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Settimana NBA: Butler ancora tra i migliori, Spurs irriconoscibili

Creato il 30 dicembre 2014 da Basketcaffe @basketcaffe

Best of the East

Best Team: Washington Wizards

Non cominciavano così bene dal 1974/75, quando ancora si chiamavano Bullets e sarebbero arrivati poi a giocarsi il titolo alle Finals al termine della stagione. Non male come precedente per i Wizards, che hanno infilato altre tre vittorie consecutive per arrivare al fantastico record di 22 vittorie e 8 sconfitte. Dopo aver demolito Knicks e Celtics, non certo avversari all’altezza quest’anno, è arrivato il prestigioso successo di misura sui Rockets, grazie al season-high da 33 punti di Bradley Beal, in solida crescita nelle ultime uscite. Il vero fenomeno, però, continua ad essere John Wall (17.6 punti e 10.4 assist di media), decisivo tanto per punti nelle mani, quanto in termini di assistenze, che aiutano la squadra della capitale ad essere la quarta squadra di tutta la NBA per assist a partita (25). E’ la difesa un altro punto forte di Washington, la quarta complessivamente nella Lega, con soli 96.8 punti subiti a partita. La vetta della Eastern Conference è un obiettivo concreto, seguire le orme dei Bullets un sogno realizzabile.

Best Player: Jimmy Butler

Jimmy Butler aveva segnato 20 punti soltanto nove volte prima dell’inizio di questa stagione ed il suo career-high erano i 26 della passata regular season contro i Grizzlies. Jimmy Butler in questa stagione ha già scritto venti volte almeno 20 punti e cinque volte è salito oltre i 30. Sta nascendo una nuova stella in casa Bulls e la settimana appena trascorsa non fa che confermarlo. Per Chicago sono arrivate altre tre vittorie, contro Lakers, Pelicans e Pacers, parte di una striscia ancora aperta di sette successi consecutivi che ha issato la squadra della Città del Vento a quota 22 vittorie e 9 sconfitte in stagione. Butler ha segnato 21 punti, con 7/12 al tiro, 6 rimbalzi e 5 assist contro Los Angeles il giorno di Natale, la bellezza di 33, tirando alla grandissima (12/18), contro New Orleans ed ancora 27, con 9 rimbalzi e 4 palle rubate, contro Indiana. Il prodotto di Marquette è la punta di diamante di un roster che sta ritrovano un Derrick Rose ad altissimi livelli e con un Pau Gasol finora decisivo. La rincorsa alla Eastern Conference è appena cominciata.

Best of the West

Best Team: Portland Trail-Blazers

I Blazers sembrano aver capito la lezione: per restare al vertice della Western Conference bisogna vincere sempre. Portland, in settimana, ha messo insieme gli ennesimi tre successi stagionali contro Thunder, Sixers e Knicks, segnando 110 punti di media e subendone appena 94. Portland, finora, ha vinto la bellezza di 25 partite, perdendone soltanto 7, di cui 8 delle ultime 10 giocate e 14 delle 16 tra le mura amiche. I Blazers vanno fortissimi praticamente in ogni aspetto del loro gioco: segnano 104 punti a partita, sesti complessivamente in NBA, raccolgono 46.6 rimbalzi di media, primi assoluti, smazzano 23.1 assist, ottavi nel complesso e subiscono appena 96.5 punti ad uscita, la bellezza di 7.5 in meno di quanti ne mettono a segno. I mattatori di questa annata sono sempre loro: LaMarcus Aldridge (22.9 punti e 10.6 rimbalzi) e Damian Lillard (21.8 punti e 6.3 assist). Oltre a loro, ottima stagione anche per Wesley Matthews, che segna quasi 17 punti a partita. Al Rose Garden sognare è lecito.

