Magazine Cultura
Il premio Short-Kipple 2011, indetto dal sito Kipple Officina Libraria, è stato vinto da Giuseppe Agnoletti e Domenico Mastrapasqua, rispettivamente con i racconti Le balene di Math e Zombie Carpocalypse. Giorni fa mi è stato proposto di recensire questi due racconti, usciti sia sotto forma di un ebook, sia in versione cartacea, entrambi acquistabili sul sito Kipple. Premetto che, vista la mia recente comparsa in questo mondo chiamato blogsfera, non mi era mai capitata una proposta simile. Mi sono documentato un po’, o chiesto ad alcuni amici cosa fosse meglio fare e alla fine, visto che i suggerimenti andavano in due direzioni ben distinte e opposte, ho pensato di accettare l'offerta e provare a cimentarmi in questa novità, almeno per il sottoscritto. Visto che i due racconti sono di molto differenti l'uno con l'altro, sia sotto il punto di vista delle ambientazioni sia come stili di scrittura, ho deciso di recensirli separatamente.
Le balene di Math Primo racconto dell'ebook e anche il più breve. L'ambientazione è prettamente fantascientifica e ci trasporta su un mondo ricoperto interamente di acqua, Math. Su questo mondo vivono dei cetacei enormi, le suddette Balene di Math, che vengono cacciate da baleniere terrestri per le loro carni e, non ultimo, per il potere afrodisiaco della loro ghiandola pineale. Sulla Terra le balene si sono estinte da tempo, ragione per cui l'uomo ha cercato un nuovo terreno di caccia per continuare questa pratica, che già di per se sarebbe buon terreno per parlarne ore. Su questo pianeta vivono solo due persone, due ragazze, Hela e un'altra, di cui però non conosciamo il nome e che è la coscienza narrante della storia. Fin dalle prime battute ci viene mostrato il rapporto intenso e profondo che lega le due, un rapporto che sfocia in una violenza sadica mescolata a scene di sesso descritte molto chiaramente. Tutto il racconto si basa su questo, sull'incrinarsi di un rapporto e sulle conseguenze di questo. Uno dei punti di forza di questo racconto è proprio l'ambientazione e il contesto in cui le protagoniste si trovano: il periodo prestabilito per la loro permanenza sul pianeta è già deciso, non è permesso andarsene se non perdendo l'intero salario. Questo le costringe ad una convivenza solitaria, in un mondo su cui predomina il colore dell'oceano e il canto delle balene. Solo nell'epilogo, che non svelerò per non rovinare la lettura a futuri fruitori di quest'opera, viene a galla la verità. Avviene in un attimo, senza dare il tempo al lettore di abituarsi all'idea e quando finalmente si riesce ad accettare l'idea tutto finisce. Lo stile de Giuseppe è diretto, in alcuni passaggi quasi violento, e spesso rende bene l'atmosfera generale. Però, come ho accennato prima, il racconto subisce l'influsso di una problematica, a mio avviso molto importante: è troppo corto. Certo, diranno alcuni, si trattava di un concorso per corti, che ti aspettavi? È vero, su questo sono d'accordo, però sono altrettanto sicuro che qualche pagina in più avrebbe accresciuto il legame con le due protagoniste e avrebbe rafforzato l'impatto del finale. Ovviamente questa rimane una mia opinione, come al solito. Voto 7
Zombie Carpocalypse Questo terreno mi è sempre stato congeniale. Zombie, non morti, infetti rabbiosi, sono il mio pane, senza non potrei vivere, ed è quindi naturale che il secondo racconto di questa selezione mi abbia coinvolto maggiormente. Tutto supportato anche da una lunghezza maggiore rispetto al primo. Veniamo subito inseriti nella storia, già dalla prima riga. Tutto è già successo, gli zombie esistono già e non ci viene mostrato come l'epidemia ha preso vita. Garrett, il protagonista, è alle prese con l'esplorazione di una vecchia biblioteca, in compagnia