E se già a quei tempi (anni '70, per l' esattezza) si riconosceva, o si intuiva, l' importanza della qualità dell' acqua che beviamo per la nostra salute e il nostro benessere, oggi che disponiamo di conoscenze scientifiche ben più avanzate abbiamo dei solidi motivi in più per esserne certi.
E' facile convincersene se solo si pensa che la percentuale d' acqua del nostro corpo oscilla attorno al 70%, ma se è del tutto ovvia l' importanza della sua purezza, condizione ormai utopistica vista l' ubiquitaria presenza di ogni forma di inquinanti, come anticrittogamici e altri veleni chimici e di metalli pesanti provenienti dal suolo e dalle stesse condutture, meno note ed intuitive sono certe sue caratteristiche intrinseche che fanno la differenza tra un' acqua che stimola le nostre funzioni fisiologiche, contribuendo a salute e forma fisica, e un' altra che invece le ostacola, favorendo malattie e invecchiamento.
Ma prima di entrare nel merito, è bene ribadire l' importanza imprescindibile di un parametro fisiologico fondamentale come quello del pH dei nostri fluidi corporei (cioè il grado di acidità o alcalinità), e in particolare quello del sangue, il cui valore dovrebbe essere sempre compreso fra 7,3 e 7,4, indicando una leggera alcalinità, o basicità (tutti i valori inferiori a 7, punto neutro, sono invece acidi).
Ne sa qualcosa (si fa per dire) un certo Sang Whang, che ha scritto un libro in cui dimostra l' importanza di contrastare l' inevitabile presenza di residui acidi nel nostro corpo, essendo proprio questi alla base di tutte le sue principali disfunzioni, nonchè dell' invecchiamento, concetto richiamato dallo stesso titolo, che non potrebbe essere più esplicito e predittivo: "Invertire l' invecchiamento".
Qualcuno potrebbe obiettare che qualcosa di simile si è già sentito a proposito dei radicali liberi, perciò teorie così perentorie e apparentemente contraddittorie possono lasciare perplessi e venir considerate poco attendibili.
In realtà si tratta di concetti del tutto compatibili, essendo tutti i fenomeni del nostro corpo collegati l' uno all' altro.
Sappiamo infatti che l' acidità genera radicali liberi, quindi si tratta in sostanza di vedere le cose da due punti di vista diversi.
Ma perchè si formano questi famigerati acidi?
Certamente una parte di essi è del tutto fisiologica, in quanto prodotto finale del normale metabolismo, ma ciò non costituisce un problema per un organismo sano, il quale provvede a neutralizzarli ed espellerli grazie ad una alimentazione alcalinizzante, alla respirazione, che consente di eliminare l' anidride carbonica contenuta nel sangue sotto forma di acido carbonico, e anche per mezzo dell' urina e del sudore.
In pratica però, ad una situazione ideale quale quella appena descritta, se ne aggiungono moltissime altre in cui la quantità di acidi che si vengono a produrre supera ampiamente la capacità dei suddetti mezzi di eliminazione, e perciò subentra un sistema che si può considerare di emergenza, di cui il nostro organismo è provvidenzialmente fornito: il prelievo di minerali (calcio soprattutto) dai loro depositi ossei, allo scopo di neutralizzare con la loro alcalinità gli acidi presenti nel sangue.
L' omeostasi di quest' ultimo infatti è prioritaria (pena il blocco delle attività vitali cellulari), perciò poco importa se questa va a scapito dell' integrità ossea.
Oggi però le condizioni che obbligano il nostro corpo a ricorrere a questo meccanismo sono diventate la norma, principalmente a causa di un' alimentazione che sembra fatta apposta per sottrarre calcio alle ossa: le proteine animali consumate in quantità mai uguagliate in passato sono infatti fra i maggiori fattori acidificanti, nettamente più di quelle vegetali, a causa della maggiore presenza di aminoacidi solforati. Questo significa chiamare in causa tutti i tipi di carne (pesce compreso), latticini e uova, cui vanno aggiunti eventualmente altri fattori di per sè acidificanti, come l' eccesso di sale contenuto in salumi, formaggi e in molti altri prodotti industriali, i polifosfati aggiunti ai formaggi ed altri additivi chimici quasi sempre presenti in prodotti industriali.
Non sono da meno zucchero e cereali raffinati (anche quelli integrali sono acidificanti, ma molto meno rispetto ai cibi animali). Particolarmente deleterie sono poi le bibite industriali, in quanto, oltre al fatto che, quando assunto in forma liquida, lo zucchero viene assorbito più velocemente (e le quantità contenute in queste bevande sono sempre insospettabilmente elevate), sono in esse presenti acido fosforico ed altri additivi acidificanti.
Sorvolando su tutte le possibili conseguenze di tutto ciò, a completare il quadro bisogna ricordare altri fattori non alimentari che influiscono sul nostro equilibrio acido/basico, come l' attività fisica, la respirazione e lo stato d' animo: un' attività fisica moderata ma costante contribuisce ad una condizione alcalina, come pure emozioni positive, mentre la sedentarietà, o all' opposto attività stressanti, specie se in presenza di insufficiente respirazione, nonchè stati d' animo come depressione, odio, rabbia ed altri sentimenti negativi hanno l' effetto contrario.
Non c'è dubbio però che ciò che introduciamo nel nostro corpo sotto forma di alimenti e bevande rappresenta un elemento basilare, in quanto costituisce la materia prima che rende possibili tutte le nostre funzioni. L' acqua dunque, in quanto costituente principale di alimenti e bevande, svolge un ruolo fondamentale in tutto questo.
La prossima volta vedremo quali sono i requisiti di un' acqua ideale, che le comuni acque potabili, comprese le minerali, sono ben lontane dal soddisfare, e come, nonostante tutto, possiamo ottenerli grazie alla più avanzata tecnologia.
Michele Nardella
Rocco Palmisano, Theodore A. Baroody Alcalinizzatevi e Ionizzatevi - Libro BIS Edizioni