Best Player: Russell Westbrook

I Thunder stanno cercando in tutti i modi di restare attaccati alla corsa per i playoff, ma, senza Kevin Durant, la cosa si sta facendo difficile. Fortuna che c’è Russell Westbrook. La settimana di OKC li ha visti trionfare a Natale contro gli Spurs e nell’uscita successiva demolire gli Hornets, prima di arrendersi ai Mavericks a domicilio. La guardia da UCLA sta tenendo ritmi pazzeschi: 34 punti, con 14/28 al tiro, 5 rimbalzi, 11 assist e 5 rubate nella fenomenale prestazione contro San Antonio, poi 29 punti, con 11/21 al tiro, e 6 assist in appena 25 minuti contro Charlotte ed infine 18 punti, 9 rimbalzi, 9 assist e 5 palle rubate nella sconfitta contro Dallas. Le sue medie stagionali sono paurose, dato che segna 28 punti a partita, con 5.7 rimbalzi e 7.3 assist ad accompagnare, per un PIE totale di 19.9, tra i migliori in NBA al momento. Il record piange, con 15 vittorie e 17 sconfitte, i Thunder sono lontani dai Suns (18-14), ma con questo Westbrook ci si può credere fino in fondo.

Best of the Rest

SUMMER SUNS: sei vittorie consecutive per i Suns, ristabilitisi saldamente all’ottavo posto della Western Conference, a un tiro di schioppo dagli Spurs. Kings e Lakers sono le ultime due vittime di Phoenix, che torna ad un record positivo contro le avversarie di Conference (9-8). Merito di un grande Goran Dragic, di un Eric Bledsoe tornato ad alti livelli, dei gemelli Morris e di un ottimo Gerald Green. Il collettivo di certo non manca, le vittorie ora nemmeno.

STRONG LEADERS: non solo Western Conference. Raptors, Hawks, Wizards e Bulls stanno facendo gli onori della Eastern alla grande e, insieme, scrivono 90 vittorie e sole 31 sconfitte, con un record di 33-7 nelle ultime dieci partite giocate complessivamente. Non sembrano soffrire le avversarie dirette (61-21), ma nemmeno quelle divisionali (18-6) o quelle dell’Ovest (29-11), che nelle passate stagioni erano abituate a dominare. Welcome back, East!


 

Worst of the East

Worst Team: Boston Celtics

Dura la vita per i tifosi dei Celtics. Dopo un inizio di stagione per lo meno dignitoso, sono arrivate quattro sconfitte di fila a stroncare i “sogni di gloria” di Boston, battuti consecutivamente da Heat, Magic, Nets e Wizards. Pensate che, se avessero vinto almeno due di queste sfide e magari quella contro Miami, sarebbero a ridosso della zona playoff. Il problema di questi Celtics non è segnare (103.3 punti di media), visto che sono il settimo attacco della Lega, né i rimbalzi (43.5 a partita), né gli assist (25.5), anche se su quest’ultimo aspetto peserà come un macigno l’assenza del giocoliere Rajon Rondo d’ora in avanti. La difesa è il tallone d’Achille di questa squadra: Boston subisce la bellezza di 104.4 punti a partita, 28° retroguardia complessiva della Lega. Finora il leader si è confermato Jeff Green (18.9 punti di media), mentre buone cose si sono viste da Jared Sullinger e Kelly Oklynyk. La post-season resterà un sogno, ancora per chissà quanto tempo.

Worst Player: Jose Calderon

Nella pessima stagione dei Knicks, che stanno distruggendo i loro record di franchigia in negativo di sempre, Jose Calderon sta partecipando attivamente alla giungla degli orrori della squadra della Grande Mela. In settimana sono arrivate, neanche a dirlo, tre sconfitte, parte di una striscia perdente ancora aperta di otto partite, con New York sconfitta nell’ordine da Wizards, Kings e Trail-Blazers. Calderon ha segnato 10 punti di media, con 11/37 al tiro e 4/14 da oltre l’arco, aggiungendo un solido apporto di assist (9) soltanto nella gara persa all’overtime contro Sacramento. Le sue medie stagionali parlano da sole: 9.7 punti di media, il minimo in carriera dalla stagione da rookie, 3.6 rimbalzi e 4.3 assist, mai così in basso nella sua storia in NBA, per un PIE sotto la soglia della sufficienza (8.9). Se i Knicks hanno vinto la miseria di 5 partite sulle 33 giocate e soltanto una delle ultime 19 gare in questa regular season, un motivo ci sarà. O forse anche più di uno.

