Magazine Racconti
«Adesso vedrai che mi trasformo in cane. Col mio naso di cane ti annuso, ti scovo, ti trovo. E vedrai che ti trovo. Coi mie denti ti afferro e non ti lascio andare più. E sarò tutta cane. Vedrai se lo sarò!» e lo dice tutto d’un fiato togliendosi il cerone bianco dal viso e le labbra a cuore e il pallino finto-naso e quei quattro raggi-sopracciglia nere. E ride, con stridore rauco di voce di petto mentre il cancro le mangia i polmoni. Tirando da una sigaretta ride «io, con questi occhi che mi hanno disegnato, che non sono donna ma mezzo clown e mezza bambina. Federico ti immagini io cane? Oddio che ridere! fallirei» e Federico ad amarla dalla sua poltrona, immobile lui con un sorriso onnisciente, gli occhi che sono due buchi in confronto a quello scricciolo di clown. «No Federico, basta. Non sognarmi più dentro a vestiti di personaggi che vagano dentro a quella tua testa troppo grande per me. Ti ho dato tanto, tutto quello che avevo, ed io ti ho amato e ti amo, ma non sognarmi più, sono stanca. Mi piace sorprenderti Federico e lo faccio ogni giorno e mi trucco ogni mattina e tiro fuori quello che c’è nella tua testa senza che tu mi dica niente. Lo tiro fuori io il tuo mondo e te lo faccio vedere. E non sono più Giulietta. Sono la tua estensione, Federico, il tuo prolungamento. Tutto quello che tu non sei io lo sono. Sono la membrana che ti separa dal mondo, che è piccolo, Federico, troppo piccolo per te. E per me con te». Federico fa un cenno con la mano destra e rotea gli occhi verso sinistra: la finestra, guai a tenerla chiusa! Giulietta si avvia lentamente a spalancarla, le dispiace lasciar disperdere il calore raccolto in casa, non le piace lasciar disperdere i loro umori al vento. Vorrebbe raccoglierli tutti gli umori, dentro a dei barattoli e porli in credenza. Spalancando le imposte un sussulto scuote quel corpicino esile «Visto? Fa freddo Federico. Copriti bene dai!». Avevano imparato a conoscersi dopo tutti quegli anni insieme e non occorrevano parole tra Federico e Giulietta. Ma a quella chi la tiene, chi è capace di farla stare zitta? E parla e parla, il fuoco dentro. E dopo avere arso insieme e fatto ardere il mondo intero si spengono insieme, a distanza di cinque mesi l’uno dall'altra.
VB
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