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SHEITAN (2006) di Kim Chapiron

Creato il 10 gennaio 2009 da Close2me
SHEITAN (2006) di Kim ChapironIn Arabo Sheitan significa "Satana", ottima premessa per l’opera prima del regista franco-vietnamita Kim Chapiron, che a soli 26 anni (età impensabile in Italia per realizzare qualsivoglia progetto cinematografico) manifesta una visionarietà malsana piuttosto interessante, debitrice dei grandi classici horror ambientati nelle provincie più remote e dimenticate: Non aprite quella porta (1974) in primis e certamente molti titoli di Craven, senza dimenticare tuttavia i recenti lavori del bravo Rob Zombie.
"Parigi, vigilia di Natale. Quattro ragazzi conoscono in discoteca Eva, una misteriosa ed intrigante ragazza che li invita a passare la notte nella sua villa in campagna. Eva abita fuori Parigi, in un grande casolare, insieme al bizzarro custode Joseph e sua moglie incinta. Tra sesso, bizzarri incontri e tanti burattini, i ragazzi trascorrono il Natale, ma il pericolo è in agguato e i villici sembrano morbosamente interessati agli ospiti. " (Horromovie.it)
Massacrato dalla critica Francese con l’accusa di essere eccessivamente derivativo rispetto persino ad alcuni prodotti autoctoni (si pensi ad autori come Alexandre Aja e Gaspar Noè), l’opera risulta invece inaspettatamente "frizzante", lontana dallo stile fondamentalmente reazionario che inficia troppi titoli del new horror europeo.
Colpisce positivamente, oltre al montaggio curatissimo ed alla messa in scena, l’attenzione maniacale per il casting, dove persino l’ultima delle comparse coinvolta sembra uscire da una sensibilità a tratti pasoliniana: quelli dei contadini sono volti scavati e disturbanti, vissuti e cresciuta in una maniera che non vorremmo nemmeno immaginare, in netta antitesi con le presenze accomodanti e piacevoli dei giovani protagonisti figli della capitale Francese.
Cassel (anche produttore) dà prova di ottime capacità attoriali, tanto che sarà piuttosto difficile dimenticare il ghigno inquietante del suo Joseph al termine della difficile visione.
In attesa di aspettare Chapiron al varco dell’opera seconda, un’ulteriore conferma del fermento creativo nella realtà cinematografica transalpina, così attenta alle forme espressive del nuovo cinema di genere e così sensibile alle potenzialità di giovani e promettenti autori. 
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