Magazine Per Lei

She's back

Creato il 27 giugno 2011 da Stimadidanno

She's back

fonte web non ricostruibile

La Putrida.
Mica è sparita, eh? Era solo in letargo: si annoiava ai discorsi minimalisti, sghignazzava durante tai chi, alle richieste assurde di G. avrebbe reagito esattamente come lei, urlando e pestando i piedi.
Insomma, per non combinare troppi casini, durante l'inverno si è appisolata quasi tutto il tempo, svegliandosi solo per ascoltare un po' di musica.
Esattamente tra una settimana - Bionda in montagna e campo libero - sarà la riscossa della Putrida. Dell'istinto e dei pensieri sciolti. Dei non-orari. Dei fuori pista mattutini per bere insieme a M. il caffè migliore del centro. Degli sbagli e dei recuperi in corner. O dei non recuperi, ma proprio per niente. Giù in picchiata.
M. mi guarda e ride, un filino preoccupato per l'onda d'urto: teme la geisha matta infrasettimanale! non capisco perché...
Ecco, tieni Putrida, il post di oggi è tuo.
Che ci dici? Ah, ok, è il momento dei fatti mai raccontati qui esplicitamente.
Vai pure a briglia sciolta, con questo caldo a noi dello stile che ci frega.
Una coppia, credendo sistemate le questioni di sopravvivenza (salute, lavoro, equilibri, varie ed eventuali...), decide di volere un bambino.
Tardi, ma cavolo, prima non sarebbe stato razionale. Ahahahah si affidavano ancora alla razionalità, imbecilli.
Si fa sempre più tardi.
Attesa, ciclo, delusione.
Oppure: Attesa, di nuovo attesa, un altro giorno, test, delusione, ciclo, conferma delusione.
Calma, ragioniamo. C'è un ginecologo qui nel condominio. Si prova.
Che dici? La società è in ritardo con il pagamento dello stipendio? Sarà solo un periodo di stasi, e poi basta, aspettiamo da troppo tempo, su su su...
Daremo dei limiti alla medicalizzazione, però, su questo siamo proprio d'accordo.
Si prova con il primo ciclo di stimolazione ovarica. Al controllo: "Niente, acqua fresca", dice il Doc. Ok, fatevi questa vacanza e ne riparliamo.
Ne abbiamo riparlato subito, con tanta gioia.
Bello al lavoro (la barca che affondava) avere un segreto felice.
Deficiente, avrei dovuto ascoltare il ginecologo e fingermi malata, riposare qualche giorno.
La cellulina, che aveva poco più di sei settimane, ha incominciato a lottare con tutte le sue forze per restare dentro di me. Ricordo tutto, la carta igienica, il panico, quello che ho urlato piangendo, la notte al pronto soccorso.
Ovuli e riposo.
Dopo qualche giorno, nuovo incubo. Il Doc sempre più rassegnato. Io già con la mano sulla maniglia per scappare dallo studio e M. che chiede, restando ostinatamente seduto: "Ma non si può fare proprio nient'altro?" ed ecco che al Doc vengono in mente le punture di progesterone un giorno sì e uno no per tre mesi.
Voler restare il più possibile da sola con la mano sulla pancia e radio deejay accesa. Volere musica normale, quella che ascoltano tutti. Discorsi leggeri, vagamente qualunquisti.
Curavo la paura e il senso di colpa così, a colpi di banalità quotidiana e carezze sulla pancia che "tirava" internamente.
Cercavo la solitudine perché non volevo essere trattata da malata, era una cosa tra me e la cellulina, insieme ce l'avremmo fatta. Dovevo preservare quello che c'era di naturale nella mia gravidanza. E soprattutto, ce l'avremmo fatta senza farci compiangere. La pietà la odio, avevo superato tante difficoltà, avrei superato anche questa. Ruvidamente, come so fare io.
Dal terzo mese, quando di nuovo sono uscita di casa, è stata più o meno una gravidanza tranquilla.
Tornare al lavoro neanche a parlarne, quelli stavano fallendo e non mi pagavano...
