Best of the East
Best Team: Indiana Pacers
Serviva una settimana senza imperfezioni per non perdere di vista il treno playoff e tale è stata per i Pacers. Le nettissime vittorie contro Hornets (+19) e Heat (+23) hanno messo in chiaro le cose contro due avversarie dirette, anche se con ambizioni molto ridimensionate dopo gli ultimi sette giorni, mentre l’altrettanto deciso successo sui Knicks (+16) è ordinaria amministrazione quest’anno per chi sogna la post-season. Ora Indiana (35-43) insegue Celtics e Nets, appaiati col medesimo record (36-42) rispettivamente al settimo e ottavo posto di Eastern Conference, anche se l’ultima settimana di gare non sarà delle più semplici a livello di calendario. Si inizia con il facile impegno contro i Pistons, poi, però, arrivano Thunder, in piena lotta playoff ad Ovest, Wizards, che sperano ancora nel terzo posto ad Est, e Grizzlies, desiderosi di non scivolare troppo in basso in Western Conference dopo una stagione stellare. Il rientro di Paul George ha ridato carica e speranze, ora serve soltanto un’altra settimana senza imperfezioni.
Best Player: Isaiah Thomas
Qualcuno ha detto Rajon Rondo? I Celtics sembrano aver definitivamente trovato il sostituto ideale alla guardia volata a Dallas, un leader che sappia guidare la squadra verso un obiettivo che sembrava fuori portata fino a qualche settimana fa. Ed invece, a seguito della sanguinosa sconfitta contro i Bucks, ecco altre due vittorie a lanciare Boston verso i playoff: i C’s piegano i Raptors in overtime con un canestro fenomenale di Marcus Smart allo scadere e successivamente non si lasciano sorprendere dai Pistons. L’eroe di queste ultime due sfide è il nuovo messia che predica basket nel Massachusetts, Isaiah Thomas. Per lui 25 punti e 4 assist contro Toronto, ma soprattutto 34 punti, con 10/17 al tiro, 6 assist ed un mostruoso +35 di plus/minus contro Detroit. Le sue medie a Boston parlando di 19.7 punti e 5.3 assist di media, un vero trascinatore, che ha fatto uscire la squadra dall’abisso della Eastern Conference. Due sfide contro i Cavaliers ed una a testa nuovamente contro i canadesi e Milwaukee decideranno la stagione dei biancoverdi. Sarà ancora Thomas l’uomo della Provvidenza?
Best of the West
Best Team: Los Angeles Clippers
L’ennesima, straordinaria regular season sta per volgere al termine e i Clippers, negli ultimi sette giorni, hanno pensato bene di aggiungere un altro paio di motivazioni per essere orgogliosi di questa annata. Dopo il successo in doppia cifra contro i Nuggets, ecco una doppia vittoria nel back-to-back derby contro i Lakers. Una schiacciante, con 28 punti di margine, e una di misura, ma il succo è che la leadership a Los Angeles non ha cambiato padrone. Al momento le vittorie sono 53 e le sconfitte soltanto 26, ma, nonostante ciò, ad Ovest valgono appena il quinto posto assoluto, per altro a pari merito con gli incalzanti Spurs, sesti. Niente paura, però, perché con un’ultima settimana incandescente i Clippers potrebbero arrivare addirittura al secondo posto di Western Conference, occupato dai Grizzlies a quota 53-25. Sarà proprio Memphis il prossimo, decisivo avversario in calendario, prima di due scampagnate di salute contro Nuggets e Suns. Tutto può ancora succedere e la stagione dei Clips potrebbe subire un nuovo, entusiasmante strattone. Sempre verso l’alto.
