“Togliamo la cittadinanza e/o arrestiamo quelli che sono andati a combattere in Siria”
Questo è uno dei mantra ripetuti in questi giorni. Semplice, diretto e non può che trovare tutti d’accordo: nessuno vorrebbe avere a che fare con qualcuno che ha imbracciato Kalashnikov combattendo fianco a fianco con i tagliagole dell’ISIS.
In quella frase ci sono tutti gli ingredienti, quindi, per ispirare il contenuto di qualche legge che, sicuramente, verrebbe approvata in tutta fretta per mostrare la risposta rapida e muscolare del nostro governo.
Non è una sparata o la boutade del giorno: quelli che affermano questo fanno un discorso molto pericoloso di cui non comprendono appieno gli effetti.
La possibilità di revocare la cittadinanza per un qualche tipo di reato (non esiste il reato di “viaggio per combattere al fianco di tagliagole”) è la morte di quel tipo di stato che pone la libertà e i diritti individuali come argine all’arbitrio dell’elité dominante. Se si levasse la cittadinanza a quei cittadini che partono per la Siria, si creerebbe un precedente pericolosissimo: il godimento dei diritti politici verrebbe legato ad una condotta. Qual è il confine tra condotte che garantiscono il godimento dei diritti politici e quelle che non lo garantiscono? A questo punto, chiaramente, il confine diventa esclusivamente di natura politica e, in quanto tale, arbitrario. Situazioni contingenti produrrebbero conseguenze di cui è davvero impossibile prevedere gli esiti e questo risulterebbe in contraddizione con la natura di uno stato liberale, dove l’obiettivo è anche la minimizzazione dell’incertezza prodotta dall’arbitrio.
Allo stesso modo è necessario criticare aspramente chi propone l’arresto immediato per chi torna dalla Siria. Quale sarebbe il reato contestato e quali sarebbero le prove? E’ necessario rispondere anche a queste domande se si vogliono tutelare i diritti individuali e le garanzie che la legge pone per difendersi dai soprusi. Non tutelarli per una situazione contingente crea un precedente. Quale sarà la prossima emergenza da affrontare e quanti diritti violeremo per farvi fronte? Non lo sappiamo e tremo all’idea.
P.S.
1) Esistono altri metodi di carattere eccezionale che possono essere utilizzati in situazioni eccezionali, come la sorveglianza da parte dei servizi di intelligence, che è per sua natura mirata e che tende a minimizzare l’intrusione nei diritti individuali della comunità, che verrebbero ridotti nel caso si ricorresse alla produzione di leggi ad hoc che hanno sempre carattere generale.
2) il titolo è una citazione.
Nicolò Bragazza