Ok, la pressione era sempre al limite, prendevo le pastigliette. Ok, la glicemia ballava un po' e quindi dieta stretta. Gravidanza borderline, ma che passeggiate in centro! lenta, i piedi piatti, il caldo, mille soste pipì, dal Duomo fino a Porta Ticinese, andare per Madonne al Museo Diocesano... Proprio vero, è come dice il mio papà: San Giuseppe è sempre relegato in un angolo.
Milano materna, Milano-terapia, Milano che mi consola sempre, tutte le volte...
Infine, a sorpresa durante il controllo degli otto mesi, la voglia di nascere... ed io, che avevo volutamente rimandato le letture sul parto per non agitarmi con troppo anticipo, mi sono trovata in sala travaglio a provarle tutte (attesa dilatazione, ossitocina, rottura del sacco amniotico, altra ossitocina e infine cesareo). 'Ci' siamo ritrovati in sala travaglio, M. come la pallina di un flipper... tante ore, lunghe, iniziate con la pioggia e finite con il sole.
Quanto a Giulia, piccina piccina, l'ho presa in braccio dopo quattro giorni, blindata com'era nella termoculla.
Tutta una gravidanza all'insegna della medicalizzazione, non fosse stato per quel pochino di yoga, la musica e le passeggiate!
Ricordo il sollievo di tornare a casa...poter fare finalmente come volevo.
Era così piccola che non riusciva ad attaccarsi al seno e io di latte ne avevo una tonnellata: W il tiralatte elettrico, che mi ha munto per un mese, e poi un po' per gioco e tanto per istinto, sono iniziate le bellissime poppate, durate fino ai quindici mesi.
In questa fase iniziale ho tenuto le nonne a bada, ho incontrato molte neo e bis mamme (in carne ed ossa, un appuntamento settimanale, non frequentavo ancora il webmondo); ho imparato, provato, fatto tanto di testa mia. E tutto funzionava.
Il lavoro? Buttato via, ma chissenefrega, o forse no, vabbè, ci avrei pensato...
E mi sono sentita onnipotente, felice per come stava andando la nostra avventura, considerando anche come era partita.
Ma, proprio per questo, le emozioni negative come la paura e la frustrazione sono rimaste lì, sepolte dalla gioia e dall'euforia post partum.
Quelle paure, invece, devono emergere; è più sano, ed eccole qui piano piano...
M. sa bene e c'è, ha vissuto anche lui tutto questo, lo riconosco pienamente e con gratitudine. In questi anni abbiamo avuto modo di parlarne tanto, per fortuna la maggior parte delle volte in modo sereno, guardando G. ridere e giocare. Siamo stati fortunati. Siamo bravi genitori. Facciamo errori. A volte siamo molto stanchi. Facciamo il meglio che possiamo. Lei è felice.
Ora è un po' più chiaro questo post? Oppure occorre che lo scriva a lettere ben distinte che - la memoria è nel corpo non nella testa, penso, forse, ora, non so, non si sa mai, chissà le mie ovaie se sono ancora pigre, ce la farei ora a sostenere quella paura?, fanculo la stabilità lavorativa che quella ormai te la sogni, certo al prossimo ritardo (se ce ne sarà un altro) è meglio aspettare qualche giorno a fare il test, ma capiteranno mica tutte a noi le sfighe, non cominciamo ad andare in fissa eh, però sarebbe meglio provarci ora, intanto che i nonni sono lucidi, se non arriva non facciamone una tragedia, speriamo (nel caso) di avere culo e che fili tutto liscio, saremo troppo vecchi?, e chi più ne ha più ne metta -ci piacerebbe avere un secondo bambino?
No, io sono quella pudica.
Putrida ma pudica.
Deve restare un segreto questo desiderio.

Ok, Putrida, adesso tornatene di là. Penso che per un po' i post saranno di nuovo fotografie di dubbia qualità, pigre e criptiche. Abbiamo ampiamente dato. (A proposito di emozioni, un vero post bello, anche per quello che ha smosso, è questo di Cuordicarciofo).


E ora ripetete forte con me: this is not a mommyblog, this is not a mommyblog, this is not a mommyblog...



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :