di Assunta Viteritti.
Che intanto aumentano i poveri, i disoccupati, lo spread, i cervelli in fuga, gli evasori, se accade si, si può fare. Che un vegliardo uomo di 87 anni sia acclamato come il più lucido, capace di soluzioni ancora percorribili che salvino la faccia e il culo di tutti, si può fare? Oggi Napo ha fatto un gioco di prestigio che i maligni potranno dire gattopardesco ma che io giudico di grande valore simbolico per salvare la faccia (e anche il resto) di questo paese di persone emotive (che se sono nella ragione usano il torto e se nel torto lo usano ingannevolmente con ragione). Napo ha dato pieno potere (ordinario si intende) al governo ancora in carica (che faccia quanto ancora di importante può fare), ha deciso di usare i suoi fino all’ultimo giorno, nominerà due commissioni che trasformino in progetti politici le istanze di cambiamento (certo molto dipenderà dai nomi che sceglierà, anche le diversità contano). Grillo non sarà contento, Bersani non sarà contento, Silvio non sarà contento, e forse neanche Monti (che già si sentiva licenziato). Tutti scontenti, meglio così. Le istituzioni per cambiare hanno bisogno di raffreddare istanze perché diventino decisioni e cultura pubblica. Napo, con calore, raffredda le contrapposizioni e mette ognuno al suo posto. Il gioco ha bisogno di regole, ogni gioco, solo così si può fare. Le regole sono pedagogiche e Napo a 87 anni si può permettere di fare della pedagogia istituzionale.
Il cambiamento è lento e quasi impossibile (è come una conversione, una psicoterapia, come un viaggio, sempre a rischio di ricaduta, come con gli alcolisti anonimi…) soprattutto se il malessere viene da lontano il più delle volte non è detto che riesca, anche quando lo si vuole con forza. Siamo con le braccia nel nuovo e la testa nel vecchio, con i piedi siamo in bilico nel nulla anche se con gli occhi vediamo radure dove (forse) poter approdare (senza sapere bene come arrivarci). E’ stata evocata la tragedia greca e trattandosi di faccende in cui è implicata una Cassandra (nelle vesti del grillo parlante) che predice la distruzione di Troia…non è del tutto fuori luogo. Siamo artefici e testimoni di troppe antinomie, italiani allo sbando ma anche italiani anticipatori di cambiamenti dolorosi e liberatori. Ora siamo nel dormiveglia, quel momento bellissimo o pauroso, quando i sogni sono ancora ben presenti (o sembra ci sfuggono), quando siamo su quella soglia in cui, piano piano, riprendiamo contatto con la cosiddetta realtà che ci allontana dagli incubi o dai desideri.
Si può fare, di Angelo Branduardi
Figli delle stelle, Alan Sorrenti
//
//