Dopo quindici anni di attesa si avvicina in Sardegna la zona franca doganale che probabilmente potrà essere estesa a tutta l’Isola. L’Agenzia delle Dogane attende il piano operativo della zona franca di Cagliari per comunicare all’Unione Europea l’esistenza del punto franco cagliaritano. Non solo: l’agenzia non ha sollevato alcun rilievo sulla possibile estensione del decreto legislativo 75 del 1998 a tutto il territorio dell’isola utilizzando come punti di ingresso e di uscita gli scali portuali ed aeroportuali sardi. Dunque se il Consiglio dei ministri recepirà la delibera della Giunta regionale che modifica il Dpcm del 7 giugno 2001 accogliendo le istanze dei 340 comuni che hanno richiesto la zona franca doganale, l’esenzione dai dazi potrà essere estesa a tutta l’isola.
Zona franca doganale: il primo passo
Dunque si avvicina l’attuazione della zona franca doganale negoziata dalla Giunta Palomba con il Governo D’Alema, ma è ancora tutta da giocare la partita con il Ministero dell’Economia e delle Finanze sulla zona franca integrale voluta fortemente dai movimenti. Secondo il governatore Cappellacci – si legge in un comunicato della Regione – “il Governo ha il dovere di fare propria la nostra rivendicazione di un’isola che non vuole vivere di assistenzialismo, ma di impresa e lavoro”.
La vertenza con lo Stato
Bisognerà capire se ora la Regione Sardegna avrà la forza di contrattare questa rivendicazione con un Governo che in questo momento sembra in tutt’altre faccende affaccendato. Per ora, anche se un primo doveroso passo è stato finalmente fatto, la Sardegna come paradiso fiscale alla stregua di Livigno e Campione D’italia pare ancora lontana. Dovremo subire come tutti gli italiani l’iniquo aumento dell’Iva imposto dal Governo che limiterà ulteriormente i consumi, soprattutto quelli delle famiglie meno abbienti, e metterà ancor più in difficoltà artigiani e commercianti isolani.