di Tripp, classico spocchioso che gira con una mazza da baseball. Fin da questi primi accenni capiamo però che questa non è un epidemia zombie come quelle a cui ci hanno abituato anni di cinema e di letteratura, no, stavolta gli zombie sono ben diversi. E parecchio pericolosi. La storia viene narrata sotto forma di scene, staccate l'una dall'altra da salti temporali, quasi che l'autore abbia voluto eliminare tutti quei passaggi inutili e lenti, preferendo concentrarsi sull'azione e sulle sue conseguenze. Sì, perché in questo racconto di azione ce n'è da vendere! I sopravvissuti, pochi peraltro, si trovano a dover combattere una guerra impari contro zombie armati di tutto punto, corazzati come carri armati e chiamati comunemente zombie-tank. A questi si aggiungono i mollicci, zombie dall'aspetto fragile e viscido che attaccano le persone e ne divorano il cervello. Nessuno sa come si trasmetta la malattia ne cosa la provochi. L'unica cosa certa e che non avviene tramite il classico morso o lo scambio di fluidi corporei, e questa è una delle differenze che scostano il racconto dal genere classico in cui s'inserisce. I tank sono robusti, indistruttibili nemmeno con granate o c4, e armati con cannoni ad energia, anch'essi di natura sconosciuta. Come ho detto, una guerra senza possibilità di vittoria per gli umani, costretti a cercare forme di sopravvivenza al limite della propria umanità. Gli zombie non lasciano tregua, distruggono le fonti di carburante impedendo la fuga e devastano tutto quello che incontrano. Devo ammettere che il primo impatto nei confronti di questa anomala invasione di zombie dall'aria militare e organizzata, mi ha spiazzato non poco. Però, nel corso della lettura, ho avuto modo di apprezzare lo stile di Domenico, il suo dettagliare ogni arma, ogni assalto, nei minimi particolari, infondendo a tutto un taglio molto più da film di guerra piuttosto che da storia horror e basta. C'è sangue, c'è la morte, ci sono gli zombie e ci sono un sacco di armi e di azione. Forse non piacerà ai puristi del genere, su questo sono quasi sicuro, ma sento di essere nel giusto quando dico che qui c'è del buono. Parecchio. Solo una critica: il finale è troppo secco, lascia interdetti e sa molto di "il seguito nella prossima puntata". Non so se davvero ci sarà un seguito o se era nelle intenzioni dell'autore di spiazzare così il lettore, lasciandolo solo a decidere come vorrebbe veder conclusa la vicenda. A me non è piaciuto, lo ammetto, ma è l'unica nota negativa che mi sento di muovere a questo Zombie Carpocalypse.
Concludendo. Due buoni racconti, forse il secondo un po’ meglio del primo ma come ho detto potrei essere stato influito dalla mia passione per gli zombie, che si presentano in una veste grafica molto professionale e ben strutturata. l'impaginazione dell'ebook è praticamente perfetta, senza caratteri che se ne vanno dove gli pare o paragrafi staccati fra di loro senza apparente ragione. Altra nota di merito è l'assenza di DRM; è vero che l'ebook costa solo un euro, mentre la versione in cartaceo ne costa 3, ma la scelta di non utilizzare drm per proteggere i propri ebook, a mio avviso è significativa ed esemplare. Devo però ammette che nella realizzazione tecnica ho trovato qualcosa che non mi sono riuscito a spiegare: i due racconti non sono divisi fra loro, non hanno un loro titolo all'inizio, copertina a parte, e ci si ritrova a leggere il secondo senza preavviso, nemmeno una pagina bianca. La domanda che mi sorge spontanea è: perché? Un suggerimento ai curatori dell'ebook: aggiungete questi benedetti titoli, davvero. Daranno un punto in più all'impaginazione e doneranno quel distacco che per logica ci deve essere fra i due racconti.
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