Best Player: Kawhi Leonard
Kawhi Leonard – San Antonio Spurs – Immagini fornite da Panini SPA
30 punti rifilati ai Nuggets, 15 alla miglior squadra di questa regular season NBA, i Warriors, 24 ai Thunder, che in teoria dovrebbero avere qualche motivazione in più per vincere, 12 ai Rockets, per riavvicinarsi ulteriormente ai piani altissimi della Western Conference. Nove vittorie consecutive, nove vittorie oltre la doppia cifra di scarto. Gli Spurs sono tornati a dominare ogni parquet in cui si trovino a giocare e Kawhi Leonard sembra tornato il leader e trascinatore visto nelle scorse Finals NBA. Una settimana straordinaria per l’ala da San Diego State: 23 punti di media, con 39/60 al tiro e 7/13 da oltre l’arco, cui Leonard aggiunge la bellezza di 15 palle rubate ed un plus/minus straordinario di +70 negli ultimi 105 minuti di gioco. Numeri incredibili perché arrivati con una media di minuti giocati di poco superiore ai 20 a partita e che incrementano una stagione da 16.5 punti, 7.1 rimbalzi e 2.3 palle rubate di media. La situazione degli Spurs è identica a quella dei Clippers e il calendario propone Rockets, Suns e Pelicans. C’è ancora tempo per un volo verso la vetta.Best of the Rest
NEWS FROM THE MVP(s): l’uno ne mette 41 contro i Thunder, con 6 rimbalzi e 6 assist, ha perso il conto di quante volte sia andato oltre i 40 quest’anno ed è il miglior realizzatore della Lega, con 27.6 punti di media e un PIE di 18.6. L’altro ne mette 45 contro i Blazers con 23 tiri e 10 assist, in stagione mette insieme 23.9 punti e 7.8 assist a partita, oltre a giocare nella miglior squadra NBA di questa stagione. James Harden o Stephen Curry? Questo è il dilemma.
CAVS & WIZARDS ON TOP: la situazione al vertice in Western Conference è esplosiva e ad Est, pur con una decina di sconfitte in più di media, non vogliono essere da meno. I Cavaliers di LeBron James blindano il secondo posto assoluto grazie a quattro vittorie consecutive su Sixers, Heat, Bulls e Bucks, mentre i Wizards di John Wall provano a dire la loro per il terzo con altrettanti successi in fila, contro Knicks, Grizzlies e due volte i Sixers. Finalmente c’è vita, ad Est!
Worst of the East
Worst Team: Miami Heat
Dalle stelle alle stalle, dalle Finals alla probabile esclusione dai playoff. Il tutto nel giro di una stagione, da quando LeBron James, e con lui ogni ambizione di gloria, ha lasciato la Florida e, nello specifico di quest’anno, da quando Chris Bosh è ai box, con il problema al polmone che lo affligge. Gli Heat, nell’ultima settimana, hanno vinto soltanto contro gli Hornets, perdendo le restanti tre sfide contro Pacers, Bulls, ma soprattutto contro i derelitti Pistons, sintomo che qualcosa non sta funzionando a dovere e che la post-season, molto probabilmente, resterà un miraggio. Goran Dragic non pare essersi inserito a dovere a Miami, così come Shabazz Napier, rookie su cui si faceva abbastanza affidamento dopo il titolo NCAA conquistato l’anno passato da MVP, prima di lui. 35 vittorie e 44 sconfitte non bastano per essere della partita. Le sfide con Raptors, Magic e Sixers decideranno la stagione di Miami. Anche se, ormai, non dipende tutto dagli Heat.
