unione sessuale trova il suo contesto appropriato soltanto nel matrimonio perché solo nel matrimonio, inteso come progetto globale di vita, la sessualità può esprimere le due dimensioni fondamentali dell’amore coniugale, la comunione e la fecondità». Dopo aver fatto una corretta distinzione tra i “rapporti occasionali” e i “rapporti prematuri”, padre Faggioni ha quindi concluso: «nella morale cattolica, i rapporti prematrimoniali non sono solo sconsigliati, ma sono proprio esclusi. La proposta pastorale per due fidanzati è di accordarsi con i tempi e le dinamiche della loro preparazione al matrimonio, crescendo nella giusta intimità e riservando alla vita coniugale l’espressione fisicamente ed emotivamente più completa del loro amore». Davvero interessante, per chi volesse approfondire ulteriormente, questo documento in cui oltre alla dettagliata spiegazione della posizione cattolica sono presenti diverse risposte alle più frequenti obiezioni.

La cosa fondamentale da capire, lo ha spiegato benissimo Mario Palmaro, è che la posizione della Chiesa non nasce per una impuntatura moralistica, né per una voglia di proporre dei sacrifici agli uomini, né per una prescrizione formalistica. Ogni insegnamento della Chiesa «ha un profondo significato antropologico: è proposta perché “fa bene” all’uomo, rispetta e promuove la sua più intima natura, lo aiuta a comprendere in profondità l’essenza del matrimonio».

Che la castità prematrimoniale venga insegnata per il bene per l’uomo (come tutte le verità morali), e non per qualche fissazione sessuofobica, lo rende chiaro l’indagine scientifica. Oltre allo studio citato inizialmente,  nel luglio scorso un team di ricerca presso la Cornell University ha scoperto che «il sesso prematrimoniale può avere degli effetti negativi sulla qualità della relazione». Nel 2010 uno studio pubblicato su Journal of Family Psychology e realizzato dalla Brigham Young University (Utah), ha intervistato 2.035 persone sposate, verificando che il sesso realizzato solo dopo il matrimonio permette di godere di un rapporto più forte e stabile nella vita di coppia. Nell’ottobre 2002 i ricercatori W. Sigle-Rushton e S. McLanahan hanno espresso, su Center for Research on Child Wellbeing della Princeton University, ”preoccupazione” per l’aumento del tasso di sesso prematrimoniale (oltre ad altri fattori), il quale contribuisce ad un «impatto deleterio sui bambini, le famiglie e la società nel suo complesso». In questo articolo altri studi sulle conseguenze della convivenza prematrimoniale (e dunque presumibilmente anche del sesso prematrimoniale).


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