I renziani a tutto tonto sono sfortunati. Qualche settimana fa, per convincermi di quanto io fossi dalla parte del torto ad essere "antirenziano", e per illustrarmi le "magnifiche sorti e progressive" del renzismo, un renzino mi informava di una cosa che era a conoscenza anche della mia colf albanese: guru economico di Renzi era - nientemeno - tale Yoram Gutgeld, senior partner - ri/nientemeno - della McKinsey. E concludeva il suo arrapato intervento con questa frase: "sempre che tu sappia cosa sia la McKinsey".
Ho dovuto perdere del tempo a tranquillizzarlo. Si, sapevo cosa fosse la McKinsey. Anche perchè il caso vuole che io come ggiovane dirigente d'azienda mi sia servito della McKinsey quando il guru Yoram Gutgeld aveva 11 anni, e forse era in prima media inferiore.
Ma tant'è... la parola d'ordine un paio di mesi fa era: masturbarsi in massa guardando la foto di Yoram Gutgeld e leggendone la biografia. Ma - devo confessarlo - io fatico sempre ad arraparmi sulle apologie dei guru. E così leggo i programmi.
Per esempio, nel programma di Renzi/Gutgeld, c'era una scemenza abissale: il programma di ridurre dal 133% al 103% del PIL il debito pubblico italiano in tre anni. Ditemi voi: chi non si farebbe una pugnetta dvanti ad una idea così bella? Peccato che il Guru di Renzi non spiegasse compiutamente dove avrebbe trovato il danaro. In fondo, si trattava solo di trovare 500 miliardi in tre anni... O, se preferite, oltre 300.000 miliardi di lire all'anno per tre anni...
E peccato che mentre tutti hanno riso (giustamente) per la proposta di Letta di abbassare il cuneo fiscale in misura tale da portare in ogni stipendio basso ben 8 euro al mese in più, nessuno abbia spernacchiato i plauditores dell'dea di Renzi, mutuata dal guru Yoram, di dare 100 euro in più al mese (non all'anno) agli stipendi più medio-bassi. Quanti sono? a che livello uno stipendio è medio-basso? Il Guru non dice. Renzi non chiede. Ma una cosa è certa: che se Letta faceva fatica a trovare 100 euro all'anno (8 euro al mese), i due-due non fanno fatica a trovare una somma 12 volte superiore. Come? Dove?
...vuolsi così colà dove si puote. Di più non dimandar...Anche qui, siamo ai baci perugina. Ma tant'è: siamo obbligati a masturbarci in massa, perchè la grande idea è di Yoram Gutgeld della McKinsey (non so se avete mai sentito nominare la McKinsey).
Fra i maggiori "istigatori alla masturbazione di massa", c'era il solito "Europa Quotidiano" (diretto da Stefano Menichini) che faceva una sfacciata campagna pro-Renzi ( una delle fazioni del PD), attraverso un giornale finanziato da TUTTO il PD; anche e soprattutto da quello della "nomenklatura da rottamare". A partire da quello di Cuperlo.
Riporto in calce la marchetta del 31 luglio 2013 (non di mille anni fa) di Europa Quotidiano, a firma di :
Governo McKinsey - Il "ministro dell'economia" di Matteo Renzi ha parlato ieri del suo programma di rilancio tra privatizzazioni, tagli mirati e welfare Per soli adulti: Yoram Gutgeld e Matteo Renzi in formato "Europa"Un quarto di secolo in McKinsey, antica e prestigiosa multinazionale yankee della consulenza strategica alle imprese, un'azienda delle aziende che da quasi novant'anni "produce" il management o supporta quello esistente nei colossi mondiali di ogni settore produttivo. Ieri, Itzhak Yoram Gutgeld, deputato Pd che si sta costruendo una posizione da "ministro dell'economia" di Matteo Renzi, ha presentato a Roma il suo "rilancio economico che parte da sinistra" dal sottotitolo eloquente: "Come far ridere i poveri senza far piangere i ricchi".
