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Si può fare?

Creato il 30 marzo 2013 da Pane & Rose

di Assunta Viteritti.

montecitorio
Se accade significa che si può fare. Che il PD, dato vincitore da prima del Monti tecnico (e non vincitore nonostante primo partito alle elezioni) resti impantanato e rimanga in stallo, congelato, ibernato, non-morto in azoto liquido da riportare forse a temperatura ambiente quanto prima, ma anche no, anzi no: se è accaduto allora si può fare. Che quasi nove milioni di voti (che non sono di sinistra, che non sono di destra, che non sono per un partito) portano 163 nuovi eletti nei palazzi della capitale (che non vogliono essere detti senatori e deputati ma solo cittadini…) che costringono a fare i conti con il futuro e con il passato producendo un effetto conturbante in Parlamento (e non solo), se accade vuol dire che si può fare.
elvis
Che Berlusconi (clone post-moderno di una democrazia vilipesa) sia acclamato come Elvis Presley (dovrebbe però allungarsi un poco di più i capelli, osare di più insomma) da palchi bianchi e azzurri con distese di anziane signore truccate e festanti che insieme a Silvio vivono giovinezze inattese, se accade si può fare. Intanto i 5stelle dettano dal blog del capo l’agenda politica (ed economica) nazionale mentre gli altri sono lì depressi perché quelli non li vogliono e quegli altri ancora sono (quasi) in euforica attesa perché che si faccia o no il governo loro ne beneficeranno comunque, si, si può fare.
Che intanto aumentano i poveri, i disoccupati, lo spread, i cervelli in fuga, gli evasori, se accade si, si può fare. Che un vegliardo uomo di 87 anni sia acclamato come il più lucido, capace di soluzioni ancora percorribili che salvino la faccia e il culo di tutti, si può fare? Oggi Napo ha fatto un gioco di prestigio che i maligni potranno dire gattopardesco ma che io giudico di grande valore simbolico per salvare la faccia (e anche il resto) di questo paese di persone emotive (che se sono nella ragione usano il torto e se nel torto lo usano ingannevolmente con ragione).
parlamento
Napo ha dato pieno potere (ordinario si intende) al governo ancora in carica (che faccia quanto ancora di importante può fare), ha deciso di usare i suoi fino all’ultimo giorno, nominerà due commissioni che trasformino in progetti politici le istanze di cambiamento (certo molto dipenderà dai nomi che sceglierà, anche le diversità contano). Grillo non sarà contento, Bersani non sarà contento, Silvio non sarà contento, e forse neanche Monti (che già si sentiva licenziato). Tutti scontenti, meglio così. Le istituzioni per cambiare hanno bisogno di raffreddare istanze perché diventino decisioni e cultura pubblica. Napo, con calore, raffredda le contrapposizioni e mette ognuno al suo posto. Il gioco ha bisogno di regole, ogni gioco, solo così si può fare. Le regole sono pedagogiche e Napo a 87 anni si può permettere di fare della pedagogia istituzionale.
Il cambiamento è lento e quasi impossibile (è come una conversione, una psicoterapia, come un viaggio, sempre a rischio di ricaduta, come con gli alcolisti anonimi…) soprattutto se il malessere viene da lontano il più delle volte non è detto che riesca, anche quando lo si vuole con forza. Siamo con le braccia nel nuovo e la testa nel vecchio, con i piedi siamo in bilico nel nulla anche se con gli occhi vediamo radure dove (forse) poter approdare (senza sapere bene come arrivarci).
cassandra
E’ stata evocata la tragedia greca e trattandosi di faccende in cui è implicata una Cassandra (nelle vesti del grillo parlante) che predice la distruzione di Troia…non è del tutto fuori luogo. Siamo artefici e testimoni di troppe antinomie, italiani allo sbando ma anche italiani anticipatori di cambiamenti dolorosi e liberatori. Ora siamo nel dormiveglia, quel momento bellissimo o pauroso, quando i sogni sono ancora ben presenti (o sembra ci sfuggono), quando siamo su quella soglia in cui, piano piano, riprendiamo contatto con la cosiddetta realtà che ci allontana dagli incubi o dai desideri.

Si può fare, di Angelo Branduardi

Figli delle stelle, Alan Sorrenti

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