Presentata la mozione di sfiducia. Firme anche dai tre dissidenti e da Pagliaricci.
Mirko Giacobbi
È stata presentata stamattina la mozione di sfiducia nei confronti della giunta Gismondi. Il documento che, di fatto, pone fine all’esperienza amministrativa dell’attuale maggioranza, è stato firmato dall’intera opposizione alla quale si sono aggiunti l’assessore ai lavori pubblici Mirko Giacobbi, l’assessore all’ambiente Niccolò Venanzi, l’assessore al commercio Demis Ranalli e il consigliere di maggioranza Gionata Pagliaricci. Ora non resta che convocare il Consiglio Comunale che voterà la sfiducia, convocazione che deve avvenire entro il 1 novembre 2013. L’esito della votazione appare scontato.
Niccolò Venanzi
Ma ci sono molti punti di rilievo in questo ulteriore, per quanto previsto, sviluppo della vicenda iniziata venerdì 27 settembre con un Consiglio Comunale che non approvava il bilancio di previsione aprendo una crisi mai vista prima a Montegranaro. Il primo è il fatto che la mozione sia stata presentata congiuntamente dall’opposizione e dai dissidenti della maggioranza. Appare curioso questo avvicinamento tra due posizioni fino a ieri opposte. Per esemplificare: come fa il capogruppo di Progetto Veregra Perugini a concordare con le posizioni dell’assessore Giacobbi, più volte oggetto dei suoi (sacrosanti) strali? Come fa il capogruppo di Liberi per Montegranaro Ubaldi ad apporre la sua firma sullo stesso documento firmato dai tanto vituperati Ranalli e Venanzi?
Demis Ranalli
Altra anomalia: il consigliere Pagliaricci in 27 settembre si asteneva sul bilancio. Evitava quindi di prendere posizione. Ora, però, non esita a firmare la mozione di sfiducia anche se, essendo stato redatto un documento unico, la sua firma non era indispensabile per il raggiungimento del quorum. Cosa vuol dire questo suo repentino mutamento di posizione? Cosa l’avrà convinto nel giro di pochi giorni della necessità di mandare a casa Gismondi?
Gionata Pagliaricci
L’anomalia più grande, però, rimane l’adesione alla sfiducia dei tre assessori tuttora in carica. In sostanza i tre si sono sfiduciati da soli, essendo ancora parte della giunta che intendono abbattere? Come mai non sono state riconsegnate le deleghe prima di presentare la mozione? Si aspettava che fosse Gismondi a ritirarle offrendo un ulteriore pretesto per essere attaccato? O magari rinunciare a un altro mese di indennità può risultare difficile? Fatto sta che l’atteggiamento dei tre, anche in questo caso, tutto è meno che trasparente.
Gianni Basso
Infine una considerazione sulla figura di Gianni Basso che, anche in questo caso, mantiene le distanze. Dopo essersi, infatti, astenuto in occasione del voto sul bilancio nonostante l’intervento ferocissimo contro Gismondi tenuto pochi minuti prima, ora la sua firma sul documento di sfiducia non c’è. Basso è uomo intelligente e sapeva di non aver bisogno di sporcarsi le mani con questa ulteriore coltellata, tanto più che i suoi fedelissimi se le sono ben volentieri sporcate di nuovo per lui. Ancora una volta esce formalmente intonso da un bagno di sangue.
E il sangue, vale la pena ribadirlo, è più che altro quello dei cittadini di Montegranaro. Si poteva votare il bilancio e presentare ugualmente una mozione di sfiducia senza privare la città della legge economica che ne regolerà la vita nei prossimi mesi, condannandola così a rimanere paralizzata fino a dopo le prossime elezioni. Ma per far questo occorreva mettere al primo posto il bene di Montegranaro.
Luca Craia