Worst of the West

Worst Team: San Antonio Spurs

Che sta succedendo agli Spurs? Il record, considerando soprattutto che i texani hanno vinto soltanto quattro delle ultime dodici uscite, è crollato a quota 19-13, soltanto una partita più in alto rispetto ai Suns, che occupano l’ultimo posto utile per i playoff nella Western Conference. Incredibilmente San Antonio ha perso, nell’ultimo periodo, contro squadre di dubbio valore quali Thunder, Pelicans, ma soprattutto Jazz e Lakers ed ha un record negativo tanto contro le avversarie di Division (3-5) quanto contro le avversarie di Conference (11-12). Gli Spurs sono, come al solito, uno dei collettivi migliori di tutta la NBA, con un eccentrico Tony Parker (16.2 punti e 5.2 assist a partita) e un leggendario Tim Duncan (16.1 punti e 10.7 rimbalzi) sugli scudi. Mai come quest’anno, però, ai texani sembra manchi il giusto estro nei momenti decisivi del match e qualcuno che possa deciderli a loro favore. Per intenderci, quello che è stato Kawhi Leonard nelle scorse Finals. Che sia lui a doversi svegliare?

Worst Player: Andrew Wiggins

Non tanto un demerito per la settimana appena trascorsa, in cui ha comunque segnato 27 punti ai Cavs di LeBron James, ma alla stagione, deludente pur considerando che è un classe ’95. Wiggins non ha spostato gli equilibri dei Timberwolves come ci si aspettava da una prima scelta tanto proclamata (solo il compare Anthony Bennett ha fatto peggio negli ultimi anni), anzi Minnesota è crollata all’ultimo posto della Western Conference, con soltanto 5 vittorie nelle prime 29 uscite. L’ala da Kansas segna 12.8 punti a partita, con il 39% tanto dal campo quanto da oltre l’arco, cui accompagna soltanto 3.9 rimbalzi e 1.4 assist di media, per un misero PIE di 5.5. I T-Wolves segnano pochissimo (98.5 punti a partita), soprattutto rispetto all’enormità che subiscono da penultima difesa complessiva in NBA (108.9 a partita), e raccolgono soltanto 41.3 rimbalzi di media. Minnesota ha ormai gettato al vento un’altra stagione. Quando ritornerà ad essere una squadra almeno accettabile?

Worst of the Rest

NO MORE KINGS: il ritorno di DeMarcus Cousins, una delle stelle più splendenti della NBA (24.7 punti, 12.3 rimbalzi e 20.5 di mostruoso PIE), non è bastato a riportare Sacramento tra le prime della classe ad Ovest. Il record, rispetto ad inizio stagione, è crollato in un abisso (13-18) e i Kings hanno vinto soltanto 2 delle ultime 10 partite giocate. Lo score è ora negativo tanto in casa (8-10), quanto in trasferta (5-8) e i playoff sono tornati un miraggio. Peccato.

ITALIANS (NOT) DO(ING) IT BETTER: non un grande momento per i nostri rappresentanti oltreoceano. Marco Belinelli è il migliore finora, con 9.4 punti, 2.7 rimbalzi e 1.5 assist di media, ma soprattutto tanti minuti sul parquet. Danilo Gallinari era in crescita esponenziale, ma è stato fermato da un nuovo infortunio. I Nuggets, già ben al di fuori dei playoff (12-18) soffriranno ancora la sua assenza. Gigi Datome ha giocato 12 minuti complessivamente, con 7 punti, mentre Andrea Bargnani ancora non è sceso in campo. We can do it better!

 

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