Magazine Politica Italia

Sgarbi, le capre e il nuovo codice penale

Creato il 07 gennaio 2016 da Postik @postikitalia

Sgarbi, le capre ed il nuovo codice penale

di Piero Sanzo

Dopo la recente denuncia da parte di una associazione animalista contro Sgarbi, reo di aver leso l’onore della capra, utilizzandone il sostantivo con chiaro intento dispregiativo, gli animalisti stanno cavalcando l’onda portando avanti altre iniziative al fine di porre fine, una volta per tutte, all’uso discriminatorio di alcuni nomi animali da parte del genere umano.

D’altra parte Sgarbi si è senza dubbio macchiato di una grave mancanza paragonando il docile caprino a uomini dotati di scarsa capacità elaborativa e cognitiva. In effetti se ci mettiamo dalla parte delle capre, possiamo tranquillamente capire come non fosse  più tollerabile tale continuo abuso. Quindi ben vengano iniziative del genere, in fondo il nostro sistema di giustizia, famoso per la sua celerità, si spera sappia dare il giusto peso a queste crociate a difesa del mondo animale.

Come anticipavamo, questa denuncia, ha fatto si che alcune associazioni animaliste, conoscendo il detto, battere il ferro fin che è caldo, approfittando dell’ondata di profondo sdegno dell’opinione pubblica, stanno discutendo con il governo una legge al fine di proteggere l’onore di alcuni animali che nell’uso comune e incivile dell’italico volgo sono utilizzati come epiteti verso altri umani, senza tener conto dei sentimenti degli incolpevoli animali.

Se dovesse passare la legge, saranno dolori per tutti in quanto dovremo stare attenti pur nel perdere le staffe al fine di evitare sanzioni pesanti da parte degli inflessibili tutori dell’ordine, che saranno istruiti a non aver alcuna pietà contro i trasgressori.

Da alcune indiscrezioni sembra che saranno messi al bando termini come :

Zoccola, in quanto a Napoli, e nel Sud, la zoccola è  la femmina del topo:  dal latino “sorcula”, da sorex=topo. Prima espressione tipicamente locale, oggi invece uniformemente diffusa su tutto il territorio nazionale.

Quindi essendo lesiva per questi simpatici anche se luridi roditori, dovremo virare sul romano Mignotta o l’italico Prostituta se si vorrà ingiuriare qualcuno/a. Forte il dibattito sul termine “Lucciola” alla fine sembra che avendo una valenza vagamente romantica del mestiere più antico del mondo, il termine sia stato considerato dalla giuria degli animalisti che stanno assistendo i giuristi, ammissibile e non offensivo per questi piccoli insetti coleotteri appartenenti alla famiglia dei Lampyridae. Mentre assolutamente da evitare il termine Troia per dubitare della moralità delle madri altrui o dei comportamenti lascivi di alcune signorine. Il maiale è un animale messo sotto stretta tutela dai probiviri eletti dalle associazioni animaliste. Quindi addio ad offese o appellativi scherzosi del genere sei un Porco o sei proprio un Maiale.

Saranno a rischio denuncia anche i politici che useranno il termine Sciacallo, dovranno quindi virare su persona che approfitta di altrui disgrazie a proprio vantaggio.

 Insomma saranno banditi tutti i riferimenti offensivi che ledono la sensibilità degli animali, mai più Serpe ad una persona cattiva o Verme ad un essere viscido, dovremo cambiare il nostro lessico al fine di tutelare l’onore e l’orgoglio dei nostri amici animali. E se proprio non sei capace a far nulla, non vi sognate neanche di dire Cane. Per chi offende il miglior amico dell’uomo sono previste le pene più pesanti.

Piero Sanzo, sito dell’autore ParoleAffumicate

commenta: Sgarbi, le capre e il nuovo codice penale

Vignetta Tomas: vignettista.blogpost.it


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog