Magazine Cultura
Ho una rubrica su SUONO in edicola, si intitola Shades Of Blue, e racconto storie. Quella che segue è la storia pubblicata sul numero di luglio.
C'è questo momento dello show di Bruce Springsteen & the E Street Band in cui una ragazza sale sul palco per ballare con il Boss. Ai vecchi tempi il pezzo era Rosalita, dopo il 1984 è diventato Dancing In The Dark. Nello show a San Siro del 7 giugno 2012 la ragazza che sarebbe salita sul palco portava in mano un cartello e sul cartello c'era scritto "May I Dance With Jake?" (posso ballare con Jake?) dove Jake è Clemons, il nuovo sassofonista, il nipote di Big Man. La ragazza è effettivamente corsa nel mezzo del palco a ballare a fianco del sassofonista intento in un assolo che si è prolungato e prolungato e prolungato per l'estasi del pubblico. A chi mastica storia della musica questo episodio non può non evocarne un altro, straordinario, avvenuto mezzo secolo prima, nel 1956 a Newport nel New England. Al posto di Bruce Springsteen c'era Duke Ellington, che sarebbe poi passato alla storia come uno dei musicisti più geniali del XX secolo. La big band di Duke era stata una delle più apprezzate nell'epoca dello swing negli anni 30 e 40, quando (ed era così dall'inizio del secolo) il jazz non era una musica di nicchia per iniziati o per intellettuali, ma era "la musica popolare" e le sue canzoni erano i successi del momento. In particolare l'era dello swing fu un momento d'oro per il jazz, con fenomeni di popolarità se non di isteria paragonabili a quelli del rock & roll nella seconda metà degli anni 50. C'erano ballerini che seguivano le big band come i fans avrebbero seguito in futuro band come i Grateful Dead o i Phish o Dave Matthews Band. Poi un po' alla volta le cose cambiarono, la popolarità dello swing andò scemando, le big band divennero troppo costose da mantenere e cominciarono a sciogliersi. Arrivò un nuovo jazz di rottura, il cool, al prezzo però di lasciarsi indietro il grande pubblico, consumando un divorzio che non si sarebbe mai più sanato. Negli anni 50 il jazz moderno era rappresentato dal dinoccolato cool della west coast e dal cupo hard bop della costa atlantica. La band di Ellington aveva perso per strada alcuni dei suoi più popolari elementi e le scritture stavano scemando, al punto che non bastavano più per pagare gli stipendi che dovevano essere rimpinguati da Ellington stesso con gli introiti dei diritti d'autore. Erano state accettate scritture non all'altezza dell'antica star del Cotton Club, cose simili agli spettacoli alla Holiday On Ice. A peggiorare le cose Duke Ellington non aveva più neppure un contratto discografico. Nell'estate del 1956 l'organizzatore del Festival Jazz di Newport pensò ad Ellington e lo invitò a partecipare, unica big band in cartellone. Il Duca era in qualche modo considerato dal pubblico un c'era-una-volta ed ad un certo punto dello show erano parecchie le sedie vuote. Alcuni degli spettatori si stavano già allontanando quando la Duke Ellington Band iniziò un pezzo molto coinvolgente intitolato Diminuendo in Blue and Crescendo in Blue. L'elettricità si riaccese e furono in molti a sintonizzarsi mentalmente con la musica che arrivava dal palco. Ad un certo punto durante l'assolo si sax di Paul Gonzalvez una bella donna bianca iniziò a ballare rapita dal ritmo, trascinando nell'entusiasmo gli altri spettatori. Il Duca, seduto al pianoforte, se ne accorse e percepì di avere agganciato l'attenzione di quel pubblico, così fece cenno a Gonsalves di proseguire nel suo solo. Gonsalves suonò e suonò e suonò improvvisando su temi che non aveva preparato mentre la ragazza continuava a danzare vorticosamente sotto il palco (in un'intervista un musicista dice sul palco) ed il batterista aumentava il ritmo esaltando il resto della band ed il pubblico. L'assolo di sassofono andò avanti per più di dieci minuti evocando la bellezza di quattordici temi diversi prima che lo sfinito Gonsalves si arrendesse. Non era il genere di cose che si vedevano ogni giorno nei primi anni 50 ed il pubblico era in delirio. Erano in scaletta altri due pezzi, ma anche al termine di quelli il pubblico non se ne voleva più andare. Arrivò un bis cantato e Duke salutò il pubblico e lo ringraziò ma poi parve ripensarci e rispedì i musicisti al proprio posto per un ulteriore bis che comprendeva un assolo di batteria (Bruce: nulla di nuovo sotto il sole). Il concerto di Newport ebbe una vasta risonanza e la Columbia Records si propose di metterlo su disco. In un primo momento Duke, che non era pienamente soddisfatto delle registrazioni, decise di registrare il disco in studio aggiungendo degli applausi (non esisteva ancora una cultura dei dischi dal vivo, ma la decisione era comunque sbagliata per l'importanza che quel particolare show rivestiva anche come documento storico); più di recente dagli archivi saltarono fuori tutti i nastri originali e Duke Ellington at Newport 1956 Complete fu stampato. Sarebbe stato il disco più venduto della band e quello che riaccese la carriera del grande musicista, che in seguito avrebbe inciso suite orchestrali e persino musica sacra e musica a tema come la New Orleans Suite, la Far East Suite o Sweet Such Thunder dedicata a William Shakespeare. Duke Ellington, grande fumatore, morirà di cancro ai polmoni il 24 maggio 1974 all'età di 74 anni. Più o meno il giorno prima era morto (per overdose) il sassofonista Paul Gonsalves, autore dell'assolo di Diminuendo and Crescendo in Blue, ma nessuno aveva avuto il coraggio di dirlo ad Ellington.
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