Molti di voi forse si saranno resi conto che un’occupazione cara alle nostre nonne è diventata un hobby di tendenza: si tratta del lavoro a maglia ( o knitting).
Non solo si tratta di un’attività creativa e stimolante, ma è anche un’occupazione in grado di generare effetti positivi.
In generale, sappiamo già che questo tipo di hobby può stimolare la mente, alleviare gli effetti negativi dello stress e rallentare il declino cognitivo. Ciò avviene attraverso l’impiego di differenti aree del cervello, in grado di stimolare nuove risorse cognitive.
Uno dei primi studi ad approfondire i benefici del lavoro a maglia a scopo terapeutico ( ricerche precedenti si erano focalizzate sugli hobby creativi in generale) è stato pubblicato nel 2013 sul British Journal of Occupational Therapy. Riley, Corkhill e Morris hanno analizzato i risultati di un questionario somministrato – tramite una community online – a 3545 knitter (perlopiù donne) in tutto il mondo. Si trattava di persone che lavoraavno abitualmente a maglia e che riferivano sensazioni di calma e felicità collegate alla pratica di questo hobby. Chi aveva una frequenza di knitting ancora più elevata ha anche dimostrato di avere livelli di funzionamento cognitivo più alto. Inoltre, dedicarsi al lavoro a maglia in gruppo incrementava la felicità percepita, le capacità di comunicazione e il contatto sociale.
In sintesi, questi risultati ci dicono che lavorare a maglia produce benefici psicologici e sociali in grado di contribuire al benessere e alla qualità della vita: questo potenziale terapeutico meriterebbe ulteriori approfondimenti.
“Knitting is the new yoga”: è proprio così? Se lo è chiesto Christiana Croghan, che in un suo studio del 2013 ha davvero messo a confronto queste due attività. Somministrando lo stesso test a due gruppi composti rispettivamente da 25 praticanti di yoga e altrettanti knitter , ha riscontrato che queste due attività producevano effetti rilassanti simili.
A “sfruttare” questi vantaggi ci ha pensato l’Associazione Gomitolo Rosa, operativa nella Radiologia Senologica del Policlinico di Milano. Il lavoro a maglia viene proposto alle pazienti in attesa degli esiti dei loro esami, per alleviare l’ansia dell’attesa. Ciò che viene prodotto è poi assemblato sotto forma di copertine per neonati, donate alla Clinica Mangiagalli.
Se leggere questo post vi ha fatto venire voglia di sferruzzare, vi segnalo la possibilità di farlo per una giusta causa: il gruppo di knitters “Lana & Caffè” di Codigoro ha creato l’evento Attacchiamoci una pezza. Scopo dell’iniziativa è raccogliere pezze realizzate ai ferri (o all’uncinetto) da assemblare in coperte a fini benefici. Trovare tutti i dettagli sulla loro pagina facebook.