Il caso, l'assedio mediatico, le troupes televisive schierate: questo è stato Rosarno negli ultimi giorni. Nessuna telecamera, nessuna inchiesta del Tg1 di Minzolini, nessuna tolleranza zero dello stato, nei mesi ed anni precedenti di degrato, sfruttamento e malavita organizzata. Gli immigrati regolari o meno (non mi interessa per niente discriminare gli uomini) hanno la colpa di essere stati sfruttati come bestie da malavita ed onesti imprenditori agricoli. Si sono ribellati dopo aver subito attacchi continui dai "bravi" ragazzi calabresi affiliati alle cosche. Gli schiavi moderni hanno alzato la voce contro la mafia in una terra d'omertà. Maroni ha dichiarato che c'è stata troppa tolleranza nei confronti degli sfruttati: è come dire alla famiglia di una persona appena trucidata che lo Stato è troppo tollerante con la vittima e la sua famiglia. Gli assassini vengono dimenticati. Gli sfruttatori diventano salvatori datori di lavoro. Abbiamo perso la ragione.La Chiesa ha risposto, i vescovi hanno condannato, i preti si sono indignati ma non sembra che i piani alti della Cei abbiano messo lo stesso impegno che sfoderano quando si parla di aborto o eutanasia (forse un grumo di cellule vale più di 8o kg di senegalese). Il Pd ha fatto un po' di polemica con Maroni, ma, come dice Michele Serra oggi, non è stato presente, non era lì. Il partito, escludendo poche persone "illuminate", è troppo assente. Ora tutto tace grazie all'intervento puntuale (del quale si è vantato) del ministro dell'interno, intervento che potremmo tradurre in una parola che descrive meglio ciò che è accaduto: deportazione. Quale società moderna può definirsi civile quando sul suo territorio accadono queste cose?
Il caso, l'assedio mediatico, le troupes televisive schierate: questo è stato Rosarno negli ultimi giorni. Nessuna telecamera, nessuna inchiesta del Tg1 di Minzolini, nessuna tolleranza zero dello stato, nei mesi ed anni precedenti di degrato, sfruttamento e malavita organizzata. Gli immigrati regolari o meno (non mi interessa per niente discriminare gli uomini) hanno la colpa di essere stati sfruttati come bestie da malavita ed onesti imprenditori agricoli. Si sono ribellati dopo aver subito attacchi continui dai "bravi" ragazzi calabresi affiliati alle cosche. Gli schiavi moderni hanno alzato la voce contro la mafia in una terra d'omertà. Maroni ha dichiarato che c'è stata troppa tolleranza nei confronti degli sfruttati: è come dire alla famiglia di una persona appena trucidata che lo Stato è troppo tollerante con la vittima e la sua famiglia. Gli assassini vengono dimenticati. Gli sfruttatori diventano salvatori datori di lavoro. Abbiamo perso la ragione.La Chiesa ha risposto, i vescovi hanno condannato, i preti si sono indignati ma non sembra che i piani alti della Cei abbiano messo lo stesso impegno che sfoderano quando si parla di aborto o eutanasia (forse un grumo di cellule vale più di 8o kg di senegalese). Il Pd ha fatto un po' di polemica con Maroni, ma, come dice Michele Serra oggi, non è stato presente, non era lì. Il partito, escludendo poche persone "illuminate", è troppo assente. Ora tutto tace grazie all'intervento puntuale (del quale si è vantato) del ministro dell'interno, intervento che potremmo tradurre in una parola che descrive meglio ciò che è accaduto: deportazione. Quale società moderna può definirsi civile quando sul suo territorio accadono queste cose?
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