a cura di Marius
Brasile-Cile un match emozionante
Siamo più o meno a metà della grande abbuffata di calcio mondiale, abbiamo assistito a sorprese, conferme, sorprese confermate e conferme sorprendenti.
Tra le sorprese annoveriamo la Spagna campione, vera sorpresa in negativo ovviamente, la attendevamo almeno ai quarti di finale; Algeria, Costarica e Grecia invece sorprese in positivo, scrivendo pagine leggendarie per i propri paesi.
Ma tutte le nazionali americane, del nord, del centro e del sud, sono sorprese confermate, potevamo immaginare che il fattore casa le avrebbe galvanizzate e così è stato per quasi tutte.
Conferme ovviamente da parte di Germania e Argentina.
Conferma sorprendente quella dell’Olanda, Van Gaal ha saputo tirare fuori il meglio dai suoi fuoriclasse e ha potuto far leva sulla voglia di vendetta nei confronti degli spagnoli per ottenere calcio spettacolo e il primo posto nel girone.
I padroni di casa invece sono obbligati a trionfare, non vi è destino alternativo nelle menti e nei sogni del popolo brasiliano, non vi è compito differente nei piedi dei ventitré vestiti di verde-oro.
Il Brasile ha fatto ciò che doveva fare finora, confermando il pronostico ma la maniera in cui è giunto fin qui è una piccola sorpresa, un Brasile che gioca di rimessa, senza incantare anzi lasciando spesso il pallino del gioco nei piedi avversari. Il centravanti di una squadra italiana di media-bassa classifica ha seriamente rischiato di diventare il nuovo incubo brasiliano, sulla traversa di Pinilla all’ultimo minuto dei supplementari si sono infrante le speranze che la sorpresa fosse grossa, a quel punto si è capito da che parte sbircia la dea bendata.
Tolti Neymar e Thiago Silva il Brasile non dispone di altri fuoriclasse e si vede.
Resto sempre convinto che trionferà Leo Messi con la sua nazionale e la sua nazione argentina ma questo brutto Brasile non va snobbato.
Ci aspettavamo molto di più dalla Russia di Mister Capello, capace di solito di tirar fuori il meglio da tutti, di solito.
Tra le conferme sorprendenti ci siamo noi, la nostra cara nazionale ha saputo essere la sorpresa in negativo nel 2010 in Sudafrica e quest’anno abbiamo saputo confermarci. Abbiamo avuto vita facile contro gli inglesi che, affidati a un Mister di casa, son tornati ai limiti abituali di rendimento, ma poi abbiamo saputo dare il peggio di noi contro due nazionali non proprio irresistibili.
Inutile prendersela con Tizio o Caio, Prandelli ha portato in Brasile i migliori piedi italici a disposizione, a parte forse Pepito Rossi. Il nostro CT è ovviamente il responsabile della truppa e, come è giusto che sia si è accollato le colpe, ma i giocatori sono quello che sono, non si può pretendere che Balotelli, Cassano o Immobile giochino da fuoriclasse, sono buoni giocatori senza alcuna esperienza in un Mondiale prima di questo mese. I “senatori” non potevano certo trascinare da soli la squadra al trionfo anche se ci hanno messo l’anima ma, per inciso, un vero leader avrebbe saputo far rigare dritto anche qualche “figurina”.
Un’ultima nota: si cerca disperatamente di accostare il declino della nazionale con il declino della nostra nazione alle prese con la crisi economica ma tra il 1950 e il 1966, in pieno boom economico, il famoso miracolo italiano, le spedizioni azzurre inanellarono una serie di figuracce mondiali anche peggiori di quest’ultima.