Poco meno di un'ora per spiegare le linee guida di un programma (a novembre diventerà un libro) che, pur senza aver ricevuto un abbraccio esplicito da parte di Matteo Renzi, ha richiamato un via vai di componenti della corrente vicina al sindaco di Firenze: dal ministro Graziano Delrio a Paolo Gentiloni, e poi Lorenza Bonaccorsi, Ernesto Carbone, Stella Bianchi, oltre a Dario Nardella che, insieme a Gutgeld, ha organizzato la mattinata. Ospite dell'incontro il presidente di banca Mps, Alessandro Profumo (ex McKinsey) [...] (...che efficienza... meno di un'ora - convenevoli inclusi - per illustrare il programma per far rifiorire un paese che sta sprofondando a livello Grecia Meridionale... NdR)
Gutgeld ha chiarito subito la natura cross-ideologica del suo programma (...azz... cross-ideologica, mikakazzi... NdR) aggredendo i luoghi comuni sul rapporto tra spesa pubblica, debito e crescita di destra e di sinistra. Se da una parte "occorre una nuova matematica politica. Bisogna far passare il concetto che i privilegi regalati non sono più diritti difendibili" (...ri-azz... E ci voleva la "McKinsey.non-so-se-l'avete-sentita-nominare? Una cosa così la dice anche - gratis - la mia giornalaia... NdR) necessità che richiede "una riforma costituzionale che consenta di smontare i privilegi acquisiti", dall'altra Gutgeld spiega che "uno sviluppo con più equità, una crescita fondata su uno stato sociale, se gestiti bene, possono essere motore di sviluppo".
In concreto tagli alle cosiddette "pensioni d'oro" per finanziare l'inserimento di 500mila giovani nel mondo del lavoro anche grazie all'introduzione di un contratto unico a garanzie crescenti. Misure per la riduzione del gap tra le tasse pagate dal cittadino e il godimento dei servizi sociali. Una parola su tutte: efficienza.
Capitolo a parte quello sugli investimenti pubblici: "Dal 2000 al 2010 abbiamo investito per 10 miliardi, più della Germania, ma spendendo male". Il ragionamento è semplice: la spesa corrente è migliorabile, mentre alcuni investimenti pubblici, tradizionalmente considerati traino dell'economia nei periodi di crisi economica, hanno avuto risultati catastrofici.
Un provvedimento immediato, sul quale Gutgeld ha fatto capire che potrebbe essere ingaggiato anche il governo Letta, è il taglio dell'Irpef di 100 euro al mese alle fasce medio-basse. Una misura che potrebbe essere finanziata attraverso la privatizzazione del patrimonio pubblico, non solo quello immobiliare, ma anche quote di Eni ed Enel (...non è una grande idea? finanziare la spesa privata, vendendo patrimonio pubblico e pezzi di società che danno dividendi allo stato? NdR)
Un programma che richiede, per essere realizzato, di risolvere "il problema dei problemi dell'Italia, quello della qualità della sua classe dirigente". Un'idea in proposito Gutgeld sembra averla. "Ci servono 10 ministri che assomiglino ad amministratori delegati come quelli che abbiamo qui" ha detto indicando Profumo e Landi. Un'idea di classe dirigente che assomiglia tanto a un'idea di esecutivo (...insomma, senti parlare questo, guru di quell'altro, e ti viene in mente il Berlusconi che in Confindustria lisciava il pelo agli industrialotti dicendo "sono uno di voi, capisco i vostri problemi... NdR)
Dunque, riprendiamo il filo. Ancora ai primi di dicembre nessun giornale aveva il minimo dubbio. Chi è il prossimo Consigliere Economico di Matteo Renzi? Opinionisti, retroscenisti e camionisti, compatti, non avevano il minimo dubbio: Yoram Gutgeld. Uno che viene dalla McKinsey! Non so se avete mai sentito nominare la McKinsey!
