Tra le pagine di questo libricino breve, agile eppure molto particolareggiato, facciamo la conoscenza prima del Dr. Watson, poi dell'eccentrico investigatore che, però, non si presenta come tale. John Watson ha appena fatto ritorno dall'Afghanistan dopo un ferimento, e la ricerca di una sistemazione a Londra lo porta ad incontrare Sherlock Holmes, di cui inquadra immediatamente le abitudini sregolate (evidenzia la sua mancanza di cultura letteraria e scientifica, sospetta che assuma sostanze stupefacenti, non si capacita dell'alternanza di momenti di grande eccitazione con altri di immobilità e silenzio assoluti), ma senza riuscire a capire che professione egli svolga. Una cosa, però, si manifesta con fulminea chiarezza: Sherlock Holmes ha straordinarie capacità deduttive, sa interpretare i minimi particolare e ricostruire il passato di chiunque gli capiti di fronte, a partire dallo stesso Watson.
Dopo il trasloco nel leggendario appartamento al n° 221B di Baker Street, l'avventura non tarda ad arrivare: una lettera di Tobias Gregsont, ispettore di Scotland Yard, informa Sherlock Holmes che in un'abitazione abbandonata è stato appena ritrovato il cadavere di un uomo: si rende necessario il suo intervento. Holmes, che sa di godere già della stima del suo coinquilino e che desidera evidentemente far mostra del proprio acume investigativo, invita Watson ad andare con lui ad ispezionare la scena del crimine, dando inizio alla fortunata collaborazione che ha goduto di tante trasposizioni cinematografiche (Sherlock Holmes è il romanzo che in assoluto ha dato origine al maggior numero di pellicole), da ultima quella ironica, sgangherata e certamente esagerata che ha per protagonisti Robert Downey Jr. e Jude Law.
Avendo conosciuto Sherlock Holmes e il Dr. Watson attraverso i due film diretti da Guy Ritchie, sono rimasta piacevolmente sorpresa di come, tolte le dovute scintille d'azione hollywoodiane, gli aspetti caratteriali dei due protagonisti siano stati resi con fedeltà. Allo stesso modo, ho riscontrato una traduzione perfetta, attraverso i flash di immagini del film, del susseguirsi delle intuizioni di Holmes. Meno preparata ero invece alla particolarissima scansione narrativa del romanzo, diviso in due parti che ricalcano il procedere della logica di Holmes nella ricostruzione del caso, il metodo analitico e deduttivo che l'investigatore teorizza nelle ultime pagine del romanzo.
Devo impormi un arresto (termine particolarmente azzeccato, visto il genere del testo): elencare i punti di forza del romanzo e metterne in luce gli aspetti più affascinanti mi costringerebbe a riportare passaggi cruciali del libro, a rivelare elementi che solo una lettura nell'insieme può adeguatamente motivare e fare emergere nella loro completezza e con la loro forza narrativa.
D'altronde questa calorosa stretta di mano con il signor Holmes è veloce e piena di brio.
L'autore, Sir Arthur Conan Doyle (1859-1830)
«Be', svolgo una mia attività. Credo di essere l'unico al mondo. Sono un consulente investigativo, se può capire di che si tratta. Qui a Londra abbiamo una quantità di investigatori governativi e una quantità di investigatori privati. Quando questa gente è in difficoltà si rivolge a me, e io li metto sulla pista giusta. Mi fanno vedere tutte le prove di cui dispongono e in genere, grazie alla mia conoscenza della storia del crimine, riesco a trovarne il bandolo.»[1]C.M.
NOTE:
[1] Cit. cap. 2, p. 20.