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Si può imparare a scrivere?

Da Marcofre

Non so perché ma ci sono persone che approdano su questo povero blog con chiavi di ricerche relative a come imparare a scrivere. È ovvio che una risposta categorica del tipo “Sì” oppure “No” vogliono dire ben poco. Più ci si inoltra nel territorio della scrittura e più è difficile dare delle risposte esaustive. Però ci voglio provare.

Ritenere che basti “volere” significa essere vittima di un’idea della narrativa che non esiste. Se fosse sufficiente volere con intensità una cosa, tutti quanti noi non saremmo qui, ma dove desideriamo essere da tempo.

Veniamo alla domanda del titolo di questo post. La risposta onesta è: dipende da quello che si vuole ottenere. Se il mio intento è offrire qualcosa che dia del tu all’arte, e non ho paura di espormi al ridicolo perché ho questa bislacca idea, farò un certo percorso. Ma spesso le persone non hanno una tale ambizione, si accontentano di molto meno. In entrambi i casi la risposta è “Sì”, è possibile imparare a scrivere, perché la scrittura è anche tecnica, e questa si può imparare.

Questo spiega perché a esempio un grande autore a un certo punto scrive, ma le sue storie hanno perso il mordente dell’età giovanile. La tecnica gli viene in soccorso, ma la vena inventiva, il talento, sta esaurendo la sua energia. E qui forse arriviamo al cuore della faccenda.

Ripeto: la tecnica può essere insegnata, e appresa. La scuole di scrittura quello possono fare, ma attenzione: a mio parere se insegnano che cosa fare, non ci siamo. Cosa fare è una faccenda del tutto personale. Come rendere il dialogo, il personaggio, non lo può dire nessuno, tranne l’autore di quella storia. La scuola di scrittura quindi dovrebbe insegnare cosa NON fare.

Da lì in avanti devono intervenire dei fattori che non dipendono affatto dall’autore, ma agiscono a sua insaputa. Si tratta di talento, e basta.

Questo non vuol dire che se uno non ce l’ha deve smettere all’istante di scrivere. Ma che dovrà per forza accontentarsi di acquistare attraverso gli anni una prosa migliore, più efficace.
Tutti o quasi vogliamo scrivere, ma Gabriel Garcia Marquez è un altro pianeta. Ha un dono, e basta.

Dentro la tecnica, che io considero come un’officina, io ci vedo e trovo fatica, impegno, tante letture, riscritture e riletture. Al di là del “fascino” che comunica un simile ambiente, in pochi desiderano frequentarla davvero. Si comportano come se fosse sufficiente rimirarla da lontano per carpirne segreti e assorbirne quanto serve per la propria prosa. E infatti basta leggere certi scritti per rendersi conto che al di là della volontà di scrivere, non esiste nulla.

Oltre la tecnica, esiste una specie di bivio. Da una parte il talento che forse conduce a un certo consenso, forse no; è quella che hanno percorso Dickens, Tolstoj, Dostoevskij, Raymond Carver. Ma anche tanti bravi autori che nemmeno la morte è riuscita a rivalutare.

Dall’altra una strada che porta a dei risultati persino insperati, ma che hanno poco o nulla a che vedere con l’arte, la bellezza.

Spiace, ma è così.


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