Worst Player: Lance Stephenson
tra le grandi compagini della Eastern Conference, sicuri che, con l’innesto di Lance Stephenson, Charlotte potesse aggiungere ancora qualcosa alla buonissima stagione vissuta l’anno passato, soprattutto ai playoff. Già, ma quali playoff? Con le tre sconfitte settimanali contro Pacers, Heat e Raptors e l’unica vittoria, per altro molto sofferta, contro i Sixers, Charlotte è caduta ancora più in basso, ad un record 33 vittorie e 45 sconfitte che, pur incrementato, a meno di un miracolo, varrà alla franchigia appena l’undicesimo posto in Eastern Conference. Stephenson ha rappresentato la più grande delusione di questa annata in casa Hornets: le sue medie sono ben al di sotto della sufficienza, a quota 8.2 punti, 4.5 rimbalzi e 3.9 assist di media, con un misero PIE di 7.7. In settimana ha segnato appena 18 punti in tre partite giocate, tirando 7/19 dal campo e aggiungendo appena 2 rimbalzi e 1 assist, oltre a 5 palle perse. Un infortunio lo sta tormentando, è vero, ma ciò non può giustificare il disastro da lui combinato quest’anno.Worst of the West
Worst Team: Oklahoma City Thunder
Kings, Pacers, Blazers e Timberwolves. E anche quattro vittorie potrebbero non bastare, se i Pelicans facessero filotto contro Suns, Rockets, Timberwolves e Spurs. Una settimana a dir poco disastrosa per OKC ha messo in ginocchio la squadra e l’ha fatta tornare alle spalle di New Orleans, che comunque non ha approfittato a pieno delle disgrazie altrui. La sconfitta contro i Mavericks ha avuto un seguito tragico, con altri tre KO consecutivi per i Thunder, superati di misura da Grizzlies e Rockets e demoliti dagli Spurs. Russell Westbrook si sta confermando leader assoluto di una squadra che ha perso il suo miglior giocatore per infortunio ormai da troppo tempo, ma non sembra decisivo com’era un mese fa e alle sue spalle il team non gira a dovere. 42 vittorie e 36 sconfitte, per una regular season tanto disastrata in termini di infortuni, non sono affatto un cattivo score, ma in Western Conference non bastano e, anche se OKC dovesse arrivare alla post-season, non potrà avere troppe chance contro questi Warriors. Un’annata così, l’anno prossimo si potrà voltare pagina e tornare al vertice.
Worst Player: Norris Cole
Come detto poco fa, i Pelicans hanno sì giovato della pessima settimana dei Thunder, ma non al 100%, come invece ci si sarebbe aspettato, per chiudere una volta per tutte il discorso playoff. New Orleans ha vinto contro i Kings e compiuto l’impresa di battere i Warriors, ma si è fermata due volte, contro i Blazers e, con 36 punti di passivo, contro i Grizzlies, che non erano parsi molto in forma nell’ultimo periodo. Arrivato da Miami, dove ha vinto un paio di titoli NBA, ma non ha mai inciso sui risultati di squadra, Norris Cole, nella città della Louisiana, avrebbe avuto l’occasione di mettersi in mostra, a discapito di un Eric Gordon non in formissima. Ed invece il suo rendimento non si è alzato di livello, tanto che, nelle quattro partite degli ultimi sette giorni, ha messo insieme appena 33 punti totali, con 13/34 al tiro e 4/9 da oltre l’arco, aggiungendo soli 5 rimbalzi e 10 assist complessivi, oltre ad un plus/minus di -51, sempre negativo (anche nei successi), negli ultimi 81 minuti sul parquet. Ci si poteva aspettare molto di meglio.
Worst of the Rest
WAKE UP, BUCKS!: i Bucks di Jason Kidd stanno giocando col fuoco. E, se dovessero bruciarsi, sarebbe difficile cancellare la ferita. Dopo le due ottime vittorie su Bulls e Celtics, ecco altre due sconfitte contro Magic e Cavaliers. Il record torna negativo, 38 vittorie e 40 sconfitte, ora soltanto un paio di gare sopra Boston, Brooklyn e Indiana che inseguono. Due vittorie contro Knicks e Sixers basterebbero a guadagnarsi i playoff, ma Milwaukee non può farsi sorprendere, perché i biancoverdi e i Nets saranno super agguerriti nelle restanti due sfide di questa regular season. Che sembrava poter essere più semplice.
SUNS-ET: cala il tramonto, scende la sera sulla deludente stagione dei Suns, che, fino ad un certo momento di quest’annata, potevano davvero sperare in qualcosa di grande. Invece, con le due sconfitte contro Hawks e Mavericks, è arrivato anche il record negativo a marcare un’altra delusione per Phoenix. Difficile che arrivino almeno due vittorie contro Pelicans, Spurs e Clippers, quindi lo score sembra ormai segnato. Si è spenta la luce, in Arizona.