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settimana corta

Creato il 14 marzo 2011 da Luci

questa settimana si apre all’insegna della festa di giovedì e dell’anticonfindustriale, sobillatorio, prigro, fannullone ponte di venerdì.

lunedì, martedì. mercoledì.

poi basta.

ne vogliamo parlare?

quando la mia nonna ha iniziato a lavorare era il 1924, aveva 13 anni, la sua fabbica era una fileria, ci ha lavorato 41 anni.

i primi anni non aveva le ferie.

quando dettero a lei e alle sue colleghe la prima settimana di ferie della loro vita, uscendo dalla fabbrica una sua amica puntò il dito verso il cielo:

“sole! per una settimana comando io!”

lavorava, all’inizio, 12 ore al giorno. era turnista cottimista.

quando è andata in pensione era il 1965 e ne lavorava otto.

ora siamo nel 2011. e mi viene da pensare che i macchinari, i computer, internet, le connessioni veloci, gli arei, le videoconferenze, le telefonate, abbiano velocizzato i ritmi di produzione non solo degli operai, ma anche degli impiegati.

ora, se devo stampare due copie di un documento non devo mettere due fogli bianchi con in mezzo la carta carbone in una macchina da scrivere, ora premo “print” dopo aver scelto “2″ dalla casella “numero di copie”.

qualcuno mi può spiegare, di grazia, perchè devo lavorare esattamente lo stesso numero di ore di mia nonna nel 1965?

qualcuno mi può dire quando è che la gente può vivere, se passa il tempo a lavorare?

detesto sia l’etica del lavoro sia l’etica del riposo, ma non si potrebbe trovare un’onesta via di mezzo?

lasciamo perdere la mia personale situazione, ho deciso io di lavorare lontano da dove abito (direi piuttosto di abitare lontano da dove lavoro) ma immaginate una persona qualsiasi, che esce di casa quando i suoi figli dormono e rientra alle sette di sera.

quando vede i suoi bambini imparare a camminare? mettere un dente? togliere le ruote alla bici?

quando può parlare con un maestro, un professore, un medico?

quando legge un libro?

quando bacia sua moglie o suo marito?

quando, semplicemente, pensa ai fatti suoi? fa un giretto, oppure, tanto per far felice la marcegaglia, si compra una cosa, paga il biglietto di un cinema, di un teatro, di un concerto?

quando, semplicemente vive?

che vita è questa?

a chi appartiene la vita di chi lavora?


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