Invece il 10 dicenbre esce la lista dello staff di Renzi, e... cucù, cucù... Yoram Buon Danaro non c'è più...! c'è tale Filippo Taddei. Che sarà anche bravo ma, cribbio! non viene mica dalla McKinsey! Chi vuole sapere da dove arrivi clicchi sull'immagine e legga l'articolo completo. Magari si scopre che ci sono altri pensatoi, al mondo, oltre la McKinsey...
u Ma chi volesse saperne di più su quale danno abbia subito l'umanità con la sparizione di Yoram Gutgeld , può leggere questo breve sunto s Huffington Post : un mix di proposte strampalate che navigano fra l'inutile, il dannoso, e l'incostituzionale. Addio alla McKinsey, senza rimpianti.
Tutte qui, le magre del "nuovo che avanza"? No. Non dimenticheremo mai le performances della ggiovane Marianna Madia, che va a parlare di probleni del lavoro (Renzi le ha messo in testa l'art. 18, il "toccasana") non già con Giovannini, Ministro del Lavoro, ma con Zanonato, Ministro dello Sviluppo Economico. Si giustificherà dicendo che ha sbagliato portone. I due ministeri sono così vicini... Facciamo un colletta. Regaliamo un Navigatore Tont-Tont alla Marianna, che altrimenti la va in campagna - dove il sole tramonterà, tramooonterààààààà...
Ma il Ministro Vero del Lavoro, Giovannini, cosa pensa del Progetto Lavoro (...pardon... Job Act è più figo...) di Renzi/Madia, che deve arrivare da un momento all'altro, ma non arriva mai? Sulla base delle poche indiscrezioni che corrono, Giovannini non ha il minimo dubbio. E' lapidario:Enrico Giovannini, Ministro del Lavoro, spara a zero su Matteo Renzi e dice chiaro e tondo quel che pensa: rendere il lavoro il più possibile stabile è obiettivo del Governo, ma il contratto unico non basta e il "job act" di Matteo Renzi non va bene. È un attacco un po' a freddo, costruito con l' Ansa, che attorno alle parole di Giovannini ha aggiunto flash di Elsa Fornero e dei Giovani Turchi del Pd. La sostanza è giusta: il Job Act di Renzi è una fiera scemenza.
Enrico Giovannini, ha parlato la vigilia di Natale e la sera di Santo Stefano. L'Ansa ha di nuovo riferito come il ministro abbia commentato, in questi giorni di festa, il piano per l'occupazione del neo segretario del Pd, Matteo Renzi, sottolineando che sui neoassunti non si tratta di proposte nuove e che c'è ancora confusione sulla materia.
Aggiunge il preciso cronista dell'Ansa che una bocciatura del 'Job Act' di Renzi arriva dai ' Giovani Turchi': si "rischia di cadere nello stesso errore" di Elsa Fornero con un piano che puntando sui "meccanismi che regolano il mercato del lavoro (i contratti), anziché sulle gambe della crescita, nella migliore delle ipotesi è inutile".
Critico è stato, riferisce l'Ansa, lo stesso ex ministro Fornero nel ricordare che estendere il sussidio di disoccupazione a 24 mesi può costare 30 miliardi.
Torniamo a Giovannini: "Riuscire a rendere più stabile il lavoro è una esigenza che tutti abbiamo. Abbiamo introdotto un incentivo per le imprese che trasformano in tempo indeterminato un contratto a tempo determinato. Dobbiamo vederla la proposta che farà Renzi e il suo team, perché ce ne sono varie di versioni" [...]
Bene, per oggi ci fermiamo qui. Anche perchè ogni volta che digitiamo la parola "renzi" rischiamo di farci venire il c.d. "tunnel carpale". Ma i renzini non temano: non li lasceremo mai soli. Come potremmo? Renzi vuole governare Firenze, il PD, l'Italia, e se possibile anche la Cina e la Tanzania. Come potremmo disinteressarci a Renzi. Semplicemente, non potremmo