L’idea, ormai fissa e ben piantata nella mente del Lettore, è che il Diritto sia la materia noiosa per antonomasia, fatta di un insieme informe di leggi, leggine, regolamenti e qualsivoglia altra diavoleria.
Spesso si parla di “politichese” e di “lingua a parte” come sinonimi di linguaggio giuridico, un linguaggio articolato e ridondante, scritto in maniera tale da poter essere compreso solo da giuristi, dai cosiddetti “addetti ai lavori”, quasi a voler deliberatamente tagliare fuori tutto il resto della società.
In effetti è così, o meglio, così si presenta il Diritto italiano: barocco, pedante, che nulla fa per rendersi interessante, per passare da scientia iuris ad argomento di conversazione. Non è detto però che le cose debbano per forza rimanere immutate. Certo, alcuni potrebbero sostenere che il Diritto debba mantenere il suo giusto grado di incomprensibilità e distacco rispetto a tutto il resto, ma questa non è la scommessa del nostro quotidiano digitale.
L’impegno di Retrò è quello di fondere questa doppia anima del Diritto. Da un lato l’analisi e l’informazione sui temi più tradizionali, imprescindibili, del panorama giuridico italiano, affrontati con un taglio inevitabilmente tecnico e analitico. Dall’altro l’analisi di quelle branche del Diritto che nel panorama dell’informazione anglosassone trasformano in “notizia” ciò che qui è tecnicismo. Vale a dire, quel tipo di notizie che sull’ Economist rendono piacevole e interessante una lettura di Diritto.
Quando ci troveremo a dover trattare le materie usualmente affrontate dalle testate giornalistiche nazionali, ovvero il diritto Pubblico e il diritto del Lavoro, sarà necessario utilizzare la lingua e lo stile tipico del giurista, tuttavia cercheremo di farlo in maniera chiara e senza puntare ciecamente e unicamente alle vicende di Palazzo Madama, Palazzo Chigi o Montecitorio.
Potremo, invece, sguinzagliare la nostra fantasia e, speriamo, stuzzicare la curiosità nel lettore affrontando quelle materie che paiono non interessare alla maggior parte dei quotidiani italiani e che, invece, costituiscono un vero e proprio trend nei paesi anglosassoni.
In collaborazione con la sezione internazionale di Retrò ci impegneremo a colmare queste aree scoperte, frontiere inesplorate dal Diritto italiano ma ben conosciute nei Paesi di Common Law. Al di là delle Alpi si scrive spesso di Diritto dell’ arte, della moda e della musica, si studia il Diritto di internet e delle nuove tecnologie e le evoluzioni del diritto dei media e delle comunicazioni, esistono persino studi specifici di Information Technology (problematiche giuridiche connesse all’utilizzo di software e hardware) e life science.
Sono soprattutto questi gli argomenti sui quali la sezione Diritto e Tributi di Retrò intende scommettere, perseguendo la filosofia “Retrò” in un mondo digitale in costante evoluzione.