Magazine Cinema

Sherlock 3×02 – The Sign of Three

Creato il 11 gennaio 2014 da Nadia Strawberrie @river_inthesky

Arrivo con un ritardo enorme a commentare il secondo episodio di questa particolarissima annata Sherlockiana, ancora una volta seguita dal travolgente alone della polemica.

Se nel primo episodio The Empty Hearse avevamo assistito ad una fervente critica rivolta al fanservice, per quanto riguarda The Sign of Three ci si sposta leggermente, dedicandosi al finora inedito (per il fandom Sherlockian, s’intende) filone anti-umorismo.

“Sherlock è diventata una comedy”, “Hanno scambiato Sherlock per Sheldon” e “Che fine ha fatto Carmen SanDiego lo Sherlock che conoscevamo?”(cit.), sono solo alcuni dei leitmotiv che hanno scatenato la bufera sul web.

In effetti, The Sign of Three si presenta come un episodio particolarmente atipico rispetto alle serie precedenti: l’impostazione gira tutt’intorno ad un evento mondano (il matrimonio di JW) e l’intero episodio è sostanzialmente un lunghissimo monologo di Sherlock, intervallato da numerosi flashback e deduzioni di vario genere che confluiranno in un unico filone solo negli ultimissimi minuti della puntata.

5054275-low-sherlock-6442880

Ad uno sguardo più attento, ci renderemo conto che è proprio la struttura in sé a produrre una serie di conseguenze e considerazioni critiche, ma arriviamoci per gradi…

Da un punto di vista narratologico, l’architettura dell’episodio non è nulla di particolarmente innovativo, eppure, se confrontata con l’esperienza delle serie precedenti, si tratta di un modello sufficientemente “diverso” da generare una serie di commenti poco felici. In molti durante la visione hanno lamentato una trama poco sostanziosa che invece si paleserà in tutto il suo groviglio di collegamenti e connessioni solo sul finale (con tanto di gente che cancellava e ritrattava i commenti precedenti, per inciso).

tumblr_mmmogvI5hZ1s49x9io1_400

“Dove sono i casi e le investigazioni? E’ una detective story, se volevo guardare un matrimonio, mettevo RealTime…” – cit.

D’altra parte, il sistema cornice-frammenti di flashback non poteva che creare un network di concatenazioni interne che collegassero il contenitore narrativo principale del matrimonio con gli innumerevoli singoli momenti raccontati da Sherlock. Inevitabilmente, la dimensione “sentimentale” (in senso lato, come “sentimenti ed emozioni” varie, non  come shipping, n.d.S.) finisce per riversarsi sull’intero episodio e, altrettanto inevitabilmente, i “fanservice haters” non hanno mai smesso di dire la loro, contestando ogni singola scena che non fosse strettamente legata all’intreccio principale.

Valanghe di commenti negativi dunque sul partnership endorsement JohnLock e sui momenti correlati come la richiesta di fare da testimone o tutta la sequenza dello stag do, colpevoli, oltre che del peccato mortale del fanservice, di aver abbassato il tono dello show ad un mero siparietto comedy.

27752949_sherlock-the-sign-of-three-3
tumblr_myz0g6krKD1qiy2w3o2_500

Ora, io vi ho già espresso la mia opinione in merito al fanservice di Gatiss & Co. nell’ultimo post, ma ci terrei a fare delle precisazioni riguardo a questo specifico episodio.

“This is not a detective story. This is a story about a detective.”

Parafrasando la celeberrima tagline, non posso fare a meno di sottolineare l’evidenza della natura di questo Sherlock targato BBC. Personalmente mi appare chiarissima la direzione intrapresa dagli showrunner sin dagli albori della serie, ovvero un’attenzione del tutto peculiare nei confronti dell’aspetto “umano” del personaggio Sherlock Holmes. Estrapolando dal canone i caratteri generali del great detective, Moffat e Gatiss vi hanno costruito attorno un’intera dimensione “a tutto tondo”, utilizzando i tratti caratteriali di Watson non solo come mero punto di contrasto quanto, piuttosto, come forza propulsiva in grado di alterare la prospettiva (e successivamente anche le dinamiche comportamentali) di Holmes.

La dimensione umana di Sherlock, era ad esempio già stata esaltata in passato, in particolare in episodi come A Scandal in Belgravia, in cui l’indagine investigativa (detective story), seppur interessantissima, risultava poco più che un intrigante pretesto per raccontare le ben più complesse vicende dell’uomo Holmes (story of a detective). In aSiB troviamo quindi uno Sherlock ancora parzialmente incapace di relazionarsi con l’esterno e paradossalmente costretto a confrontarsi non soltanto con il solito Watson ma con una versione parzialmente speculare di se stesso: una Irene Adler indubbiamente smart e quasi all’altezza delle deduzioni del protagonista, e al contempo capace di una comprensione della psicologia e del comportamento umano che va oltre qualsiasi aspettativa dello stesso Holmes, che dal confronto esce vittorioso, certo, ma non senza aver messo alla berlina una parte significativa della sua “umanità”.

1389046960663480

A mio modestissimo parere, anche The Sign of Three si muove sulla stessa rotta, concentrandosi sulla rappresentazione di uno Sherlock al di fuori della sua boccia di vetro, costretto per una volta adimmergersi non nelle acque tranquille delle sue deduzioni ma in una situazione di normalità esterna che per lui risulta essere del tutto estranea e ben più complessa di qualunque caso. Il risultato di questa combinazione non poteva che essere totalmente esilarante e addirittura toccante in qualche punto, in un’esaltazione complessiva di un Holmes che nel corso degli anni si è evoluto, grazie all’esperienza degli eventi e soprattutto delle persone che lo circondano. Non uno Sherlock OOC, dunque, ma uno Sherlock evoluto, trasformato dall’esperienza e dalla conoscenza. In una parola: CRESCIUTO.

sherlock the sign of three

———————————————————————————————————————————————

On a side note – altre gifs che col post non c’entravano ma che non potevo lasciare fuori per nessun motivo al mondo!

1308_c8e8

High-functioning sociopath. With your number.

tumblr_myyopcbu9d1rse8iro1_500

MYCROFT ON A TREADMILL!

1321_1f5b

Questa è per le mie fellow Cumberbitches… there you go!!!


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog